Dario Parrini (Pd): "Legge con le preferenze?. C’è il veto di Lega e FI"

"Noi non abbiamo paura di ridare voce agli elettori, il centrodestra sì...". E sulla loro riforma elettorale? "Per ora non esiste nessuna proposta reale".

Mag 8, 2025 - 06:38
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Dario Parrini (Pd): "Legge con le preferenze?. C’è il veto di Lega e FI"

"Io la sfido, Giorgia Meloni, la sfido davvero a reinserire le preferenze nella prossima legge elettorale, perché ho come l’impressione che questa promessa farà la stessa la fine delle accise, che dovevano calare, invece…". Dario Parrini, vicepresidente dem della Commissione Affari costituzionali del Senato, ha appena sentito la premier in Aula ribadire il proprio sì alle preferenze. Ma lui è scettico: "Loro sono molto divisi sul punto. Le preferenze lei dice di volerle, ma in realtà subisce il veto di Lega e Forza Italia, e in cuor suo è contenta di subirlo. Noi, come ha detto anche il nostro capogruppo al Senato Francesco Boccia, non abbiamo paura di ridare voce agli elettori, e per questo siamo favorevoli alle preferenze. Nel centrodestra non è così. Lo deduco dal fatto che sembrano prepararsi a proporre le preferenze col trucco""

Ossia, di grazia… "Parlano per esempio del sistema misto delle preferenze col capolista bloccato: è un meccanismo truffaldino se devi eleggere, come nel caso del nostro Parlamento, due assemblee da quattrocento e duecento componenti. Sarebbe un finto ritorno alle preferenze, una presa in giro. Se davvero si vuol far scegliere ai cittadini, alle preferenze bisogna tornare sul serio, facendo come già si fa per europarlamentari e consiglieri regionali e comunali. Senza diavolerie e specchietti per le allodole".

Pensa ci sia questo rischio? "Nei giorni scorsi un dirigente di primo piano di FdI come Balboni (Alberto, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, ndr) si è spinto a dire che come alternativa alle preferenze potrebbero andare bene anche le liste bloccate molto corte. Ma stiamo scherzando? Le liste bloccate molto corte già ci sono, sono previste dalla legge vigente, e non vanno per niente bene. Tolgono sovranità all’elettore e il problema di come restituire voce ai cittadini nella formazione delle rappresentanze istituzionali, e di conseguenza anche più autorevolezza e credibilità al Parlamento, è un problema centrale per la salute del sistema politico e del rapporto tra rappresentanti e rappresentati. Io lo ritengo a tal punto fondamentale da affermare che il mio partito, se non riuscisse a ottenere il ripristino per legge delle preferenze, non dovrebbe avere alcuna esitazione a usare le primarie aperte per selezionare le prossime candidature al Parlamento. Sarebbe un segnale di grande responsabilità e apertura: marcheremmo la differenza tra chi davvero vuol fare contare di più i cittadini e chi parla solo per parlare".

La proposta di riforma elettorale del centrodestra la convince? "Per ora non c’è nessuna proposta reale, stanno discutendo dell’argomento all’interno della maggioranza".

Cioè? "Ad esempio, è ingannevole definire “proporzionale” una legge che, con il premio di maggioranza, può arrivare a produrre fino a 15 punti percentuali di distorsione nella traduzione dei voti in seggi. Una legge elettorale con un premio potenziale così abnorme è agli antipodi del principio di proporzionalità".

Perché Meloni vuol cambiare la legge elettorale? "Da una parte per danneggiare l’opposizione, perché pensa di mettere in difficoltà il centrosinistra se lo obbliga a scegliere il proprio candidato premier prima delle elezioni per scriverlo sulla scheda elettorale. Dall’altra parte Meloni ha paura di perdere col sistema attuale in caso di centrosinistra tutto unito nei collegi uninominali. Rispetto a questi propositi ho tre osservazioni. Prima osservazione: cambiare le regole del gioco a colpi di maggioranza per sfavorire gli avversari è una cosa scorretta e porta pure male, tutti quelli che l’hanno fatto hanno ottenuto risultati opposti a quelli desiderati. Seconda osservazione: se il centrosinistra è tutto unito, può battere il centrodestra con qualsiasi sistema elettorale. Terza osservazione: quando Forza Italia e Lega capiranno che un sistema elettorale con il nome di Meloni candidata premier di coalizione scritto sulla scheda provocherà un’emorragia di consensi in FI e Lega a beneficio di FdI, saranno loro, ci scommetto, a dire niet...".