Dall’Italia la scommessa su Anthropic. «Vi racconto come ci abbiamo investito e perché non abbiamo scelto OpenAI o xAI»
Doorway, piattaforma di equity crowdfunding, ha permesso a circa 30 persone di partecipare all'ultimo round da 3,5 miliardi di dollari. La scaleup scelta è la diretta competitor della società di Sam Altman. La founder Antonella Grassigli è la protagonista della nuova puntata del lunedì dedicata ai VC e ai profili che supportano le startup. «L'AI sarà rivoluzionaria come internet»

«Non è stato affatto facile investire in Anthropic: gli investitori americani sono molto diffidenti». Il mondo degli investimenti, del Venture Capital e dell’equity crowdfunding italiano ha messo una bandierina, seppur piccola, nella partita globale dell’Intelligenza artificiale. Doorway, piattaforma di equity crowdfunding fondata da Antonella Grassigli, ha partecipato all’ultimo round di Anthropic da 3,5 miliardi di dollari, operazione che ha assegnato alla società dei fratelli Amodei una valutazione da 61,5 miliardi. Una mossa che abbiamo commentato insieme all’imprenditrice, scoprendone la strategia e il dietro le quinte.
«Avevamo provato a entrare in Anthropic già nel luglio 2024 attraverso l’asta giudiziaria delle azioni di FTX detenute nella scaleup, ma le condizioni erano diventate rapidamente proibitive». Nonostante ciò, Doorway è riuscita a portare circa 30 investitori italiani a cogliere questa opportunità di valore strategico vista la tecnologia in campo.
Anthropic vista dall’Italia
Ma perché proprio Anthropic, competitor diretto di altri colossi come OpenAI (che ha appena raccolto 40 miliardi di dollari) o xAI di Elon Musk? Antonella Grassigli non ha dubbi: «Pensiamo che il settore dell’Intelligenza artificiale avrà una crescita esplosiva, paragonabile a quella di internet vent’anni fa. Ho partecipato a un summit a Gerusalemme nel 2023 e già lì era evidente che stiamo vivendo una nuova rivoluzione». A convincere Grassigli e il suo team è stata la visione «etica» di Anthropic, «focalizzata sulla riservatezza e sulla gestione responsabile dei dati degli utenti».
Il percorso che ha portato Grassigli fino a qui è partito però da lontano, da una Bologna dove, fino al 2016, la sua vita professionale era quella di dottore commercialista e revisore legale, con un’esperienza al servizio delle PMI. «Tutto è cambiato grazie a un incontro casuale in montagna, quando un amico mi ha invitato a un incontro di Italian Angels for Growth. Lì, ascoltando quei pitch per la prima volta, mi sono innamorata del mondo dell’innovazione». Da quel momento si è sviluppata l’idea di portare la complessità degli investimenti alla portata di un pubblico più vasto.
L’approccio di Doorway
«Ho subito pensato che il vero limite del settore fosse il suo essere troppo analogico e troppo chiuso nei network personali. Serviva una soluzione digitale, scalabile e democratica», racconta Grassigli. Ed è così che, nel 2018, ha fondato Doorway, sfruttando la normativa italiana sull’equity crowdfunding. «Fino a poco tempo fa investire in strumenti finanziari non quotati era una procedura complessa: notai, PEC, burocrazia infinita. Oggi, grazie alla normativa europea che rende digitale l’intero processo, chiunque può farlo, purché attraverso piattaforme vigilate».
L’investimento su Anthropic, primo all’estero per Doorway, assume quindi un valore emblematico. «Negli Stati Uniti la velocità e la dimensione minima dei ticket rappresentano ostacoli enormi. L’unica soluzione è consorziarsi. È incredibile però il masochismo con cui noi europei continuiamo a regalare opportunità e capitali alle Big Tech americane – ha riflettuto –. Abbiamo le tecnologie, i capitali, le scuole».
Cosa manca all’ecosistema startup italiano
Negli ultimi anni l’ecosistema italiano è cresciuto, fino al picco del 2022 con la raccolta record di 2,33 miliardi di euro. Gli ultimi anni sono stati di correzione, per alcuni di normalizzazione con il denaro meno facile rispetto al passato. Grassigli sottolinea l’importanza del ruolo di CDP Venture Capital, ma evidenzia i gap da colmare. «Abbiamo creato una buona catena di valore fino alle segmento Serie A, ma poi? Mancano completamente i fondi late stage. Le startup con metriche solide spesso devono cercare capitali all’estero e ciò limita la loro capacità di crescere davvero».
Ed è proprio su questo gap che Doorway vuole incidere sfruttando la possibilità di dematerializzare le quote societarie tramite codice ISIN. Dal lancio di questa innovazione, nell’agosto 2024, la piattaforma ha gestito 267 investimenti, di cui 112 hanno già richiesto il passaggio digitale: una conferma tangibile del crescente interesse verso asset illiquidi, purché resi semplici da gestire e da liquidare.