Dal growth al value: come gestire la rotazione nei portafogli azionari

Dall’inizio del 2025 a fine marzo l’indice S&P500 Growth ha perso quasi l’8%, mentre l’S&P500 Value è rimasto sostanzialmente stabile, con un rendimento pari al -0,29 per cento. I due benchmark isolano, all’interno del più ampio indice delle large cap statunitensi, i titoli rappresentativi dei due tradizionali stili d’investimento growth e value; l’andamento evidenzia quindi una chiara rotazione di mercato in favore di questi ultimi. Il passaggio di consegne è ancora più evidente a livello globale, con l’MSCI World Value Index in crescita del 5,2% da inizio anno, e l’MSCI World Growth Index in calo del -6,8%, in quella che è una forbice dall’andamento quasi speculare. La dinamica non è sorprendente: si innesta in un contesto globale che appare radicalmente mutato nell’arco di pochi mesi, stravolto dalle nuove politiche commerciali dell’amministrazione Trump e dagli stimoli europei per l’infrastruttura e la difesa. I titoli growth, inoltre, vengono da quasi 15 anni di predominio sui mercati, e molti investitori prevedono che, questa volta, la rotazione possa attecchire, precludendo a una fase protratta di opportunità per gli approcci più orientati al value. Ma in un mondo in cui l’innovazione crea costanti contaminazioni intra-settoriali, le vecchie categorizzazioni hanno ancora senso? E che ruolo possono avere i titoli che uniscono caratteristiche di entrambi gli stili? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui hanno risposto gli esperti riuniti nella terza e ultima parte della tavola rotonda di FundsPeople dedicata al mondo azionario.

I commenti si riferiscono al contesto dell'11 marzo 2025.

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