Dal Chianti al Bahrein nel segno dell’accoglienza: riparte il Grand tour delle donne in Toscana

Il Grand tour delle donne in Toscana riparte con la sua terza edizione per raccontare le donne che con la loro dedizione plasmano l’ospitalità nel cuore della Toscana, e quelle che, con audacia e amore per la propria terra, hanno scelto di portare l’essenza dell’accoglienza toscana nel mondo. Due facce della stessa medaglia, unite da L'articolo Dal Chianti al Bahrein nel segno dell’accoglienza: riparte il Grand tour delle donne in Toscana sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Apr 22, 2025 - 10:13
 0
Dal Chianti al Bahrein nel segno dell’accoglienza: riparte il Grand tour delle donne in Toscana

Il Grand tour delle donne in Toscana riparte con la sua terza edizione per raccontare le donne che con la loro dedizione plasmano l’ospitalità nel cuore della Toscana, e quelle che, con audacia e amore per la propria terra, hanno scelto di portare l’essenza dell’accoglienza toscana nel mondo. Due facce della stessa medaglia, unite da un filo conduttore fatto di calore umano, passione per il territorio e un’innata capacità di far sentire “a casa” chiunque varchi la loro soglia.

Continua, così, il viaggio di DOVE alla scoperta delle eccellenze femminili della regione. Nell’anno del debutto, ogni storia era un dialogo a quattro voci tra le diverse facce dell’accoglienza: l’ospitalità, l’enogastronomia, l’artigianato  e la cultura. Nella scorsa edizione abbiamo  invece immaginato un filo invisibile unire le donne toscane di ieri e di oggi, un confronto silenzioso fatto di saperi tramandati e passioni condivise.

Guarda lo speciale e leggi tutte le storie del Grand Tour delle donne in Toscana

Questa volta, il nostro sguardo si allarga, abbracciando di volta in volta due realtà complementari ma ugualmente vibranti, una in Toscana e una all’estero. Le protagoniste  di questa prima puntata sono Lorenza Sebasti e Simona Girelli. La prima gestisce un castello nel Chianti accogliendo visitatori e appassionati d’arte da tutto il mondo, mentre la seconda guida un ristorante toscano in Bahrein. Due  donne unite da un filo rosso indissolubile: l’amore per la propria terra e la passione per l’ospitalità, ma anche  la capacità di creare legami autentici, nella fierezza di  rappresentare la loro regione.

Lorenza Sebasti e il Castello di Ama, tra arte e vino

Tra le sinuose colline del Chianti Classico, dove la storia si fonde con la passione per la terra, sorge il Castello di Ama, nel comune di Gaiole in Chianti in provincia di Siena. Un luogo magico che incanta i visitatori con la sua arte contemporanea, i suoi vigneti rigogliosi e i vini di straordinaria eleganza. Al timone di questa realtà unica, con una visione illuminata e una dedizione instancabile, c’è Lorenza Sebasti, una donna che ha saputo custodire e valorizzare l’essenza di questo luogo incantato, proiettandolo nel futuro con audacia e sensibilità.

Lorenza Sebasti incarna la perfetta sintesi tra l’amore per le radici e uno sguardo aperto all’innovazione. Insieme a Marco Pallanti, enologo di fama internazionale, ha preso le redini del Castello di Ama, 75 ettari di vigne e 40 di oliveti, trasformandolo in un esempio virtuoso di come l’eccellenza enologica possa convivere armoniosamente con l’arte contemporanea e un profondo rispetto per il territorio.

“Sono nata a Roma, ma il destino ha voluto che incontrassi Castello di Ama a soli 15 anni, quando mio padre e i suoi soci acquistarono la proprietà – racconta Lorenza Sebasti -. È stato un colpo di fulmine, non solo per la bellezza del luogo, ma per la magia che si respira in un posto sospeso nel tempo. E poi è arrivata la grande rivelazione: il vino.” Racconta Lorenza, che con grande convinzione ha coltivato il sogno di prendersene cura.

Il percorso di Lorenza nel mondo del vino è iniziato nel 1988 al fianco di Marco Pallanti, enologo dal 1982 e maestro in cantina. “Insieme abbiamo condiviso la convinzione profonda nel potenziale del Sangiovese, nella possibilità di produrre grandi vini a partire da questo vitigno”, aggiunge.

E la svolta il castello di Ama l’ha vista nel 1993 quando Lorenza ne è diventato amministratore delegato . “Da quel momento, il mio impegno si è allargato anche ad altri orizzonti. Nei primi anni ho vissuto in un mondo molto maschile, ma sentivo che la mia passione e la mia personalità erano sufficienti a portare avanti il mio pensiero”.

Lorenza Sebasti
Lorenza Sebasti davanti all’ingresso principale del Castello di Ama. Foto di Clara Vannucci

Un matrimonio perfetto tra vino, arte e natura

La visione di Lorenza per Castello di Ama va oltre la produzione di vini di alta qualità, pur essendo questi l’anima pulsante della tenuta. L’imprenditrice ha saputo trasformare il castello e i suoi terreni in un vero e proprio museo a cielo aperto, invitando artisti contemporanei di fama internazionale a creare opere pensate appositamente per dialogare con il paesaggio, la storia e l’anima del luogo.

“Dalla metà degli anni Novanta ho scelto di aprire le ville settecentesche di Castello di Ama all’arte contemporanea – spiega -. All’inizio si trattava di piccole mostre estive, ma nel 1999 è nato ufficialmente il progetto Castello di Ama per l’Arte Contemporanea. La collezione oggi conta venti installazioni di artisti di fama mondiale che hanno interpretato la storia e il paesaggio del nostro luogo in un dialogo unico.”

Passeggiare tra i vigneti del Castello di Ama, oggi, significa imbattersi in sculture sorprendenti, installazioni evocative che si fondono con la bellezza naturale, creando un’esperienza unica per il visitatore. Ma il castello di Ama è sempre stato anche un riferimento di eccellenza nell’accoglienza, e Lorenza Sebasti non ha mai perso di vista questa missione.

“Mi sono sempre impegnata per offrire un’ospitalità molto esclusiva, che mettesse al centro l’autenticità dell’esperienza – dice -. Ho cercato di coniugare il profondo rispetto per il momento della degustazione dei vini con un’accoglienza capace di coinvolgere il visitatore in un percorso più ampio. Credo molto nell’importanza del dialogo: tra chi produce e chi assaggia, tra chi vive il luogo e chi lo scopre. Per questo, ogni visita ad Ama è pensata come un momento di corrispondenza autentica, dove vino, arte e paesaggio parlano la stessa lingua».

Simona Girelli, ambasciatrice del gusto toscano in Bahrein

La storia di Simona Girelli è la storia di un viaggio che da Valdottavo, in provincia di Lucca,  l’ha portata in Bahrein, dove con passione sta facendo conoscere i sapori autentici della sua terra, creando ponti culturali attraverso il cibo e l’accoglienza. La sua capacità di narrare la storia dietro ogni piatto, di trasmettere l’amore per i prodotti locali, è la conferma di  come l’autenticità sia un linguaggio universale.

Nata e cresciuta nel cuore verde della provincia di Lucca, tra Borgo a Mozzano e la frazione di Valdottavo, Simona ha trasformato in una professione la passione appresa dalle donne della sua famiglia: da alcuni anni è la chef del ristorante “Sapori di Toscana”, ristorante toscano aperto all’interno di un boutique hotel di Manama, “The Domain”, con una vista a 360 gradi mozzafiato sulla baia di Bahrain.

Le prime esperienze di Simona affondano le radici nel suo territorio, come aiuto chef in una trattoria di Oneta dove  ha imparato i più intimi segreti della vera cucina casalinga toscana da Nella, “che faceva la pasta fatta a mano che profumava di grano, arrosti succulenti, fritti croccanti e dolci che sapevano di autenticità”. Un apprendistato prezioso che ha instillato in lei l’amore per i sapori veri e la gestualità sapiente di chi la cucina la vive con passione.

Dopo un periodo come responsabile aziendale, la routine d’ufficio ha iniziato a starle stretta. Il desiderio di esprimere la sua creatività e il suo amore per la cucina l’hanno spinta a cambiare rotta, trasformando quella che era una passione in un vero e proprio lavoro. Nascono così le sue “Cooking Class” nelle ville, un modo per accompagnare i visitatori alla scoperta della bellezza locale e del territorio attraverso il cibo toscano più autentico.

Il sogno toscano in Bahrein

Il destino aveva in serbo per Simona un’avventura ancora più sorprendente. L’incontro con Frank Normann Eikeland, General manager dell’hotel The Domain, avvenuto durante il periodo del Covid, ha aperto un nuovo capitolo della sua vita.  Ha iniziato a ad organizzare nella villa di vacanza di Frank, nel lucchese, cooking class e degustazioni di vini lucchesi. Un invito inaspettato da parte di Frank a portare la cucina italiana in Bahrein nel novembre successivo è stato la scintilla che ha acceso un sogno.

“Sono partita senza paura”, racconta Simona, con la determinazione di chi sa di seguire la propria vocazione. Il sostegno del marito è stato fondamentale in questa nuova avventura in un paese che si è subito rivelato ospitale e amichevole, tanto da farla sentire “a casa”.

“Inizialmente dovevo fare da consulente per spiegare la cucina italiana, ma è emersa l’idea di aprire un ristorante italiano, un sogno del proprietario dell’hotel e di Frank”, racconta la chef. Da lì è nato il progetto di inserire il ristorante nel circuito di Vetrina Toscana, progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe alimentari che utilizzano i prodotti del territorio, poi una collaborazione con l’ambasciata italiana.

La chef Simona Girelli in cucina. Foto di Clara Vannucci

Simona e le donne arabe, uno scambio continuo

L’accoglienza calorosa delle donne bahrenite, la loro curiosità e la loro conoscenza dell’Italia e della Toscana come regione di eccellenza culinaria, l’hanno profondamente colpita. “Vogliono la vera italianità: il pomodoro che sa di sole, l’olio d’oliva profumato, il vero “cacio” italiano e soprattutto la narrazione del piatto, la storia che c’è dietro”, spiega Simona, sottolineando come in Bahrein ci sia una vera apprezzamento per il buon cibo e per la cultura che esso rappresenta.

“L’incontro con le donne locali è stato un arricchimento reciproco. La loro curiosità e il desiderio di conoscere, che spesso culminano nella richiesta di un selfie, testimoniano il fascino della cucina italiana. Tra i piatti più apprezzati, c’è lo sformato di zucchine vegetale, un’esplosione di sapore e colore che accontenta tutti, e l’immancabile pasta fatta in casa. Ma una vera sorpresa è stata la riscoperta della pappa al pomodoro, un piatto della tradizione toscana che sta riscuotendo un successo inaspettato”.

La sua scelta di portare in Bahrein una cucina lenta, fatta di sapori autentici e di artigianalità, si è rivelata vincente, e oggi Simona invita chi la incontra all’apertura mentale e al coraggio di esplorare nuove culture: “Fatelo, perché è un’esperienza che ci fa conoscere altre culture e mi ha dato tante soddisfazioni. Vorrei far vedere al mio territorio che è un’esperienza da fare, anche per togliersi tante paure”.

 

 

 

 

Dove Viaggi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

L'articolo Dal Chianti al Bahrein nel segno dell’accoglienza: riparte il Grand tour delle donne in Toscana sembra essere il primo su Dove Viaggi.