Da Conclave ad Habemus Papam di Nanni Moretti, ecco 8 film da vedere nell’attesa dell’elezione del nuovo Papa
E se Edward Berger avesse ragione e il prossimo Papa fosse un uomo con “utero e ovaie” come proposto nel suo recente film Conclave? Nell’attesa di future e prossime fumate bianche (e nere) ci sono una manciata di titoli da recuperare per comprendere i complessi meccanismi e le complesse vite che si dipanano oltre il […] L'articolo Da Conclave ad Habemus Papam di Nanni Moretti, ecco 8 film da vedere nell’attesa dell’elezione del nuovo Papa proviene da Il Fatto Quotidiano.

E se Edward Berger avesse ragione e il prossimo Papa fosse un uomo con “utero e ovaie” come proposto nel suo recente film Conclave? Nell’attesa di future e prossime fumate bianche (e nere) ci sono una manciata di titoli da recuperare per comprendere i complessi meccanismi e le complesse vite che si dipanano oltre il colonnato vaticano di San Pietro. Dicevamo di Conclave, vincitore appena un mese fa di un Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Proprio alla morte del Pontefice inizia la lunga trafila formale della nuova elezione papale. La corsa serrata tra cardinali – c’è pure Sergio Castellitto nei panni di un perfido porporato italiano – viene orchestrata dal mite cardinal Lawrence (Ralph Fiennes). Corsa senza esclusione di colpi (c’è pure un attentato islamico che fa tremare le mura vaticane) tra cardinali di ogni dove (quello più quotato africano è uno stupratore) che rotola verso una conclusione spiazzante e queer.
La stessa impasse in chiave psicanalitica la vive il cardinale Melville (Michel Piccoli) in Habemus Papam di Nanni Moretti. Cardinale che, con suo profondo sconforto e totale panico, viene eletto Papa. Melville però non regge il peso e la responsabilità della storia tanto da fuggire nottetempo lasciando gli alti porporati in ambasce. Da un lato così viene messa in scena una finta presenza papale tra le finestre vaticane; dall’altro, nell’attesa di ritrovare Melville, verrà chiamato un’analista (Moretti) per sbrogliare ansie, timori, veri e propri traumi tra cardinali.
In I due papi di Fernando Meirelles (2017) troviamo invece il non ancora papa Francesco (Jonathan Pryce) consegnare una lettera di dimissioni da cardinale nientemeno che al suo predecessore Benedetto XVI (Anthony Hopkins). I vaticanisti, giustamente, si sono inviperiti di fronte a invenzioni, imprecisioni e illazioni presenti in questo continuo duello di sguardi e parole dei due protagonisti in un momento del 2012. Certo è che per capire qualcosina su papa Francesco attraverso un film suggeriamo sicuramente Chiamatemi Francesco – Il papa della gente, film di Daniele Luchetti (2015) dove Rodrigo de la Serna indossa i panni “giovani” dell’argentino Jose Maria Bergoglio attraversando quasi quarant’anni di vita ecclesiastica dall’ argentina di Videla alla sua elezione a Papa nel 2013. Per chi invece volesse visitare il Vaticano in chiave thriller esiste Morte in Vaticano, film girato nel 1982 da Marcello Aliprandi dove padre Andreani (Terence Stamp) diventa papa Giovanni Clemente, pontefice troppo rivoluzionario e terzomondista per il clero che comunque l’ha eletto, tanto da pensare ad una sua pratica eliminazione.
Attorno al tema papale ci sono infine tre suggerimenti a loro modo sperimentali e autentici: il biopic olmiano E venne un uomo sul papa buono Giovanni XXIII; l’incursione comico surreale di Renzo Arbore tra le mura vaticane con Il Pap’occhio (1982); infine il desiderio impossibile del giovane Amedeo (Enzo Jannacci) di incontrare Paolo VI nell’incredibile L’Udienza (1972)di Marco Ferreri. Dulcis in fundo, non è un film bensì una serie tv, ma assolutamente imperdibile: The Young Pope, con Jude Law, firmata dal regista Paolo Sorrentino.
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