Cresce l’occupazione nel settore del turismo, +315mila lavoratori in un anno

Il turismo in Italia spinge l'occupazione e l'inclusione femminile, ma le sfide aperte sono ancora tante e (se non colte) rischiano di annullare i risultati positivi

Apr 12, 2025 - 15:08
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Cresce l’occupazione nel settore del turismo, +315mila lavoratori in un anno

Dopo anni segnati da incertezze economiche, pandemia, e profonde trasformazioni del mercato, il settore del turismo – motore del Pil italiano – mostra finalmente segnali inequivocabili di ripresa, trainando con sé anche l’occupazione. Secondo i dati Istat, a febbraio 2025, si registrano 315mila occupati in più rispetto all’anno precedente, con una forte componente femminile tra le nuove assunzioni.

Motore della crescita occupazionale

Nel panorama economico italiano, il settore turistico rappresenta circa il 10,8% del Pil e coinvolge una vasta rete di imprese – dall’hospitality alla ristorazione, dai trasporti culturali fino alle attività di intrattenimento e tempo libero. È un comparto trasversale, che impiega persone di ogni età, livello di istruzione e provenienza geografica.

A confermarlo sono i dati sull’occupazione, che non sono una cifra astratta ma la fotografia di un settore che sta vivendo un’inaspettata accelerazione. Una tendenza che sorprende per l’intensità e per la rapidità con cui si è manifestata, ma che trova una spiegazione credibile nell’incremento dei flussi turistici post-pandemia e nel consolidamento del brand Italia all’estero.

Sempre più donne lavoratrici

Un elemento particolarmente interessante riguarda poi la componente femminile della nuova forza lavoro impiegata nel turismo. L’aumento del tasso di occupazione femminile ha contribuito in modo decisivo alla crescita complessiva. Le donne occupate infatti sono aumentate di 84mila unità solo tra gennaio e febbraio 2025.

Il turismo rappresenta una delle principali vie d’accesso al mercato del lavoro per le donne, soprattutto in territori del Sud Italia e nelle aree interne, dove le opportunità lavorative scarseggiano e dove l’autonomia economica femminile è ancora, in molti casi, un traguardo lontano.

Le sfide del turismo

Tuttavia, è importante non fermarsi ai dati positivi. La crescita occupazionale nel turismo deve ora trasformarsi in occupazione di qualità. Troppo spesso, il settore è associato a lavoro stagionale, contratti precari, salari bassi.

Non basta quindi soffermarsi solo sull’aumento delle assunzioni, ma bisogna puntare alla stabilizzazione dei contratti e riduzione del part-time involontario, sempre più diffuso in questo settore. È importante infatti partire dal riconoscimento e dalla tutela delle professioni turistiche, spesso marginalizzate nei Ccnl e poco tutelate.

Gli investimenti devono quindi puntare a incentivare il lavoro e ridurre il precariato, trasformando così e la crescita quantitativa in un reale progresso sociale.

I numeri non mentono, i nuovi occupati in un anno non sono solo una statistica, ma rappresentano vite che cambiano, territori che si ripopolano, comunità che si riattivano. Per questo motivo è il momento giusto per consolidare questa ripresa e affrontare le sfide che ancora restano aperte e che, se lasciate al caso, potrebbero annullare i risultati positivi.

La politica ha il dovere di cogliere questa finestra di opportunità e non ignorarle, per costruire un mercato del lavoro più equo, stabile e capace di valorizzare le enormi potenzialità del nostro patrimonio turistico.

Se l’Italia è una bellezza da vivere, come recita lo slogan del Ministero del Turismo, allora è anche una bellezza da lavorare e da far crescere con visione e responsabilità.