Cosa succederà negli Usa con i dazi di Trump

Per non soccombere ai dazi di Trump c'è chi aumenta i prezzi e chi sposta o aumenta la produzione negli Stati Uniti. Ecco cosa faranno Walmart, Mattel e Pfizer

Mar 5, 2025 - 09:52
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Cosa succederà negli Usa con i dazi di Trump

Per non soccombere ai dazi di Trump c’è chi aumenta i prezzi e chi sposta o aumenta la produzione negli Stati Uniti. Ecco cosa faranno Walmart, Mattel e Pfizer

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato la guerra commerciale pressoché a tutti e oggi i dazi che aveva promesso – del 25% sulle esportazioni da Canada e Messico, e di un ulteriore 10% sulle quelle cinesi – alla fine sono davvero entrati in vigore.

Il rischio è che la crescita economica freni e i prezzi per i consumatori americani aumentino. Non a caso Walmart, Mattel e Best Buy prevedono rincari, mentre Pfizer ha annunciato che è pronto a trasferire la produzione sul suolo americano.

I SETTORI PIÙ COLPITI DAI DAZI DI TRUMP

Stando ad Axios, i settori statunitensi che risentiranno maggiormente dell’introduzione dei dazi sulle esportazioni di Canada e Messico sono quello dell’energia, l’automobilistico e alimentare. Per quanto riguarda, invece, le esportazioni cinese, i settori più penalizzati sarebbero quelli dell’elettronica (computer e smartphone) e un’ampia gamma di beni di uso quotidiano, dai macchinari ai giocattoli, dai mobili agli articoli sportivi, dalle calzature all’abbigliamento e ai prodotti tessili.

LA SOLUZIONE DI WALMART, MATTEL E BEST BUY AI DAZI…

In previsione dell’arrivo dei dazi, infatti, Walmart, la catena di vendita al dettaglio più grande al mondo; Mattel, una delle più famose aziende di giocattoli al mondo; e Best Buy, multinazionale di vendita al dettaglio di elettronica, hanno già fatto sapere nei mesi scorsi che se i dazi fossero entrati in vigore sarebbero stati costretti ad aumentare i prezzi, scaricando il problema sui consumatori.

Questa seconda guerra commerciale di Trump, infatti, per gli economisti, rischia di essere anche peggiore della prima perché durante il primo mandato i bersagli erano stati scelti in modo da evitare o almeno ritardare l’impatto sui consumatori, mentre ora sono generalizzati. Si era puntato su prodotti industriali e non su quelli “che sarebbero finiti sugli scaffali di Walmart. E questo ha attenuato l’impatto”, ha dichiarato l’analista commerciale William Reinsch del Center for Strategic and International Studies.

…E QUELLA DI PFIZER

Intanto, in attesa di sapere se verranno imposti dazi anche sui prodotti farmaceutici, l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ha detto che potrebbe spostare parte della produzione all’estero negli stabilimenti statunitensi, se necessario. Tuttavia, ha ricordato che, con i 13 siti produttivi già presenti, l’azienda conta probabilmente sulla più grande rete di produzione del settore negli Stati Uniti.

Bourla, che fin dall’insediamento di Trump sta coltivando il rapporto con il presidente, ha aggiunto che l’attuale strategia del settore è quella di rimanere vicino all’amministrazione e cercare di “influenzare l’ambiente”. Atteggiamento condiviso anche dal Ceo di Walmart Doug McMillion, il quale ha dichiarato che “sta lavorando per conquistare il presidente”.

Pure Eli Lilly, in seguito a un incontro con Trump a febbraio, ha annunciato di voler investire 27 miliardi di dollari in quattro nuovi impianti di produzione statunitensi.

GLI EFFETTI DELLA GUERRA COMMERCIALE DI TRUMP

Ma la politica dei dazi di Trump, che lui vede “come un elisir economico in grado di riportare le fabbriche nel cuore dell’America, di raccogliere fondi per il governo e di fare pressione sui Paesi stranieri affinché facciano ciò che lui vuole”, secondo molti economisti, minaccia solo la crescita e fa salire i prezzi negli Stati Uniti, andando proprio contro quanto il presidente dice di voler fare, ovvero eliminare l’inflazione.

Non è ancora chiaro infatti quanto i costi dei dazi ricadranno sui consumatori, “ma gli esperti – scrive Axios – prevedono che entro il prossimo anno ridurranno dell’1% il reddito degli americani al netto delle tasse”. Inoltre, si prevede che colpiranno soprattutto gli americani della classe operaia. La stessa che ha votato per Trump, il quale ha messo in guardia dalle possibili ripercussioni.

“CI SARÀ UN PO’ DI DOLORE? Sì, forse (e forse no!) – ha scritto in un post -. MA RENDEREMO L’AMERICA DI NUOVO GRANDE, E TUTTO QUESTO VARRÀ IL PREZZO DA PAGARE”.

Tuttavia, quanto ci guadagneranno gli Stati Uniti da questa guerra resta da vedere, così come le contromosse che attueranno in risposta gli altri Paesi. Ma se si guarda al saldo commerciale degli Stati Uniti con il mondo, secondo l’economista Brad Setser citato dal Grand Continent, i dazi rappresenteranno un costo pari a circa 0,8 punti percentuali del Pil americano, poiché le importazioni interessate rappresentano il 3,2% del Pil.

Fonte: Le Grand Continent