Cosa fare per stimolare l’innovazione in Germania, secondo Deutsche Bank

Deutsche Bank insiste sulla necessità, per la Germania, di rilanciare l’innovazione e la competitività dell’industria (anche attraverso l'energia nucleare). Seconda parte dell'approfondimento di Pierluigi Mennitti.

Mar 22, 2025 - 09:23
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Cosa fare per stimolare l’innovazione in Germania, secondo Deutsche Bank

Deutsche Bank insiste sulla necessità, per la Germania, di rilanciare l’innovazione e la competitività dell’industria (anche attraverso l’energia nucleare). Seconda parte dell’approfondimento di Pierluigi Mennitti

Uno dei punti chiave del rapporto della Deutsche Bank indirizzato al prossimo governo tedesco è la necessità di rilanciare l’innovazione e la competitività dell’industria. In un contesto globale sempre più dominato da Stati Uniti e Cina, la Germania rischia di rimanere indietro, soprattutto nel settore tecnologico. Per evitare questo scenario, il futuro cancelliere Merz dovrà adottare politiche che favoriscano la ricerca, lo sviluppo e l’imprenditorialità.

INNOVAZIONE E DIVARIO TECNOLOGICO

Anche su questo decisivo terreno i numeri forniti nell’analisi del Research Institute sono impietosi nel confronto fra le grandi economie del globo. Gli Stati Uniti investono oltre 1.000 miliardi di euro all’anno in ricerca e sviluppo, mentre la Germania si ferma a 120 miliardi. Questo divario si riflette nella crescita della produttività: mentre gli Stati Uniti hanno beneficiato della rivoluzione digitale, la Germania (e l’Europa nel suo complesso e nonostante ambiziosi piani quinquennali sbandierati) sono rimaste indietro. Oggi, il rischio è che la Germania perda anche la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, con conseguenze drammatiche per la sua competitività.

Per colmare questo gap, la Deutsche Bank suggerisce una serie di misure. In primo luogo, il governo dovrebbe introdurre incentivi fiscali per le aziende che investono in ricerca e sviluppo, come l’ammortamento accelerato e crediti d’imposta facilmente accessibili. “L’evidenza empirica suggerisce che l’ammortamento accelerato è uno strumento altamente efficace, che fa leva sulla capacità finanziaria esistente delle aziende”, è scritto nel rapporto, “e insieme alle sovvenzioni dirette, tali incentivi fiscali sono uno strumento chiave utilizzato dagli Stati Uniti per sostenere le proprie industrie”.

In secondo luogo, è necessario promuovere gli effetti di ricaduta tecnologica tra il settore della difesa e quello civile, seguendo l’esempio della DARPA statunitense: un maggiore investimento nella ricerca militare potrebbe portare a innovazioni con applicazioni commerciali, come è avvenuto con Internet e il Gps.

IL RUOLO DEI MERCATI DI CAPITALI

Un altro ostacolo all’innovazione è la mancanza di un mercato dei capitali sviluppato. La Germania dipende ancora troppo dai finanziamenti bancari, mentre le start-up innovative hanno bisogno di capitale di rischio. Deutsche Bank propone di approfondire il mercato tedesco dei capitali, attirando investitori globali e promuovendo l’integrazione europea dei mercati finanziari. Inoltre, il sistema pensionistico tedesco dovrebbe essere riformato per incentivare gli investimenti azionari, mobilitando così il capitale privato necessario per la crescita.

I MANCATI INVESTIMENTI IN STRADE E FERROVIE

La crisi di Deutsche Bahn, la ferrovia statale un tempo fiore all’occhiello per puntualità ed efficienza e oggi precipitata agli ultimi posti nelle classifiche europee, è lo specchio della trascuratezza con cui gli ultimi governi tedeschi hanno guardato alle reti del trasporto pubblico. “Le infrastrutture fisiche sono la linfa vitale di un’economia che funziona in modo efficiente” e la mancata modernizzazione di strade e ferrovie è indicata dagli analisti di Francoforte come uno dei grandi fallimenti degli ultimi decenni.

“Nel perseguire bilanci equilibrati e una riduzione del debito nazionale al 60% del Pil, insieme a una preferenza politica per il consumo pubblico rispetto agli investimenti, la Germania non ha investito abbastanza nelle sue infrastrutture pubbliche negli ultimi due decenni – è scritto nello studio. Gli investimenti netti sono stagnanti dall’inizio del Ventunesimo secolo. “Fino a poco tempo fa, il forte stock di capitale della Germania ha mascherato questa mancanza di nuovi investimenti, ma il sottoinvestimento è sempre più evidente. Le infrastrutture di trasporto tedesche, ad esempio, hanno un disperato bisogno di rinnovamento”.

IL RITARDO DELL’INFRASTRUTTURA DIGITALE

Un’altra priorità è l’espansione dell’infrastruttura digitale, poiché i progressi attuali sono insufficienti per soddisfare le esigenze delle PMI, in particolare al di fuori dei grandi centri urbani. Reti a banda larga e 5G complete sono essenziali per il continuo sviluppo dell’Internet delle cose, un’opportunità di crescita fondamentale per l’industria tedesca. L’Infrastructure Act statunitense stanzia oltre 40 miliardi di dollari per espandere l’accesso a Internet ad alta velocità. “Adattata all’economia tedesca, questa cifra fornisce un utile punto di riferimento”, consiglia Deutsche Bank, “e i responsabili politici non dovrebbero esitare a ricorrere a partenariati pubblico-privato per raggiungere tali volumi di investimento”.

ENERGIA, UN NODO CRUCIALE

Se l’infrastruttura digitale è frammentaria nel confronto internazionale, “ancora più significativa dal punto di vista economico è la mancanza di investimenti strategicamente importanti nel settore energetico”. Soprattutto tenendo conto delle sfide che la Germania si è imposta in questo settore. “Per troppo tempo, la transizione energetica è stata concepita principalmente come l’espansione delle energie rinnovabili nel settore elettrico, invece di considerare l’intero mercato energetico (compresi il riscaldamento e i trasporti)”. In effetti, la fornitura di energia elettrica è un requisito fondamentale per un’economia altamente digitalizzata e verde. L’inarrestabile avanzata dell’elettrificazione, che permea appunto i settori dell’industria, del riscaldamento e dei trasporti, impone un ripensamento radicale delle infrastrutture, chiamate a sostenere una domanda energetica in costante crescita e a gestire picchi di carico sempre più accentuati. Parallelamente, l’infrastruttura digitale, con i suoi data center avidi di energia, esige soluzioni innovative e sostenibili.

Tuttavia, la Germania non ha ampliato e modernizzato la rete elettrica di conseguenza per garantire oggi una fornitura di energia elettrica a costi contenuti da fonti energetiche rinnovabili. Oggi “il ritardo nell’espansione della rete sta diventando un ostacolo alla transizione energetica. Inoltre, rimane senza risposta la questione di come finanziare l’espansione delle reti elettriche senza che i prezzi dell’elettricità danneggino la competitività a causa dell’aumento delle tariffe di rete”.

L’impegno del prossimo governo dovrà estendersi ben oltre la mera sicurezza dell’approvvigionamento di gas. Un fondo speciale per le infrastrutture si configura come strumento essenziale per finanziare i crescenti costi di sistema, attraverso investimenti pubblici mirati.

RIVALUTARE IL POTENZIALE DEL NUCLEARE

Capitolo importante dei suggerimenti di Deutsche Bank riguarda il nucleare. Una politica energetica lungimirante non può prescindere da un approccio tecnologicamente aperto, che consideri l’energia nucleare non come un’alternativa, bensì come un’integrazione preziosa alle fonti rinnovabili, scrivono gli autori del rapporto. La sua capacità di generare energia in modo continuo la rende ideale per la produzione di idrogeno e combustibili sintetici, indispensabili per settori industriali e dei trasporti difficilmente elettrificabili.

Nonostante le incertezze tecnologiche ed economiche, l’energia nucleare di nuova generazione, con i suoi reattori modulari all’avanguardia, si profila come una fonte affidabile, economica e pulita. Il suggerimento è che la Germania, lungi dall’escludere a priori questa opzione, dovrebbe valutarne attentamente il potenziale, cogliendo l’opportunità di diventare leader nello sviluppo e nella produzione di reattori moderni. L’interesse delle grandi aziende tecnologiche statunitensi per i piccoli reattori nucleari modulari (SMR) testimonia d’altronde la validità di questa visione, così come le iniziative di ricerca in corso in numerosi paesi e il sostegno dell’Ue attraverso l’Alleanza industriale europea.

(2. continua; la prima parte si può leggere qui)