Corsa a tre per il board Generali La scelta dei gestori per la lista
Il Comitato dei gestori di Assogestioni stringe i tempi sulla lista dei candidati al consiglio delle Generali, il cui rinnovo si profila come la grande partita della finanza italiana. Ieri l’incontro dei gestori è stato in versione ristretta e ha visto attorno al tavolo il mondo Intesa Sanpaolo, rappresentato da Fideuram ed Eurizon, e Banco […] L'articolo Corsa a tre per il board Generali La scelta dei gestori per la lista proviene da Iusletter.

Il Comitato dei gestori di Assogestioni stringe i tempi sulla lista dei candidati al consiglio delle Generali, il cui rinnovo si profila come la grande partita della finanza italiana. Ieri l’incontro dei gestori è stato in versione ristretta e ha visto attorno al tavolo il mondo Intesa Sanpaolo, rappresentato da Fideuram ed Eurizon, e Banco Poste, tre delle maggiori società di gestione del risparmio in Italia. La banca guidata da Carlo Messina, rimasta fin qui fuori dalla scena, esprimerà con buona probabilità il prossimo vertice di Assogestioni avendone candidato alla presidenza Maria Luisa Gota. L’obiettivo dell’incontro è stato di condividere — e approvare — l’elenco vagliato con l’head hunter Chaberton partners: tre «figure di qualità, di competenza e di esperienza», come è stato indicato, che potrebbero andare a integrare il cda del Leone che andrà rinnovato all’assemblea del 24 aprile.
La lista a tre membri ormai è pronta. Fin qui la scelta di partecipare al rinnovo di Trieste non è però ancora stata assunta anche se, secondo il mercato, si va verso il deposito. Oggi è attesa una nuova riunione, ma in versione allargata, che valuterà anche i profili di rischio con il supporto di uno studio legale.
La scadenza per la pubblicazione delle liste è tra meno di due settimane, il 29 marzo. Ci sarà l’elenco a 13 di Mediobanca — azionista con il 13,1% della compagnia — che candiderà a un rinnovo il ceo Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi puntando sul nuovo piano industriale. È chiaro che mai come quest’anno nell’assemblea a Trieste si andrà alla conta dei voti.
A quella di Piazzetta Cuccia si contrappone il fronte aggregato dal gruppo Caltagirone (7% di Generali) che dovrebbe aggregare anche i consensi di Delfin, azionista con il 9,8%. Le sei candidature del gruppo Caltagirone, in questa fase più concentrato sulla partita aperta da Mps su Mediobanca, non dovrebbero includere né il ceo né il presidente. Non avrebbero poi ancora preso una posizione Fondazione Crt (2% della compagnia) ed Edizione (4,8% della compagnia). La partecipazione ha una valenza prettamente finanziaria, dicono fonti vicine alla holding, con una logica simile a quella di un fondo sovrano. Quindi, le scelte saranno prese sulla base di una visione a lungo termine. Poi c’è il 5% di Unicredit, in possesso di una quota superiore al 5% in Generali e i cui voti potrebbero spostare gli equilibri nell’esito del voto.
Intanto arrivano i primi round di un’altra partita, quella che vede il Monte dei Paschi impegnato nell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca. Il 17 aprile l’assemblea della banca guidata dal ceo Luigi Lovaglio sarà chiamata ad approvare l’aumento di capitale al servizio dell’offerta da 13,3 miliardi, tutta in azioni. Oggi Siena pubblicherà la documentazione su relazione finanziaria, bilancio e remunerazione dei vertici del Monte, indispensabili per gli azionisti che andranno al voto. Non sono attese sorprese sul fronte dell’ops, solo variazioni tecniche. Mps ha proposto 2,3 sue azioni di nuova emissione per ogni azione di Mediobanca consegnata. Il numero di azioni potrebbe essere arrotondato per tenere conto di un eventuale disallineamento nel versamento dei dividendi di Mps e dell’acconto (sul semestre) di quello Mediobanca prima del completamento dell’ops, cioè a luglio.
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