Consumi, avanti ma a rilento:: "Italiani oculati"

FLAVIO FERRETTI (nella foto) è presidente di Ibc-Associazione Industrie Beni di Consumo, sigla che riunisce ben 35mila imprese industriali con...

Apr 7, 2025 - 05:08
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Consumi, avanti ma a rilento:: "Italiani oculati"

FLAVIO FERRETTI (nella foto) è presidente di Ibc-Associazione Industrie Beni di Consumo, sigla che riunisce ben 35mila imprese industriali con oltre 1,1 milioni di addetti. Nella sua veste, Ferretti gode di un osservatorio privilegiato sulle tendenze che si manifestano tra i consumatori italiani, fotografate anche nell’ultima assemblea annuale di IBC, tenutasi a Milano il primo aprile scorso, dove si è parlato di tensioni internazionali, rallentamento dell’economia, dazi e competitività delle imprese.

Ferretti, come stanno andando i consumi in Italia?

"Secondo le proiezioni che ci fornisce l’istituto di ricerche Ref, dovremmo assistere a una crescita dello 0,8% nel 2025 e dell’1,7% nel 2026. C’è un trend di ripresa determinato anche dal calo dell’inflazione. C’è però anche un profondo cambiamento delle modalità con cui gli italiani fanno i loro acquisti. Ben 7 consumatori su 10, per esempio, comprano articoli in promozione, 8 su 10 rinunciano ad acquistare beni che ritengono superflui e 7 su 10 scelgono quelli che ritengono più convenienti in assoluto".

Dunque i consumatori sono molto propensi al risparmio...

"Esattamente. Diciamo che i consumatori, non appena hanno una disponibilità economica in più, tendono a risparmiare e per questo le imprese nostre associate si muovono in un mercato non facile".

In questo scenario, quali sfide si aprono per le imprese del vostro settore?

"Innanzitutto vorrei sottolineare un dato: delle 35mila imprese nostre associate, circa 20mila hanno un fatturato inferiore al milione di euro. Dico questo perché oggi le aziende con dimensioni ridotte si trovano di fronte alla necessità di innovare e fare investimenti ma hanno bisogno di sostegno".

Mancano le risorse?

"Più che di mancanza di risorse parlerei di necessità di formazione e informazione. Per questo, nella nostra assemblea annuale, abbiamo annunciato una iniziativa avviata in collaborazione con Cerved, per consentire alle aziende associate di conoscere il vasto spettro di agevolazioni e contributi esistenti, che spesso non vengono sfruttati proprio per mancanza di conoscenza o perché nelle imprese mancano le competenze necessarie. Le aziende nostre associate avranno poi anche la possibilità di usufruire dei servizi di assistenza di Cerved per portare avanti tutte le pratiche oppure, se preferiranno, potranno muoversi in autonomia. Ma questa non è l’unica iniziativa messa in campo dalla nostra associazione".

Dica.

"Abbiamo avviato lo scorso primo ottobre a Milano un ciclo di roadshow che toccherà varie città, per stare più vicini alle imprese nostre associate che sono sparse sul tutto il territorio nazionale. Il prossimo incontro è previsto il 16 aprile a Bologna per poi fare altre tappe in vari centri della Penisola".

Siete preoccupati per la guerra a suon di dazi che si profila nel commercio internazionale?

"Siamo molto preoccupati, come lo siamo per qualunque intervento che condiziona le normali dinamiche dei mercati internazionali. C’è soprattutto il rischio di rincari sulle materie prime che può ripercuotersi poi sui costi di produzione e i prezzi dei prodotti. Un rincaro di alcune merci del 10 o 20% sarà difficile da far accettare a una platea di consumatori che, come ho già sottolineato, è molto attenta al fattore prezzo".

Quali problematiche volete fare presenti al governo come associazione di categoria?

"Oltre al tema dei dazi, di cui ho già parlato, ci sono diversi temi su cui il governo dovrebbe lavorare. Il primo riguarda l’accesso al credito e il secondo l’alta pressione fiscale a carico delle aziende. Inoltre, invitiamo l’esecutivo a darci una mano anche sul fronte della transizione energetica e digitale".