A Bologna per l’Europa. Il raid dei centri sociali . Scontri con la polizia
Nel giorno dell’iniziativa del sindaco Lepore con la collega di Firenze, Funaro. A pochi metri la contromanifestazione, bruciata anche una bandiera della Ue.

C’è una piazza per l’Europa, ordinata e pacifica, che è quella dei sindaci e delle istituzioni, e poi c’è un’altra piazza, quella degli scontri e dell’alta tensione. Tra spinte, scudi e manganellate, esplode la violenza nel pieno centro di Bologna, a pochi passi dalle Due Torri. E, sempre qui, i contromanifestanti bruciano una bandiera dell’Europa, tra cori, slogan e molti vessilli di Palestina e Potere al Popolo, per protestare contro il riarmo. Nel giorno della grande iniziativa a ‘doppia firma’ – è stata organizzata dai Comuni di Bologna e di Firenze –, nata da un’idea di Michele Serra, il bilancio racconta, da un lato, di una piazza del Nettuno con cinquemila bandiere blu, applausi e Inno alla Gioia, oltre a una marea di interventi da Romano Prodi a Gad Lerner e ai primi cittadini e poi, poco più in là, dall’altro lato, di un’inchiesta della Digos in corso e di due feriti negli scontri, tra cui Bianca Tedone, candidata sindaco a Milano. Avviene tutto in una manciata di attimi, poco dopo le 16, quando il corteo dei circa 200 tra esponenti di Potere al Popolo e centri sociali cambia direzione per cercare di raggiungere la piazza per l’Europa. Ma all’incrocio con via Ugo Bassi ad attenderli c’è la polizia schierata. "Fateci passare", gridano, e giù cori e slogan contro i sindaci Matteo Lepore e Sara Funaro. Gli agenti li respingono con gli scudi, il tutto dura qualche minuto. Indaga ora la Digos, che sta passando al setaccio i filmati, diversi i manifestanti a volto scoperto già noti alle forze dell’ordine. Nelle prossime ore potrebbero scattare le prime denunce per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Intanto, in piazza Maggiore, non si parla solo di Europa, ma anche di pace in Palestina e in Ucraina, di diritti umani, tutela dell’ambiente, libertà di ricerca, Ius Soli e Ius Scholae. Sul palco si alternano interventi, apre le danze (in video) l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi: "Dobbiamo avere fretta. Il mondo cambia velocemente e noi andiamo adagio. Pensate nel 1941 cos’era l’Italia e pensate quali novità c’erano nella testa di quelli che avevano scritto il Manifesto di Ventotene. Ecco, oggi cerchiamo anche noi di capire il futuro e andare avanti anche nei momenti difficilissimi". In piazza, davanti al sacrario dei partigiani, sventolano molte bandiere dell’Unione europea, ma anche tante con l’arcobaleno della pace. Numerosi gli omaggi alla memoria di David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, scomparso nel 2022. Accanto al suo, altri nomi e luoghi si rincorrono.
Lepore cita i tanti sindaci, da Denver a Danzica e Instanbul, "che lottano per un mondo migliore, è importante riempire le piazze". E ancora: "Manderò il video di questa piazza al sindaco di Kharkiv, in Ucraina, nostra città gemella dal 1966. Lo manderò anche ai sindaci con i quali siamo in contatto nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e sud del Libano, di nuovo sotto bombardamenti del governo israeliano. E lo manderò, insieme alla foto dello striscione esposto sulla facciata di Palazzo Comunale, allo staff del sindaco di Istanbul Imamoglu, leader dell’opposizione turca, ingiustamente incarcerato ormai da settimane dal regime del presidente Erdogan". "Quello che oggi leggo nei vostri sguardi – le parole di Funaro, rivolta alla folla – è un’Europa della speranza, del bene e della pace".
Risuona a un tratto la sirena antiaerea e la piazza gela: "Un brivido all’unisono, per tutti i morti e i feriti, per provare cosa vive chi scappa per salvarsi. Dobbiamo sentirla, quella paura, per far amare una pace senza tregua".