Consulenti, come vincere il timore dell’insuccesso
A cura di Maria Grazia Rinaldi La paura dell’insuccesso è una delle emozioni più potenti e paralizzanti che possiamo provare. Non solo ci frena, ma ci svuota di energia, ci toglie lucidità e spesso ci fa rinunciare ancor prima di iniziare. La paura arriva sempre quando c’è qualcosa di importante in gioco, qualcosa che temiamo... Leggi tutto

A cura di Maria Grazia Rinaldi
La paura dell’insuccesso è una delle emozioni più potenti e paralizzanti che possiamo provare. Non solo ci frena, ma ci svuota di energia, ci toglie lucidità e spesso ci fa rinunciare ancor prima di iniziare. La paura arriva sempre quando c’è qualcosa di importante in gioco, qualcosa che temiamo di perdere come la stima di noi stessi, oppure quando per esempio temiamo il giudizio esterno. La paura si attiva quando mettiamo in conto di non poter riuscire, quando sappiamo che il risultato che otterremo non è certo. C’è un grande aspetto da non sottovalutare. Esiste una differenza profonda tra fallire perché ci abbiamo provato e fallire perché non ci abbiamo provato. Quando affrontiamo una sfida e le cose non vanno come sperato, possiamo sempre dire a noi stessi: “Ci ho provato”. In questo caso, il fallimento non è mai un fallimento, perché porta con sé insegnamenti, esperienze di apprendimento e nuove consapevolezze. Ogni errore, ogni deviazione imprevista, ci restituisce dati preziosi su come migliorare.
Rimpianti senza appigli
Questi “fallimenti coraggiosi” sono parte del percorso, non un punto di arresto. Quando invece non proviamo affatto, ci ritiriamo in partenza, il fallimento non lascia spazio ad alcuna crescita. Non c’è errore da analizzare, non c’è esperienza da rielaborare. Rimane solo il rimpianto e il dolore per non averci provato. Il rimpianto è molto più pericoloso dell’insuccesso, perché si insinua lentamente e silenziosamente nella nostra mente. A differenza del fallimento che ci offre sempre un’opportunità di riprovarci, il rimpianto non ha appigli. È statico, bloccante, sterile, improduttivo. Il non averci provato rischia di sgretolare la nostra autostima e la fiducia in noi stessi. Il vero problema non è il fallimento, ma la fuga dal rischio. Non ci blocca l’idea di sbagliare, ma la paura di cosa penseranno gli altri, la paura di dover ammettere di non essere perfetti. Cosa succede quando scegliamo di non agire? Accade che la parte più profonda di noi percepisce questa inazione come una sconfitta. La nostra autostima ne risente, non perché abbiamo sbagliato, ma perché abbiamo rinunciato. Ogni volta che evitiamo una sfida, mandiamo un messaggio chiaro a noi stessi: “Non sono abbastanza”. Se lo facciamo costantemente, questa convinzione diventa una certezza. In tutto questo c’è una via d’uscita: la consapevolezza. Possiamo allenarci a riconoscere la paura senza lasciarci guidare da essa. La paura non sparirà mai del tutto, ma possiamo imparare a conviverci senza farci paralizzare. Ogni volta che sentiamo quella voce interiore che ci dice: “non ce la farai”, possiamo fermarci e porci una domanda diversa: “E se invece ce la facessi?”. Questa piccola inversione di prospettiva ha un potere enorme, in quanto spostiamo il nostro focus dal problema alla possibilità. È un cambio di prospettiva: da ciò che potremmo perdere a ciò che potremmo guadagnare. Quando ci concentriamo sulle opportunità, la nostra motivazione cresce e la paura perde forza. Chi ha il coraggio di provare non è immune dalla paura, semplicemente ha imparato a non lasciarsi governare da essa.
Capacità di agire
Queste persone hanno compreso che il coraggio non è l’assenza di paura, ma la capacità di agire nonostante la paura. Non possiamo eliminare la paura ma possiamo imparare a gestirla e a sfruttarla. Iniziamo a smettere di vedere la paura come una condanna. Le persone che ottengono risultati straordinari non sono prive di paura, hanno solo imparato a gestirla. Le persone che stimiamo, quelle che consideriamo “di successo”, non sono immuni alla paura. Sono quelle persone che sicuramente hanno fallito, ma hanno sempre avuto la forza di rialzarsi. Non esistono vite senza fallimenti, esistono vite senza rimpianti e la differenza tra le due è la scelta di agire o di non agire.