Consiglio europeo al via, l’Italia vuole modifiche al piano di riarmo. Meloni a von der Leyen: «Risorse private o Ue, non a debito»

Il presidente ucraino Zelensky aggiornerà i leader sui negoziati mediati da Trump, poi la discussione su difesa e competitività. E Meloni guida il prevertice sui migranti L'articolo Consiglio europeo al via, l’Italia vuole modifiche al piano di riarmo. Meloni a von der Leyen: «Risorse private o Ue, non a debito» proviene da Open.

Mar 20, 2025 - 14:10
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Consiglio europeo al via, l’Italia vuole modifiche al piano di riarmo. Meloni a von der Leyen: «Risorse private o Ue, non a debito»

I capi di Stato e di governo dell’Unione europea sono riuniti oggi a Bruxelles per il Consiglio europeo di primavera. Sul tavolo dei leader ci saranno soprattutto le sfide geopolitiche e quelle economiche. Si parlerà e molto di Ucraina, ovviamente, e della postura dell’Ue di fronte ai negoziati condotti dall’Amministrazione Trump tra Mosca e Kiev per porre fine al conflitto. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come ormai da tradizione, interverrà al vertice in collegamento da remoto, in primis per aggiornare i leader europei su quanto discusso ieri al telefono con Donald Trump. Non è un mistero che sulla valutazione dell’iniziativa diplomatica americana le posizioni dei Paesi Ue siano variabili, con l’Italia di Giorgia Meloni cautamente ottimista, e determinata a tenere unite a ogni costo le due sponde dell’Atlantico. Ben più scettiche Francia e Germania, i cui leader sostengono convintamente il piano messo in campo dalla Commissione Ue per preparare la difesa «autonoma» del continente. Proprio il ReArm Europe, rebrandizzato da ieri (anche) “Prontezza 2030”, sarà al centro delle discussioni del vertice, con diversi Paesi interessati a ottenere modifiche al piano. Meloni, che sul tema deve guardarsi dal pressing crescente della Lega, lo ha anticipato a chiare lettere stamattina alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen alla quale fa sapere Palazzo Chigi, «ha ribadito la necessità di porre l’accento sulla partecipazione del capitale privato, per esempio attraverso il modello InvestEu, e su strumenti europei davvero comuni che non pesino direttamente sul debito degli Stati». Per ottenere il sì dell’Italia insomma, come anticipato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ai colleghi Ue al vertice Ecofin della scorsa settimana, il piano finanziario deve cambiare e in profondità.

La sfida della competitività e le risorse Ue

Sul terreno economico, i capi di Stato e di governo dei 27 discuteranno poi delle più recenti proposte della Commissione per sostenere la crescita dell’Unione: la cosiddetta «bussola della competitività», il Clean Industrial Deal, i pacchetti di semplificazione legislativa, e ancora l’unione dell’energia e quella dei risparmi e degli investimenti. Nel quadro della discussione faranno certamente capolino anche le preoccupazioni Ue per i dazi annunciati dagli Usa di Trump e per la crisi del settore automobolistico. Atteso poi anche un primo «scambio di vedute» sul prossimo bilancio pluriennale dell’Unione europea, quello che definirà gli impegni finanziari dal 2028 al 2034: sul tavolo anche l’ipotesi di trovare per l’Ue nuove «risorse proprie» – ad esempio sotto forma di imposte dirette – per sostenere i tanti capitoli di spesa. Sul fronte internazionale, troveranno spazio infine le interlocuzioni pure sulla ripresa del conflitto nella Striscia di Gaza, sul tormentato percorso di stabilizzazione della Siria, e (forse) sulla crisi in Turchia dopo l’arresto del principale oppositore di Recep Tayyip Erdoğan, il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu.

Il pre-vertice dei «duri» sui migranti

Fra tutte le sfide, Giorgia Meloni e una serie di altri colleghi europei hanno scelto però di cominciare simbolicamente da quella della lotta all’immigrazione clandestina. Come accaduto già in diverse precedenti occasioni, la premier italiana ha partecipato (anzi, ha co-presieduto) un pre-vertice dedicato esclusivamente al tema immigrazione insieme ai leader di Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia e Ungheria. Presente anche la stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che nelle scorse settimane ha presentato anche la proposta di regolamento Ue per facilitare i rimpatri di migranti, anche tramite centri ad hoc in Paesi terzi. Tenuto conto della vastità dei temi in discussione, è probabile che il vertice dei leader si protrarrà fino a domani, venerdì 21 marzo.

In copertina: Il prevertice tra i leader di alcuni Paesi Ue sull’immigrazione, ospitato dall’Olanda e copresieduto da Giorgia Meloni – Bruxelles, 20 marzo 2025

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