Come vanno i negoziati tra Russia e Cina sul gas della Siberia

Durante la visita di Xi, Russia e Cina hanno discusso anche del gasdotto Forza della Siberia 2: l'infrastruttura è fondamentale per Mosca, ma Pechino non sembra avere fretta di ultimarlo. Intanto, il commercio bilaterale raggiunge la cifra record di 245 miliardi. Tutti i dettagli.

Mag 9, 2025 - 10:18
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Come vanno i negoziati tra Russia e Cina sul gas della Siberia

Durante la visita di Xi, Russia e Cina hanno discusso anche del gasdotto Forza della Siberia 2: l’infrastruttura è fondamentale per Mosca, ma Pechino non sembra avere fretta di ultimarlo. Intanto, il commercio bilaterale raggiunge la cifra record di 245 miliardi. Tutti i dettagli

La visita del presidente cinese Xi Jinping a Mosca, dove ha partecipato alle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della vittoria dell’Unione sovietica contro la Germania nazista nella Seconda guerra mondiale, è stata anche un’occasione per discutere di Forza della Siberia 2, un nuovo gasdotto tra la Russia e la Cina la cui realizzazione, però, appare ancora lontana.

LE TRATTATIVE SU FORZA DELLA SIBERIA 2

Le trattative tra Russia e Cina su Forza della Siberia 2 (o Power of Siberia 2) vanno avanti ormai da anni, tra grandi difficoltà. La tubatura dovrebbe, in teoria, trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla regione dello Yamal, nella Russia settentrionale, fino alla Cina, passando per la Mongolia. Le parti, tuttavia, non si sono ancora messe d’accordo né sui termini delle forniture – sui prezzi, ad esempio – né sul percorso dell’infrastruttura.

Il mese scorso l’ambasciatore cinese in Russia disse che la rotta seguita dal gasdotto non era ancora stata decisa: Pechino preferirebbe un collegamento diretto che escludesse la Mongolia. Il ministro dell’Energia russo, Sergei Tsivilev, ha dichiarato che le parti sono in una “fase attiva” dei negoziati su Forza della Siberia 2, ma è improbabile che firmeranno un contratto nei giorni di permanenza di Xi a Mosca.

COSA VUOLE LA RUSSIA, COSA VUOLE LA CINA

Per la Russia, Forza della Siberia 2 è un’infrastruttura molto importante perché commercializzerà le riserve di gas della Siberia occidentale, le stesse che giungevano in Europa prima della degenerazione dei rapporti. Considerato che la capacità di trasporto della condotta è grossomodo la stessa della principale tubatura russa verso l’Europa (il Nord Stream 1, da 55 miliardi di metri cubi), Mosca punta su Forza della Siberia 2 per sostituire il mercato europeo con quello cinese.

Nel 2021, prima dell’invasione dell’Ucraina, la Russia esportava nell’Unione europea 155 miliardi di metri cubi di gas; nel 2024, invece, vi ha esportato circa 30 miliardi di metri cubi di gas via tubo e 20 miliardi di metri cubi di gas liquefatto via nave.

La Cina, invece, pur essendo la maggiore importatrice di gas naturale al mondo, non ha la stessa urgenza di concludere un accordo: probabilmente sta cercando di ottenere le condizioni più favorevoli possibili. D’altra parte, la situazione di crisi della sua economia – la produzione industriale beneficerebbe di forniture di gas a basso prezzo – potrebbe renderla più incline al compromesso.

NON SOLO GAS: I VOLUMI DEL COMMERCIO TRA RUSSIA E CINA

Nel 2025 la Russia prevede di esportare 38 miliardi di metri cubi di gas via tubo in Cina grazie al raggiungimento della piena capacità del gasdotto Forza della Siberia 1, entrato in funzione nel dicembre del 2019.

Rispetto al 2021, l’anno precedente all’invasione dell’Ucraina, nel 2024 il commercio tra la Russia è la Cina è cresciuto del 68 per cento, raggiungendo la cifra record di 245 miliardi di dollari. Riferendosi alle restrizioni europee e statunitensi, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che “praticamente tutte le operazioni di commercio estero russo-cinese sono effettuate in rubli e in yuan”.

Putin e Xi hanno firmato un comunicato congiunto per l’approfondimento della relazione bilaterale e per la tutela della “stabilità strategica globale”. Sono stati inoltre siglati più di venti documenti di cooperazione sulla protezione degli investimenti, l’economia digitale, la biosicurezza e il settore cinematografico.