Cobolli e Darderi confermano la solidità del tennis italiano. E gli azzurri in top50 possono diventare 7…

Prima settimana di terra rossa vera e propria e subito arrivano come protagonisti i giocatori italiani, con le finali di Luciano Darderi e Flavio Cobolli negli ATP 250 di Marrakech e di Bucarest. Non è tanto per Montecarlo che suona come un buon viatico, questo, quanto per il resto della stagione rossa, sulla quale il […]

Apr 5, 2025 - 23:20
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Cobolli e Darderi confermano la solidità del tennis italiano. E gli azzurri in top50 possono diventare 7…

Prima settimana di terra rossa vera e propria e subito arrivano come protagonisti i giocatori italiani, con le finali di Luciano Darderi e Flavio Cobolli negli ATP 250 di Marrakech e di Bucarest. Non è tanto per Montecarlo che suona come un buon viatico, questo, quanto per il resto della stagione rossa, sulla quale il gruppo tricolore può giocarsi una larga quantità di carte. Questo al netto del fatto che diversi degli azzurri (Jannik Sinner, ovviamente, inteso come caso a parte) siano decisamente in grado di esprimersi bene anche altrove.

Per i due giocatori citati la fiducia arriva in maniera ben diversa. Cobolli, dopo la United Cup, era entrato in un vortice negativo dal quale sembrava quasi impossibile tirarlo fuori, almeno fino a quando è durata la stagione sul veloce. Trovato il rosso rumeno, ha ripreso a giocare da par suo e le vittorie sono arrivate: dal talento che sta per chiudere bottega di Richard Gasquet al balzo improvviso dell’austriaco Filip Misolic fino a un altro che, a metà dello scorso decennio, aveva vissuto un ottimo momento, il bosniaco Damir Dzumhur. E adesso arriva l’ostacolo più difficile, l’argentino Sebastian Baez, che già nella Gira Sudamericana aveva dato segnali di vita importanti.

Quanto a Darderi, invece, il problema risiede effettivamente ancora in ciò che accade lontano dalla terra rossa, dove non è ancora arrivato un particolare grado di adattabilità. Anche nel suo caso, però, neppure l’amato rosso era stato foriero di soddisfazioni. Questo almeno fino all’accoppiata formata da Challenger di Napoli e Marrakech. Nel primo caso sono arrivate vittorie contro giocatori non facili (l’indiano Sumit Nagal) o rappresentanti pezzi di storia (Stan Wawrinka, anche lui molto vicino all’addio). In terra marocchina, invece, tra il complicato francese Hugo Gaston, la rivincita sul ceco Vit Kopriva e i cinque giochi lasciati allo spagnolo Roberto Carballes Baena, c’è molto di che sorridere per ritrovare fiducia. Anche a costo di saltare Montecarlo (non era iscritto al tabellone principale per classifica troppo bassa, e ovviamente le qualificazioni non può giocarle per mancanza di dono dell’ubiquità).

Qualora Darderi dovesse vincere la sua finale, l’Italia si ritroverebbe da lunedì con sette giocatori all’interno dei primi 50 del ranking ATP, con Mattia Bellucci che sta anche lui prendendo la rincorsa (parte dal numero 66). In buona sostanza, tutto questo è anche il segno che si lega al fatto che gli italiani che fino a un paio d’anni fa abbondavano in successi Challenger adesso stanno trasferendo il tutto sul circuito maggiore.