Clinica, fine in pochi minuti. Il crollo dopo l’anestesia
Primi elementi dall’autopsia: l’arresto cardiocircolatorio quasi immediato. Disposti una serie di test incrociati per capire le cause della tragedia.

Roberta Mazzuoli è morta in pochi instanti per un’insufficienza cardio respiratoria dopo l’anestesia, prima di operarsi all’occhio al San Giuseppe Hospital. È questa una delle prime risposte che arriva dall’autopsia di ieri sul corpo della donna di 48 anni, anche se tutti gli esami sono ancora alla fase embrionale: ci vuole tempo, è il coro unanime tra chi sta seguendo il caso, avvocati e medici. Per questo adesso partiranno anche una serie di test istologici e tossicologici: approfondimenti, quelli sì, che potranno stabilire per quale motivo è morta la madre di Abbadia San Salvatore (Siena).
Gli accertamenti andranno quindi a indagare le condizioni di tessuti e organi. Si tratta di un’analisi critica e anche per questo il medico legale nominato dalla procura di Arezzo, il professor Mario Gabbrielli, si è dato 90 giorni di tempo prima di inviare la sua relazione alla pm Laura Taddei, ma tra 15 arriveranno i primi risultati dei consulenti: la magistratura indaga per omicidio colposo in ambito sanitario. Ad oggi sono iscritti nel registro degli indagati tre medici: l’anestesista che ha seguito la pre ospedalizzazione della donna ed ha effettuato i controlli a priori; il collega specialista che ha somministrato l’anestesia prima che iniziasse l’intervento; e il collega che è intervenuto quando la situazione stava precipitando. Roberta si è spenta in pochi instanti.
Ognuno dei tre medici - A.M., 71 anni, di Siena; L.L. 58 anni di Roma; e F.G, 77 anni di Firenze - ha nominato i propri consulenti: chi uno e chi due, come la famiglia della vittima che ha interpellato il dottor Sergio Scalise, professionista incaricato anche nel caso di Helenia Rapini, e l’anestesista Antonio Galzerano. Quel che si prospetta è una vera e propria guerra di perizie in cui ognuno dei medici supporterà con le sue tesi la sua parte in causa in un procedimento che metterà al centro aspetti tecnici. Che qualche criticità ci sia stato è evidente - una giovane mamma è morta - ma resta da capire se si sia trattata di una complicazione, una fatalità, o un errore di chi è intervenuto. E ovviamente tutto dovrà esser accertato in aula e capire se l’errore .- se c’è - in quale fase sia avvenuto e soprattutto se sia penalmente rilevante. Per questo motivo - a citare uno dei professionisti che sta seguendo il caso - gli accertamenti sono tutti in “alto mare“. Nel senso che ancora ci vuole tempo, altro tempo.