Città più vivibili e sostenibili: il ruolo cruciale degli spazi pubblici secondo l’ONU
lentepubblica.it Un nuovo rapporto dell’ONU rilancia l’importanza degli spazi pubblici nelle città per la salute, la coesione sociale e la sostenibilità urbana. Ma l’Agenda 2030 resta in forte ritardo. Nel 2025, oltre metà della popolazione mondiale vive in aree urbane, una quota destinata a crescere fino al 70% entro il 2050. È in questo scenario che […] The post Città più vivibili e sostenibili: il ruolo cruciale degli spazi pubblici secondo l’ONU appeared first on lentepubblica.it.

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Un nuovo rapporto dell’ONU rilancia l’importanza degli spazi pubblici nelle città per la salute, la coesione sociale e la sostenibilità urbana. Ma l’Agenda 2030 resta in forte ritardo.
Nel 2025, oltre metà della popolazione mondiale vive in aree urbane, una quota destinata a crescere fino al 70% entro il 2050. È in questo scenario che si inserisce il nuovo rapporto delle Nazioni Unite “Healthier Cities and Communities Through Public Spaces”, che evidenzia il valore strategico degli spazi pubblici nella costruzione di città più sane, inclusive e resilienti.
Non semplici aree di passaggio o ritrovo, ma veri e propri strumenti di trasformazione urbana: parchi, piazze, giardini e percorsi pedonali sono fondamentali per migliorare la qualità della vita, favorire l’inclusione sociale e ridurre le disuguaglianze.
Aree verdi e spazi condivisi: più salute, meno costi
Il documento sottolinea come gli spazi pubblici, in particolare quelli verdi, siano alleati preziosi per il benessere fisico e mentale. Favoriscono l’attività all’aria aperta, offrono sollievo dallo stress quotidiano e incoraggiano relazioni di comunità, contrastando l’isolamento e la solitudine. Inoltre, contribuiscono a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, migliorano la qualità dell’aria e creano habitat per la biodiversità urbana.
Dal punto di vista economico, investire in questi luoghi porta a una riduzione della spesa sanitaria grazie alla prevenzione delle malattie legate alla sedentarietà e all’inquinamento. Aree attrezzate per il tempo libero, parchi giochi, percorsi fitness e zone relax favoriscono stili di vita più salutari, con effetti positivi anche sull’economia locale.
Urbanistica inclusiva per comunità più coese
Il report ONU insiste sull’importanza di progettare spazi che rispondano alle esigenze di tutte le fasce della popolazione, compresi bambini, anziani e persone con disabilità. L’accessibilità e la multifunzionalità diventano principi cardine per una pianificazione urbana equa, capace di ridurre le disparità spaziali e sanitarie.
Gli spazi pubblici ben curati e accessibili sono anche catalizzatori di partecipazione civica. Accolgono eventi culturali, attività collettive e momenti di scambio sociale che rafforzano i legami di comunità e promuovono una cultura della convivenza.
Le cinque raccomandazioni per trasformare le città
Per sfruttare appieno il potenziale degli spazi pubblici, il rapporto propone un approccio integrato, che coinvolga urbanisti, decisori politici e cittadini. Cinque le direttrici principali indicate:
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Integrare salute e benessere nelle politiche locali, rendendole parte integrante della progettazione urbana.
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Formare amministratori e progettisti, affinché siano in grado di sviluppare soluzioni sostenibili e inclusive.
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Basarsi su dati concreti e collaborazioni trasversali, favorendo il dialogo tra settori diversi.
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Attivare strumenti di finanziamento innovativi, per sostenere progetti ambiziosi e duraturi.
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Progettare spazi flessibili e polifunzionali, in grado di adattarsi ai bisogni in evoluzione delle comunità urbane.
L’Agenda 2030 tra ambizioni e ritardi
Il nuovo report si inserisce nel quadro dell’Agenda 2030, il programma sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi per promuovere uno sviluppo equo e sostenibile. I suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) toccano ambiti fondamentali come salute, istruzione, uguaglianza di genere, energia pulita e città inclusive.
Tuttavia, i dati più recenti pubblicati dal sistema delle Nazioni Unite mostrano un quadro preoccupante: solo il 17% dei target è sulla buona strada per essere raggiunto entro il 2030. Quasi la metà procede a rilento, mentre oltre un terzo ha subito battute d’arresto o addirittura regressioni.
In particolare, destano allarme gli scarsi progressi su temi cruciali come la lotta alla fame (SDG 2), l’accesso all’istruzione (SDG 4), l’occupazione dignitosa (SDG 8) e il consumo sostenibile (SDG 12). Le difficoltà maggiori si concentrano nei Paesi a basso reddito, soprattutto nell’Africa sub-sahariana, mentre le responsabilità su temi come il cambiamento climatico (SDG 13) ricadono in larga parte sui Paesi industrializzati.
Dati, risorse e volontà politica: le sfide da superare
Uno degli ostacoli principali al raggiungimento degli SDG è la carenza di dati affidabili e aggiornati, fondamentali per monitorare i progressi. Inoltre, il divario di investimento stimato per realizzare gli obiettivi ammonta a 4.000 miliardi di dollari l’anno: una cifra enorme, che richiede un ripensamento del sistema finanziario globale e una maggiore mobilitazione di risorse verso i Paesi più vulnerabili.
Per colmare questo gap, serve un rinnovato impegno politico. È indispensabile che i governi, le istituzioni locali e la comunità internazionale agiscano con decisione, adottando strategie concrete e coordinate. Solo con interventi strutturali e una visione condivisa sarà possibile affrontare le crisi ambientali, sociali ed economiche che mettono a rischio il futuro del pianeta.
Gli spazi pubblici rappresentano una leva fondamentale per la trasformazione delle città in luoghi più equi e vivibili. Ma per realizzare una visione urbana davvero sostenibile, è necessario che questi interventi si inseriscano in una strategia più ampia e ambiziosa. L’Agenda 2030 offre una bussola globale, ma senza dati, finanziamenti adeguati e una leadership determinata, resterà solo un orizzonte ideale.
Il report dell’ONU sulle città sostenibili (in lingua inglese)
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