Indiana Jones e L’Antico Cerchio Recensione: su PS5 gira bene come su Xbox

A distanza di appena 5 mesi dall’uscita su Xbox Series X, Series S e PC, Indiana Jones e L’Antico Cerchio è pronto all’approdo anche su PlayStation 5. L’arrivo sulla console di Sony è atteso per il 17 aprile 2025, con due giorni di accesso anticipato qualora aveste deciso di prenotare una Collector’s Edition. Mentre gli […] L'articolo Indiana Jones e L’Antico Cerchio Recensione: su PS5 gira bene come su Xbox proviene da Vgmag.it.

Apr 14, 2025 - 16:51
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Indiana Jones e L’Antico Cerchio Recensione: su PS5 gira bene come su Xbox
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A distanza di appena 5 mesi dall’uscita su Xbox Series X, Series S e PC, Indiana Jones e L’Antico Cerchio è pronto all’approdo anche su PlayStation 5. L’arrivo sulla console di Sony è atteso per il 17 aprile 2025, con due giorni di accesso anticipato qualora aveste deciso di prenotare una Collector’s Edition. Mentre gli utenti Sony non vedono l’ora di poter partecipare a questa caccia al tesoro che ci condurrà dal Connecticut al Vaticano, all’Egitto alla Thailandia all’Himalaya e non solo, noi abbiamo avuto modo di provarlo in anteprima così da potervi dire in questa recensione come gira su PS5. Piccolo spoiler: decisamente bene!

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Comincia l’avventura. Henry Jones Junior è professore di Archeologia al Michigan College

Indiana Jones e l’Antico Cerchio: gli utenti PS5 non invidieranno i cugini su Xbox

Andiamo subito alle informazioni importanti già anticipate nel breve paragrafo introduttivo: Indiana Jones e l’Antico Cerchio su PS5 è perfettamente identico alla versione Xbox Series X. Esattamente come sulla console ammiraglia di casa Microsoft, MachineGames e Bethesda Softworks propongono un videogame visivamente solido che sfrutta la risoluzione dinamica così da poter mantenere – in linea teorica – stabili i 60 fps.

L’obiettivo risulta effettivamente raggiunto: la versione PS5 presenta le medesime caratteristiche della controparte Series X e quindi superiore anche a quella Series S. In questo senso, iD Tech 7 continua a fare un ottimo lavoro nel rendere al meglio volti, corpi e ambienti. Il ray-tracing esalta l’illuminazione dinamica globale contribuendo ad aumentare il senso di immersione nell’azione. Rispetto all’edizione Xbox, a proposito, a quel senso di immersione contribuisce anche il feedback aptico di DualSense che riesce a restituire quasi la sensazione tattile dei colpi inferti ai nemici a mani nude o con le armi improvvisate, mentre i trigger adattivi permettono di sentire le differenze tra le – poche – armi da fuoco. Meno incisiva – ed è un peccato – la resa della frusta, che a parte nelle arrampicate non sembra restituire sensazioni particolari.

Il punto di forza, dunque, resta la fluidità delle cinematiche e delle animazioni delle azioni che, eccetto pochissimi casi comunque trascurabili, non presenta altalene evidenti.

Indiana Jones e l’antico Cerchio
Orgoglio italiano. Alessandra Mastronardi è Ginetta Lombardi, nuova “Jones Girl”

Due parole sull’esperienza complessiva

Come già affermato dal mio collega Daniele Di Clemente in sede di recensione della release originale (trovate l’articolo a questo link), Indiana Jones e L’Antico Cerchio è certamente un’opera pensata con gran rispetto per il personaggio cinematografico. Non sorprende che in molti abbiano definito questo videogioco come vero quarto capitolo della serie, in barba a quel Regno del Teschio di Cristallo del 2008 il cui merito è aver fornito un sostituto per la locuzione “Salto dello Squalo” con il “Nuke the Fridge”. Ma risulta per certi versi anche più godibile del recentissimo Quadrante del Destino che così poco ha lasciato di memorabile al grande pubblico.

L’Antico Cerchio si pone come ideale midquel tra Raiders of the Lost Ark e The Last Crusade. Ambientato nel 1936, quando l’Europa è in pieno fermento a causa dell’ormai affermata ascesa dei regimi totalitari in Germania e Italia, il nostro Indy si troverà a tentare di risolvere un mistero antichissimo e a doversi muovere per praticamente tutti i continenti: USA, Vaticano, Perù, Thailandia, Himalaya…

Trattandosi però dello stesso identico gioco restano intatti quei limiti che anche il nostro Daniele aveva evidenziato in sede di recensione. All’impianto stealth che sorregge l’intera esperienza non è stata affiancata una vera e propria componente action che invogliasse ad approcci più “nerboruti”. Certo, una miriade di scontri – a mani nude o con armi da fuoco – non sarebbero affatto in linea con la natura del personaggio. Indy è uno che gioca d’astuzia e usa le mani solo quando servono. Costringerlo a scazzottate continue non avrebbe reso giustizia al personaggio. Complice l’ambientazione, farsi scoprire equivale a un’estenuante sequela di scazzottate coi nazi-fascisti.

Situazioni in cui saper gestire la stamina ed eventuali armi fa la differenza. A tal proposito, personalmente lamento molto l’assenza di un metodo per disequipaggiare lo strumento in uso per tornare alle mani nude. Non posso certo combattere mentre si ha per le mani una macchina fotografica non è certo l’ideale. Parlo per esperienza diretta. Ne risultano fasi che diventano velocemente confusionarie e inutilmente concitate.

Dal punto di vista della trama, invece, come detto, MachineGames ha deciso di rendere omaggio alla saga cinematografica in modo intelligente. Non con del facile citazionismo, ma riprendendo lo spirito che ha appassionato generazioni di spettatori fin dal 1981. Non mancano i momenti di leggero umorismo e l’Indy interpretato da Troy Baker in lingua originale non farebbe cattiva figura davanti all’Harrison Ford di 40 anni fa.

Città del Vaticano, 1936. Sotto il pontificato di Pio XI, i fascisti entrano in Vaticano

In conclusione

Indiana Jones e l’Antico Cerchio, lo abbiamo già detto, strizza l’occhio a quei fan che si sono sentiti depauperati di un degno quarto e quinto capitolo della serie cinematografica. Sebbene non sia ancora chiaro se questa storia possa o meno inserirsi ufficialmente inserirsi nel canon di George Lucas, il clima che si repsira non è molto diverso da quelli de I Predatori dell’Arca Perduta a cui, comunque, il gioco deve parecchio in termini di atmosfera generale.

Le ambientazioni – ma anche questo sapevamo già – sono ben realizzate, con iconiche location (faccio particolare riferimento al Vaticano e a Roma) che sembrano ricostruite a menadito. L’impianto generale del gioco resta solido, pur peccando di alcuni enigmi di fin troppo semplice risoluzione a difficoltà normale e alcune azioni figlie di una concezione dell’immersive-sim lontana nel tempo (perché costringermi financo a girare la chiave per sbloccare una porta?). Da un punto di vista puramente tecnico, invece, l’assetto grafico restituisce soddisfazione per l’occhio con una risoluzione altissima, un ray-tracing curato e un frame-rate tutto sommato stabile. Le cut-scene non stonerebbero sul grande schermo e l’interpretazione dei personaggi (anche nel doppiato italiano) è coerente e di buona realizzazione.


Bethesda porta Indiana Jones e l’Antico Cerchio su PlayStation 5 senza alcuna sbavatura degna di nota. Se gli utenti Sony potrebbero aver “rosicato” a causa dell’attesa rispetto ai giocatori Xbox e PC, possano ora stare tranquilli: aspettare ne vale sicuramente la pena. Il lavoro svolto dagli sviluppatori risulta pulito e ordinato. Quindi, chiunque temesse di essere classificato come utente “di serie B”, dovrà ricredersi ora dopo ora durante il gameplay. L’Antico Cerchio dunque abbraccia tutti, anche su PlayStation. Indy non è mai stato così in forma!


 

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