Ciron, InnovUp: «Innovazione e DDL Concorrenza? Si è persa un’occasione, ecco perché»

Spinta alla crescita e sviluppo dell’imprenditorialità. La filiera dell’innovazione, inclusi incubatori, acceleratori e parchi scientifici e tecnologici, genera dal 2012 oltre 210mila posti di lavoro, pari al 25% del totale delle nuove posizioni sul Mercato del lavoro (fonte: InnovUp). Nello specifico, Startup innovative ed ex Startup innovative – sono 30.230 quelle transitate dal registro, di […] L'articolo Ciron, InnovUp: «Innovazione e DDL Concorrenza? Si è persa un’occasione, ecco perché» proviene da ilBollettino.

Feb 15, 2025 - 01:17
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Ciron, InnovUp: «Innovazione e DDL Concorrenza? Si è persa un’occasione, ecco perché»

Spinta alla crescita e sviluppo dell’imprenditorialità. La filiera dell’innovazione, inclusi incubatori, acceleratori e parchi scientifici e tecnologici, genera dal 2012 oltre 210mila posti di lavoro, pari al 25% del totale delle nuove posizioni sul Mercato del lavoro (fonte: InnovUp). Nello specifico, Startup innovative ed ex Startup innovative – sono 30.230 quelle transitate dal registro, di cui 25.537 ancora attive – hanno generato più di 63mila posti. Cui si aggiungono circa 87mila soci, con un incremento occupazionale stabile tra +20% e +30% dal 2017 al 2022, a fronte di un calo nella popolazione di imprese innovative.

«Negli ultimi dieci anni, l’offerta di posti di lavoro nella filiera dell’innovazione ha visto una crescita costante» dice Giorgio Ciron, Direttore di InnovUp. «Questo trend positivo è confermato dal fatto che il 62% delle Startup italiane ha registrato una forte crescita delle proprie risorse umane nell’ultimo anno (+25% e oltre). A questi si aggiungono i quasi 10mila dipendenti degli acceleratori/incubatori e i 51mila dipendenti delle PMI innovative. È importante ricordare che gli attori della filiera, mediamente piccoli e con un numero di dipendenti compreso tra 0 e 10, affrontano sfide legate alla burocrazia, all’accesso al credito e ai capitali, nonché al costo del lavoro. Nonostante queste difficoltà, il settore guarda con ottimismo al futuro. Con il 70% delle Startup che si dichiara soddisfatto del proprio percorso di crescita e con l’avvio di fenomeni di concentrazione in diversi ambiti. Un esempio è quello di Digital Magics e LVenture che hanno dato vita a Zest, o quello di o Opstart che ha acquisito Backtowork24».

L’incremento occupazionale secondo InnovUp

Nel complesso, l’incremento occupazionale degli attori innovativi (126%) supera quello del totale delle nuove imprese (117%), a dimostrazione del loro ruolo cruciale per la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro in Italia, in particolare nelle regioni del Nord come Lombardia, Liguria e Piemonte.

Lo mette in evidenza lo studio presentato da InnovUp, Assolombarda e Fondazione R&I, con il contributo dell’Unione Industriali di Torino e di Confindustria Genova, da cui emerge una crescita significativa delle Startup italiane, con oltre 63mila nuovi posti di lavoro creati negli ultimi dieci anni, pari al 7,3% dell’incremento occupazionale nazionale. Se a questi si aggiungono i soci attivi nelle Startup, si supera il 15% di tutta la nuova occupazione creata dal 2012 a oggi.

A fine 2023, le Startup innovative iscritte nel registro speciale erano 14.264, concentrate soprattutto nelle Regioni del Nord, con la Lombardia in testa (27,6%). Queste realtà hanno generato un fatturato di 2,06 miliardi di euro che, considerando tutte le Startup innovative transitate dal registro e ancora attive, si attesta a 12,8 miliardi con un valore aggiunto di 3 miliardi di euro. Gli investimenti in Venture Capital nello stesso periodo ammontano a 7,2 miliardi di euro. Mentre i prestiti raccolti grazie al Fondo Centrale di Garanzia sono stati pari a 3,6 miliardi di euro. Nonostante questi dati positivi, le Startup italiane si trovano ad affrontare sfide legate alla burocrazia, all’accesso al credito e ai capitali e all’elevato costo del lavoro, evidenziando la necessità di politiche di supporto mirate.

Come si muovono gli investitori?

«Mostrano un crescente interesse. Il 40% delle Startup ha ottenuto finanziamenti compresi tra 100mila euro e un milione, mentre il 10% ha superato il milione, con investimenti totali raccolti per 1,1 miliardi nel 2023. La dinamica dei primi nove mesi del 2024 è molto simile, con un’accelerazione registrata nel terzo trimestre e una proiezione di oltre 1,5 miliardi investiti entro fine anno. Dopo la brusca frenata dello scorso anno – con una contrazione del 30%/40% rispetto al 2022 – che ha caratterizzato tutti i Paesi europei a causa dell’aumento dei tassi in risposta alla crescita dell’inflazione e delle tensioni geopolitiche, si registra ora una netta ripresa.

È importante sottolineare che, nonostante questa tendenza positiva, le risorse investite risultano ancora insufficienti rispetto all’elevato potenziale di crescita di queste realtà innovative. Infatti, va ricordato che l’Italia investe solo lo 0,06% del PIL in Venture Capital. Contro una media europea del 0,25%-0,30% che a livello pro capite si traducono in 18€ italiani contro i 75€ tedeschi e i 180€ francesi. Questo può essere spiegato alla luce di diversi fattori. Il primo dato significativo riguarda la difficoltà di reperire fondi: il 65% delle Startup segnala l’accesso al capitale come una delle principali barriere alla crescita. Inoltre, il 38% dei soggetti elenca la finalizzazione dell’investimento (closing) e la necessità di concordare sulla valutazione aziendale come ostacoli rilevanti.  Per favorire maggiormente l’afflusso di capitali nel settore, sarebbe opportuno incentivare l’incontro tra Startup e investitori realmente interessati. Questo è lo stesso che richiedono dall’83% delle Startup analizzate nella survey condotta da InnovUp».

Quali sono le agevolazioni di cui Startup e PMI innovative possono beneficiare?

«C’è un ampio ventaglio di agevolazioni volte a favorire la loro crescita e il loro sviluppo. Misure introdotte dal cosiddetto Startup Act del 2012 e più volte aggiornate nel tempo con modifiche e integrazioni normative. Sicuramente i principali vantaggi sono quelli connessi ai benefici fiscali per chi investe in Startup (30% o 50% di detrazione per le persone fisiche e 30% di deduzione se a investire è una società). E l’accesso semplificato al Fondo Centrale di Garanzia. Ma le agevolazioni sono molte di più. L’esonero dai diritti camerali e dalle imposte di bollo, l’accesso a finanziamenti agevolati quali Smart&Start, la possibilità di remunerare con stock option i propri collaboratori e la deroga alla disciplina fallimentare. Inoltre, sono previsti incentivi per l’internazionalizzazione e l’attrazione di talenti dall’estero».

Quali sono i margini di sviluppo nei prossimi anni?

«Posto che risulta sempre difficile fare previsioni, con un contesto finanziario e geopolitico più stabile si può auspicare una crescita del settore. L’Italia, sebbene sia partita in ritardo, è su una traiettoria di crescita simile a quella dei competitors che l’hanno preceduta. Un ruolo importante lo giocano le ingenti risorse messe a disposizione da CdP Venture Capital – che entro il 2028 mira a mobilitare oltre 8 miliardi di euro – che possono avere una funzione anticiclica. In questo scenario il 50% delle Startup ha registrato un aumento del fatturato superiore al 25%. Il 62% ha incrementato la propria forza lavoro di oltre il 25% nell’ultimo anno. Tuttavia, per delineare i margini di sviluppo futuri, è necessario considerare anche altri fattori.

L’espansione del Mercato dell’Open Innovation, stimato attorno ai 3 miliardi di euro nel 2023, quindi un ruolo sempre più attivo delle corporate negli investimenti in innovazione, rappresenta un’opportunità significativa per lo sviluppo del settore. Inoltre, l’incremento degli investimenti in Venture Capital testimonia la crescente fiducia nel potenziale delle Startup italiane. Nonostante ciò, permangono sfide da affrontare, come la necessità di migliorare l’accesso al credito e di semplificare gli aspetti burocratici. Un altro aspetto cruciale riguarda l’internazionalizzazione: l’80% delle Startup opera principalmente sul Mercato italiano, limitando le proprie opportunità di crescita. Per sfruttare appieno i margini di sviluppo, è fondamentale promuovere la creazione di un ecosistema favorevole all’innovazione. Attraverso politiche mirate a supportare le Startup nelle diverse fasi del loro sviluppo».

In che modo InnovUp contribuisce al consolidamento del settore?

«Creando un ecosistema dinamico, interconnesso e in continua evoluzione. L’associazione lavora per rafforzare l’intero tessuto innovativo del paese, promuovendo la crescita delle Startup e il loro ruolo chiave nello sviluppo economico nazionale. Sul fronte dell’advocacy, ci impegniamo attivamente nel promuovere un contesto normativo favorevole all’innovazione. Questo significa dialogare con le istituzioni, partecipare a tavoli di lavoro e proporre soluzioni concrete per semplificare la vita delle Startup. Migliorare l’accesso ai finanziamenti, incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo e attrarre talenti».

Cosa cambierà alla luce dell’approvazione del DDL Concorrenza?

«Abbiamo lavorato alacremente negli scorsi mesi per presentare al tavolo di lavoro istituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy un articolato normativo. Il cosidetto Startup Act 2.0., che potesse aggiornare la disciplina del 2012 partendo dalle necessità dei soggetti associativi e degli operatori. Purtroppo il lavoro, culminato in pochi articoli del cd. DDL Concorrenza della scorsa estate, ha perso l’occasione per guardare con ambizione al futuro del settore, attraverso una revisione complessiva dello Startup Act del 2012 e ha portato a conseguenze non del tutto in linea con gli obiettivi desiderati, c’è ancora molto lavoro da fare».

È possibile affermare che le Startup rappresentano uno dei principali motori della crescita economica?

«Assolutamente sì. Come ci ricordano anche i dati OECD e CERVED, più della metà dei nuovi posti di lavoro è creata da aziende tra 0 e 5 anni di vita e, secondo i nostri dati, in Italia circa il 25% di questi è attribuibile a quelli creati da soggetti della filiera dell’innovazione. I dati, insomma, confermano che la filiera dell’innovazione non solo è in forte crescita, ma rappresenta un motore cruciale per l’economia nazionale. Le Startup innovative, e con esse tutti i soggetti che contribuiscono al loro supporto e sviluppo, continuano a creare occupazione, aumentare il fatturato e sviluppare tecnologie all’avanguardia».

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