“Chiamami”: quando il distacco diventa rinascita. L’intervista a Berto

In Chiamami, Berto racconta una storia fatta di passaggi delicati, di scelte difficili e di nuovi orizzonti. Un giovane lascia il suo Paese e, con lui, un pezzo di sé. Ma la musica – come spesso accade – è il filo che unisce passato e presente. Un messaggio vocale diventa la miccia che accende emozioni, […] The post “Chiamami”: quando il distacco diventa rinascita. L’intervista a Berto appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.

Apr 29, 2025 - 11:35
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“Chiamami”: quando il distacco diventa rinascita. L’intervista a Berto

In Chiamami, Berto racconta una storia fatta di passaggi delicati, di scelte difficili e di nuovi orizzonti. Un giovane lascia il suo Paese e, con lui, un pezzo di sé. Ma la musica – come spesso accade – è il filo che unisce passato e presente. Un messaggio vocale diventa la miccia che accende emozioni, tensioni e memorie. Il risultato è un singolo avvolgente e autentico, che abbiamo voluto approfondire direttamente con lui.

Hai definito la musica come il tuo rifugio. Quando hai capito che poteva essere anche il tuo modo per raccontarti?

Ho sempre pensato che sarebbe stato bellissimo potermi raccontare attraverso la musica. Per me la musica è emozione. Ho iniziato davvero a scrivere quando ho sentito di avere qualcosa da dire, quando la vita ha cominciato a lasciarmi addosso storie, emozioni, domande. I miei viaggi sono stati una grande fonte d’ispirazione: nuove prospettive, incontri, scelte… come si percepisce anche nel mio singolo “Chiamami”, che parla di nostalgia, speranza e soprattutto del coraggio. Il coraggio di fare delle scelte che, all’inizio, possono sembrare difficili o spaventose, ma che col tempo ti portano verso qualcosa di bello e autentico. La musica è diventata non solo un rifugio, ma il mio modo più vero per raccontarmi.

Com’è nata la collaborazione con Casper e cosa ha aggiunto al tuo modo di fare musica?

Io e Casper lavoravamo nella stessa azienda, ma in reparti diversi, quindi non ci eravamo mai incrociati. Un giorno, durante un turno, un collega mi ha fatto sentire una sua produzione che spaccava. Lì ho capito che dovevo parlargli. Da quel momento è nata la nostra collaborazione. Casper ha portato una nuova energia nel mio modo di fare musica: mi ha spinto a essere più diretto, più vero. Lavorare con lui mi ha aiutato a tirare fuori lati di me che prima tenevo nascosti.

“Chiamami” unisce elettronica e urban con grande naturalezza. Quanto c’è di sperimentazione e quanto di istinto nel tuo processo creativo?

È un equilibrio tra istinto e sperimentazione. Di base, tutto parte sempre dall’istinto: scrivo di getto, senza filtri, seguendo quello che sento in quel momento. Poi arriva la parte più tecnica, dove mi piace giocare, provare, cambiare. In “Chiamami” amo tantissimo la progressione del beat tra il primo e il secondo verso. C’è l’audio messaggio che mando a un amico per raccontargli che le cose si stanno evolvendo in positivo, e intorno a quello si costruisce il brano. Il primo verso ha un piano con un mood nostalgico, che mi ha colpito subito e mi ha fatto innamorare del pezzo. Poi, nel secondo verso, entra una batteria old school che enfatizza il cambiamento, il passaggio da un momento difficile a qualcosa di nuovo e pieno di speranza.

Quella scelta non è solo tecnica, è emotiva. Racconta esattamente come si è evoluto il mio viaggio.

Ti piace pensare ai tuoi brani come fotografie sonore dei luoghi che attraversi?

Sì, “Chiamami” è proprio così per me. Racchiude più fotografie, come se fosse un album che raccoglie le emozioni che ho provato negli ultimi due anni, lontano da casa.

Hai dei riferimenti musicali che ti accompagnano sempre, indipendentemente da dove ti trovi?

Non ho riferimenti fissi, ma amo il rap in generale e cerco sempre di esplorare una vasta gamma di generi musicali, non necessariamente quelli più in voga in Italia. Non voglio limitarmi a uno stile specifico, perché credo che solo ascoltando sonorità diverse si possa davvero trovare il proprio sound. Ultimamente mi sto appassionando al neo soul, che mi ispira a sperimentare nuove sonorità e a superare i confini del rap che conosco. Ogni genere ha qualcosa da offrire, e io cerco di coglierne l’essenza per arricchire la mia musica. Il progetto Berto, infatti, mira proprio a sperimentare e sviluppare un sound unico che rispecchi appieno chi sono e la mia evoluzione artistica.

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