Carosello di emozioni

Benedetta Cimatti tra cinema, teatro e tv "Recitare significa immedesimarsi nel personaggio e sapersi sganciare da esso" .

Apr 4, 2025 - 11:09
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Carosello di emozioni

Ha vestito i panni di Ennia, la moglie di Guareschi, in Giovannino Guareschi – Non muoio neanche se mi ammazzano, il film dedicato alla vita dello scrittore emiliano che sarà trasmesso su Rai1 in autunno. Prossimamente la vedremo protagonista anche al cinema ne Il primo figlio e nelle serie Prima di noi e Cuori, entrambe in onda su Rai1. Tanta carne al fuoco, insomma, per Benedetta Cimatti, classe ’89 e romagnola doc di Faenza, recentemente protagonista di M. Il figlio del secolo, la serie che racconta Mussolini tratta dal best seller di Antonio Scurati dove ha interpretato il ruolo di Rachele, la moglie del dittatore. E che l’ha segnata non poco. "È stata una gran fatica – racconta

– a volte avrei voluto scappare via".

Addirittura?

"Sì. Vestire i panni di Rachele Mussolini è stato un lavoro complicatissimo. Non solo per il personaggio, già complesso di suo, ma anche per via del contesto storico, doloroso, cui esso è legato, che conosciamo tutti. Le confesso che non poche volte ho anche avuto difficoltà a prendere sonno".

Qual è stato il momento più difficile?

"Ce ne sono stati tanti, ma la scena girata in chiesa è stata certamente una delle più complicate; per non parlare di quella finale, al telefono, benché la fine di Rachele sia diversa da quella di Mussolini. Il fatto è che ho sentito una grande responsabilità: la moglie del duce è esistita davvero, qui non parliamo di fiction. Ma in generale è stato bello stare sul set; anche perché la serie è stata per me una scoperta dal punto di vista linguistico. Sono originaria di Faenza, ma il dialetto parlato da Rachele è diverso dal mio. Praticamente è stato come imparare una nuova lingua".

Ha recitato con Luca Marinelli, che interpreta Mussolini ed è uno degli attori più importanti del panorama nostrano. Com’è stato lavorare con lui?

"Luca è un grandissimo professionista, ma è soprattutto una persona gentile e generosa. Mi ha aiutato tantissimo. E grazie a lui ho vissuto sul set momenti di leggerezza. Abbiamo riso moltissimo, ed è stato anche un modo per smorzare la tensione".

Cosa vuol dire per lei recitare?

"Significa immedesimarsi nel personaggio. Ma è altrettanto importante sapersi sganciare da esso. È stato molto importante soprattutto in questo caso. Rachele è un personaggio ovviamente lontano da me, ma ho cercato di interpretarlo nel miglior modo possibile. E mi è servito, perché una storia come la sua ci insegna tante cose".

Per esempio?

"Ad esempio, il fatto che la condizione delle donne è certamente migliorata rispetto al Fascismo, ma c’è ancora molto da lavorare. L’emancipazione deve partire da noi. Noi donne, intendo. Dobbiamo imparare soprattutto a riconoscerci non solo come madri, avere un’identità che vada oltre certi stereotipi".

Meglio il cinema o la tv?

"Il teatro. Perché è diverso l’approccio con il pubblico, che al cinema o in tv è per forza di cose più indiretto. Il teatro è un’altra cosa, e a me piace mettermi

costantemente alla prova. Tra l’altro è da tanto che non mi cimento con il teatro. Forse anche per paura. Ma ciò non vuol dire che il cinema o la tv non mi piacciano".

Lei è protagonista anche del film dedicato a Guareschi, un monumento della letteratura nostrana. Che esperienza è stata?

"Molto bella. Ho apprezzato soprattutto la calma del regista (Andrea Porporati ndr), davvero

bravo a trasmetterla anche sul set, e questo mi ha consentito di entrare nel personaggio di Ennia. Ma ho dovuto lavorare ancora sulla lingua: sono romagnola, il che non è un particolare da trascurare. L’Emilia-Romagna è una regione bellissima e piena di sorprese".

Qual è la sua più grande passione?

"Il mio lavoro. Ma quando non lavoro vado al cinema e mi ammazzo letteralmente di film. E pensavo anche di riprendere a suonare il pianoforte".

Come si definirebbe in una parola?

"Sono molto riservata, ed è una cosa cui tengo molto. (Ride). Forse perché amo restare nella mia confort zone".