Caccia, oltre 6 milioni di uccelli uccisi in 3 mesi secondo il rapporto ISPRA

Numeri allarmanti quelli relativi alla caccia in Italia, “aggravati” dal fatto che spesso le Regioni forniscono solo parziali informazioni. Un caso particolarmente negativo è quello dell’Umbria che, stando alle informazioni disponibili, non avrebbe mai inviato dati. È quanto emerge dal recente report dell’ISPRA – “La pressione venatoria sull’avifauna italiana dal 2017 ad oggi” – che...

Apr 3, 2025 - 18:46
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Caccia, oltre 6 milioni di uccelli uccisi in 3 mesi secondo il rapporto ISPRA

Numeri allarmanti quelli relativi alla caccia in Italia, “aggravati” dal fatto che spesso le Regioni forniscono solo parziali informazioni. Un caso particolarmente negativo è quello dell’Umbria che, stando alle informazioni disponibili, non avrebbe mai inviato dati.

È quanto emerge dal recente report dell’ISPRA –La pressione venatoria sull’avifauna italiana dal 2017 ad oggi” – che analizza i dati di abbattimento raccolti dai tesserini venatori tra la stagione 2017/2018 e quella 2022/2023, in adempimento alla Direttiva 2009/147/CE.

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In realtà, il problema è che uccidere milioni di animali selvatici – molti dei quali in gravi difficoltà di conservazione e per i quali l’Europa ha imposto delle restrizioni che il nostro Governo continua a rifiutare, anzi rendendo la normativa venatoria sempre più permissiva – è assolutamente insostenibile, dicono dall’ENPA.

E non solo, come dicevamo risulta tutto molto più grave se si aggiunge che, ad eccezione parziale della Campania, le Regioni non inviano dati completi e affidabili, come il rapporto tra i tesserini rilasciati e quelli analizzati, creando ampie lacune sulle reali dimensioni del fenomeno.

L’ISPRA stesso sottolinea che il dato ufficiale, che parla di oltre 35 milioni di uccelli abbattuti, è una stima estremamente cauta. La cifra effettiva potrebbe essere almeno il doppio, a causa delle gravi carenze nella trasmissione dei dati.

Nella triste lista dei dieci uccelli più colpiti dai cacciatori nella stagione 2022/2023, il Tordo bottaccio occupa il primo posto, con oltre 2.100.000 esemplari abbattuti. Seguono il Colombaccio, con più di 660.000, e l’Allodola, che ha visto la morte di quasi 425.000 individui.

Si tratta di un vero e proprio massacro, che rappresenta anche una violazione dei principi costituzionali, come sancito dall’articolo 9 della nostra Costituzione, che impone la tutela della biodiversità per le generazioni future.

Fino a quando le Regioni non forniranno dati completi e trasparenti, la caccia dovrebbe essere sospesa. Non è accettabile che venga autorizzata continuando a ignorare le leggi e le direttive europee, mentre la comunità scientifica evidenzia la gravità della crisi biodiversità. Inoltre, questo atteggiamento, che riflette anche le scelte favorevoli alla caccia del Governo Meloni, ci espone al rischio di sanzioni da parte dell’Unione Europea per la violazione della Direttiva “Uccelli”: una procedura è ancora in corso e ha già raggiunto la sua seconda fase, che potrebbe portare a una condanna.

Nel frattempo, le stragi proseguono e il danno alla fauna selvatica, un patrimonio di tutti, rischia di diventare irreversibile.

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