Dune Awakening Provato: nel cuore (e nella Beta) di Arrakis
Funcom apparecchia una proprietà intellettuale portata alla ribalta da Denis Villenueve, il celeberrimo regista di Dune, la cui esistenza la dobbiamo a Frank Herbert. Nel corso delle ultime tre settimane, abbiamo giocato a lungo a Dune Awakening, proposta videoludica in una cornice del tutto inaspettata, sopravvivendo alle sabbie di Arrakis con determinazione e visione. Non […] L'articolo Dune Awakening Provato: nel cuore (e nella Beta) di Arrakis proviene da Vgmag.it.


Funcom apparecchia una proprietà intellettuale portata alla ribalta da Denis Villenueve, il celeberrimo regista di Dune, la cui esistenza la dobbiamo a Frank Herbert. Nel corso delle ultime tre settimane, abbiamo giocato a lungo a Dune Awakening, proposta videoludica in una cornice del tutto inaspettata, sopravvivendo alle sabbie di Arrakis con determinazione e visione. Non è semplice, in tal senso, riuscire a proporre un videogioco che corrisponda ed esalti la proposta cinematografica di Villenueve. Se da una parte c’è l’esigenza di proporre al giocatore un videogioco fruibile, chiaro e nitido, con un game design che va a interpretare nel modo di Dune l’approccio survival che conosciamo, dall’altra c’è la necessità di creare qualcosa di mai visto prima. E, nonostante l’esistenza di Dune: Spice Wars, un RTS che ha saputo coinvolgere ed emozionare i giocatori, la missione di Funcom è quella di andare ben oltre il seminato.
Sopravvivenza, azione, fuga e sì, furbizia: le chiavi ineluttabili utili alla sopravvivenza del nostro alter ego passano da questi momenti. È come il dodgeball, in un certo senso: bisogna conoscere cosa si ha attorno e spingersi oltre. Quel limite che credevamo impossibile da raggiungere, intaccabile e difficoltoso per chiunque da emulare, ora sta arrivando… pronto a sorprendere. E, nel nostro caso, ci ha lasciato senza parole per gran parte della prova. Non staremo a parlare molto della storia, se non intercedendo qua e là in dettagli importanti per capire appieno cosa sia realmente davanti e cosa ci può aspettare in termini narrativi. È il gameplay il cuore pulsante dell’esperienza, a sua volta legato da un’impronta ruolistica che è bene approfondire. Pronti a questa toccata e fuga su Arrakis?
Il destino di un personaggio qualsiasi, divenuto grande e poi nessuno: Edvard
Il nome che abbiamo optato per iniziare questa nuova avventura è quello di Edvard, vissuto all’ombra della Casata Atreides, con un’educazione militare. Insomma, non sicuramente uno messo lì a casaccio, quanto più qualcuno che ha bene in chiaro come si ammazza e come si sopravvive. Comunque, il personaggione qua presente è biondo e con gli occhi azzurri. L’editor del personaggio, che permette di spaziare e creare ciò che preferisce prediligendo i popoli, le casate e le razze preferite, mostra tante possibilità di personalizzazione. Le scelte, per quanto abbiamo potuto appurare, sono numerose e ben integrate. Si può optare la provenienza dell’alter ego e le sue origini, il che amplifica in modo esponenziale le tante possibilità relative al viaggio che si può intraprendere. E poi c’è il nome, su cui ognuno può destreggiarsi, vincendo facile.
Per quanto sia un sistema già visto in passato, l’editor del personaggio di Dune Awakening è molto importante in un multigiocatore che intende diventare un paragone del genere negli anni avvenire. Ci ha stupito in modo inaspettato, infatti, che la prova spingesse in modo decisivo sulla caratterizzazione del mondo e sul rapporto tra il giocatore e cosa gli ruota attorno. Arrakis non è solamente un luogo qualunque, ma è un personaggio reale, vero, concreto dell’avventura. La sua onnipresenza si percepisce attraverso il gameplay, ben integrato e chiaro, con uno dei tutorial più esaustivi mai creati.
Dune Awakening, intanto, è un videogioco multigiocatore in terza persona. Il movimento è gestito da una telecamera che si può muovere per scrutare cosa si ha attorno. L’interfaccia è chiara, con elementi come la barra della sete, quella della salute e del vigore bene in vista, posti a sinistra dello schermo. La struttura di gioco si focalizza sui classici stilemi del genere survival, in cui l’importante è sopravvivere, ponendo attenzione a ciò che si ha attorno. È una struttura ludica ben realizzata perché il giocatore deve assicurarsi che ogni risorsa sia adeguatamente alla sua portata.
Come sopravvivere in Dune Awakening
Come in qualsiasi mondo desertico che si rispetti, la prima risorsa che viene presentata è il bene per eccellenza, il solo elemento che costringerebbe gli uomini a fare la guerra: l’acqua. È un bene raro tanto da essere disponibile in pochissime occasioni. Il giocatore può trovarla dalle foglie che fuoriescono dal terreno o, in alternativa, estraendo il sangue per poi combinarlo con altri materiali per assicurarsi dell’acqua. Ecco, è bene che lo sappiate: nel mondo brutale di Dune, non bisogna lasciarsi trasportare dai sentimentalismi. Il team ha scelto di essere completamente fedele al romanzo, creando al contempo delle cinematiche (di cui parleremo dopo) che ricordano le due trasposizioni cinematografiche.
La sopravvivenza si basa sull’acqua, come già accennato, ed è bene sapersi mettere al sicuro prima delle improvviste tempeste di sabbia. Non è affatto scontato riuscire a sopravvivere al loro interno. Abbiamo provato a farlo, ma non è stato semplice, perché i detriti e la sabbia diminuivano in modo considerevole i punti vita del personaggio principale, rendendo difficoltosa la prosecuzione al suo interno. È bene, dunque, dedicarsi al crafting, che è alla base della sopravvivenza. Raccogliere delle risorse garantisce conoscenza, come portare a compimento degli incarichi. Prima di creare qualcosa, si deve sbloccare il progetto dalle ricerche, una tab in cui è possibile optare il miglioramento che più si predilige. Nel nostro caso, ad esempio, ne abbiamo sbloccati il più possibile, entrando in contatto con tutte le vaste personalizzazioni dedicate al personaggio che abbiamo avuto modo di testare attraverso questa prima parte del viaggio.
La struttura di gioco ci ha sorpreso perché si differenzia in modo ottimale rispetto agli altri esponenti del genere. È importante sopravvivere e raccogliere risorse, ma lo è oltremodo creare una base che permetta di sopravvivere. Ne abbiamo eretta una, consapevoli che non il rischio di fare una finaccia era dietro l’angolo, e abbiamo preferito celarla agli occhi di tutti gli interessati, erigendo delle difese che ci hanno permesso di sopravvivere ai Vermi, delle creature primordiali capaci di sorprendere anche il più esperto tra gli esploratori di Arrakis.
Procedendo nell’esperienza, le ricerche diverranno più importanti. È bene, in tal senso, porre attenzione a ogni aspetto della sopravvivenza. Intanto, coprirsi bene dal sole ha una sua rilevanza, soprattutto quando si tratta di camminare per lunghe tratte nelle dune o sulle pareti rocciosi, che è possibile scalare, con l’inevitabile consumo di vigore. Ed è importante portare con sé delle armi, così da non rischiare improvvisamente il collo e pure qualcosina in più.
Funcom, impegnandosi e creando a dovere una struttura di gioco esemplare, ha optato sulla creazione di un mondo esplorabile da cima a fondo. La mappa è piena zeppa di punti d’interesse che è possibile approfondire man mano che si avanza. Ed è importante avere un binocolo con sé quando si tratta di sapere cosa potrebbe accadere se non si prestano le dovute accortezze. Mi riferisco, in tal senso, alle improvvise scaramucce con gli Scavenger, dei comunissimi banditi che vivono alla giornata.
Quando non si può evitare un combattimento, si sa, si devono menare le mani. In Dune: Awakening si può uccidere con armi da fuoco oppure con pugnali di sorta sempre utilissimi. Se si utilizzano armi corpo a corpo, è possibile deviare o pararsi. Ci ha sorpreso molto la cura nel sistema di combattimento, per quanto sia estremamente semplificato. Quando si tratta di uccidere dalla distanza, servendosi quindi di armi adeguate all’occasione, diventa inevitabilmente tutto più magico, e il senso che offre è di elevatissima soddisfazione. È ancora troppo presto per determinare un giudizio complessivo per quanto riguarda il game design, ma l’eccellente lavoro sul gameplay è da tenere in considerazione anche quando arriverà il momento della recensione.
Cercare i Fremen, ma non solo
Prima ho parlato delle cinematiche, implementate in questa beta proprio per far capire al giocatore come l’esistenza di una trama principale sia palese. E se vi dicessi che i dialoghi sono a scelta multipla e si può decidere cosa dire? Che è tutto quanto scritto? Come, non ci credete? Invece, è proprio così. Le interlocuzioni che abbiamo avuto sono state piacevoli e di spessore, accompagnate da voci solenni che inducevano a cercare i Fremen per completare una missione di vitale importante. Il tono della trama principale, che non abbiamo avuto modo di approfondire nella sua interezza, mostra dei connotati interessanti che potrebbero sorprendere e coinvolgere coloro che non conoscono a menadito la serie.
In ultima analisi, c’è da parlare celermente della realizzazione di Arrakis. Già resa a nostro modo di vedere incredibile nel passato RTS, il mondo aperto di Dune: Awakening è senza dubbio alcuno grande e appassionante e realistico. Riuscire a importare un mondo simile in un videogioco è quanto di più complesso ci sia in questo medium. La realizzazione, accompagnata da ottimo comparto grafico, regala degli scorci mica male.
Dune Awakening sfrutterà a dovere il DLSS 4 e la Frame Generation, perciò avere una scheda video NVDIA sarà oltremodo raccomandato per godere appieno delle prestazioni di gioco. La nostra macchina, comunque, ha richiesto un buon impegno per sopportare i tanti elementi a schermo. Complici, inoltre, elementi complessi come gli attacchi dei Vermi o le improvvise tempeste di sabbia, ci è voluto un attimo per settare le impostazioni grafiche al loro meglio.
Servirà, dunque, un PC capace di sostenere un buon peso sulla CPU. Non è sicuramente richiesto avere un PC con una serie 40 per permettersi di vivere l’esperienza al meglio, anche perché le impostazioni proposte vanno incontro alle necessità di chiunque e non tengono fuori in alcun modo coloro che cercano un’esperienza simile in un modo del tutto libero. Dunque, la produzione di Funcom, in arrivo il prossimo mese, potrà essere goduta pienamente. E non potrebbe essere altrimenti.
Dune Awakening si prospetta come un videogioco enorme e di elevatissima caratura per quanto riguarda i multigiocatore di massa. La storia sarà tutta da esplorare e comprendere, e il fatto che esistano delle scene d’intermezzo attraverso delle sequenze cinematiche rende il tutto ancora più affascinante. Sarà fondamentale per Funcom però affinare e migliorare il gameplay di una produzione che si prospetta di grande impatto e di elevato spessore, nonché degna dei libri di Herbert, un autore che da queste parti tendiamo ad amare parecchio.
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