Bindi: “Meloni non ha preso le distanze dal neofascismo degli anni ’70. Noi invece abbiamo chiuso con quel periodo”. Su La7

Bordate assortite dell’ex ministra della Sanità Rosy Bindi all’indirizzo di Giorgia Meloni e del suo governo, nel corso della trasmissione In altre parole, su La7. La prima frecciata viene sganciata quando il conduttore Massimo Gramellini le chiede di commentare il fotomontaggio che il presidente degli Usa Donald Trump ha pubblicato sui profili social della Casa […] L'articolo Bindi: “Meloni non ha preso le distanze dal neofascismo degli anni ’70. Noi invece abbiamo chiuso con quel periodo”. Su La7 proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 5, 2025 - 15:24
 0
Bindi: “Meloni non ha preso le distanze dal neofascismo degli anni ’70. Noi invece abbiamo chiuso con quel periodo”. Su La7

Bordate assortite dell’ex ministra della Sanità Rosy Bindi all’indirizzo di Giorgia Meloni e del suo governo, nel corso della trasmissione In altre parole, su La7. La prima frecciata viene sganciata quando il conduttore Massimo Gramellini le chiede di commentare il fotomontaggio che il presidente degli Usa Donald Trump ha pubblicato sui profili social della Casa Bianca e che lo raffigura in abito papale, con la mitra e il crocifisso: “È noto che Trump sia irriverente, un po’ blasfemo e megalomane. Ma io mi rifiuto di ridere di quella immagine, perché, per quello che lui rappresenta in questo momento, con quella foto ha voluto praticamente proclamarsi anti-Papa, in contrasto con tutti gli insegnamenti di Papa Francesco. E mi meraviglio del silenzio di tutti i nostri ‘cattolicissimi’ governanti, che sbandierano sempre il rosario o erano in prima fila ai funerali del pontefice. Un po’ di coerenza“.

Bindi si pronuncia poi sulla manifestazione di neo-fascisti a Milano in ricordo di Sergio Ramelli e sull’intervista rilasciata all’AdnKronos dalla presidente del Consiglio, che respinge le critiche del centrosinistra circa la sua riluttanza a definirsi ‘antifascista’ (“Da molto tempo a destra non c’è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesce ancora a fare, invocando una serie di distinguo molto preoccupanti”).

L’uccisione di Ramelli è una pagina triste – premette l’ex presidente della Commissione Antimafia – come sono tristi le molte pagine di quegli anni tremendi che abbiamo vissuto. In quegli anni sono stati uccisi tanti giovani, sia neofascisti, sia di estrema sinistra. Si sono ammazzati tra di loro. Io penso che abbia ragione il sindaco Sala quando propone di dedicare una piazza a tutte le vittime di destra e di sinistra di quegli anni. Però, riguardo a quello che afferma la presidente del Consiglio, vorrei ricordare che la sinistra non ha mai fatto manifestazioni di quel genere per ricordare le vittime dei neofascisti“.
E spiega: “Al contrario di quello che dice la presidente del Consiglio, la sinistra di oggi ha chiuso con quel periodo, così come in quel periodo i grandi partiti popolari di massa isolarono i violenti. Il neofascismo di allora, invece, continua a vivere oggi in quelle manifestazioni. Qualcuno dice che durante il ventennio fascista la Meloni non era neppure nata, ma dal neofascismo di quegli anni ’70 non ha ancora preso le distanze. Io non ho mai visto giovani di sinistra fare manifestazioni con il pugno chiuso davanti alle lapidi di quelli ammazzati dai fascisti negli anni 70. E non le ho mai viste, perché noi abbiamo chiuso con quel periodo là”.

Bindi, che il 12 febbraio 1980, nei corridoi della facoltà di Scienze politiche della Sapienza, fu testimone dell’uccisione di Vittorio Bachelet per mano delle Brigate Rosse, sottolinea: “Io ho una storia di gente ammazzata da una parte e dall’altra e questa è stata la nostra guerra. Io ricordo benissimo quegli anni, ma c’è un atteggiamento completamente diverso da parte della destra e della sinistra. Quei partiti che sono eredi della sinistra di quel tempo hanno chiuso con quel periodo. Loro no, continuano a celebrare i loro martiri con i loro riti. Questo significa che non hanno mai preso le distanze, quantomeno dal neofascismo degli anni ’70. E questo è molto grave“.
E conclude: “In quel genere di manifestazione è sempre presente il saluto romano, cioè una forma forme di ricostituzione del partito fascista. E non sono mai quattro gatti. Eppure, nessuno nel centrodestra e nel governo Meloni condanna tutto questo”.

L'articolo Bindi: “Meloni non ha preso le distanze dal neofascismo degli anni ’70. Noi invece abbiamo chiuso con quel periodo”. Su La7 proviene da Il Fatto Quotidiano.