Bellini, i legami col Sismi (confermati da Mancini) e quelli con la destra eversiva: il caso dell’inchiesta archiviata a Firenze

Mancano i riscontri per certificare i legami tra Paolo Bellini e la destra eversiva. È anche per questo motivo se il giudice per le indagini preliminari di Firenze, Antonio Pezzuti, ha archiviato l’inchiesta sull’ex nero, indagato per la strage di via dei Georgofili. Nella richiesta di archiviazione, però, la procura riporta vari elementi che legano […] L'articolo Bellini, i legami col Sismi (confermati da Mancini) e quelli con la destra eversiva: il caso dell’inchiesta archiviata a Firenze proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 7, 2025 - 07:16
 0
Bellini, i legami col Sismi (confermati da Mancini) e quelli con la destra eversiva: il caso dell’inchiesta archiviata a Firenze

Mancano i riscontri per certificare i legami tra Paolo Bellini e la destra eversiva. È anche per questo motivo se il giudice per le indagini preliminari di Firenze, Antonio Pezzuti, ha archiviato l’inchiesta sull’ex nero, indagato per la strage di via dei Georgofili. Nella richiesta di archiviazione, però, la procura riporta vari elementi che legano Bellini all’eversione di destra: d’altra parte era stato lui stesso a confessarli. È l’ultimo caso che coinvolge l’uomo un tempo noto come la “primula nera“, pilota di aerei e trafficante di opere d’arte con la falsa identità di Roberto da Silva, killer della ‘ndrangheta ma pure sedicente infiltrato in Cosa Nostra per conto dei Carabinieri. Condannato in Appello all’ergastolo per la strage di Bologna, Bellini è in attesa di conoscere il suo destino: Il prossimo 30 giugno, infatti, la Cassazione si occuperà del suo processo. Ancora indagato a Caltanissetta per la strage di Capaci, nel frattempo si è liberato di una contestazione ingombrante come quella relativa alla strage di via dei Georgofili. Nel febbraio scorso, infatti, il gip Pezzuti ha accolto la richiesta d’archiviazione della procura, competente per le indagini sulle cosiddette “bombe continentali” di Cosa Nostra. In pratica a Bellini veniva contestato di aver istigato i vertici della mafia a colpire il patrimonio artistico e monumentale del Paese. Ecco perchè i boss piazzarono un Fiat Fiorino imbottito di esplosivo a due passi dagli Uffizi, la notte del 27 maggio 1993: morirono cinque persone, comprese una bambina di nove anni e una neonata di 50 giorni.

L’archiviazione del gip – Secondo l’ufficio inquirente guidato da Filippo Spiezia, che tornerà presto a lavorare a Eurojust dopo meno di due anni nel capoluogo toscano, la posizione di Bellini era da archiviare: come prevede la riforma di Marta Cartabia, infatti, non c’erano abbastanza elementi per prevedere la condanna dell’indagato. Il gip Pezzuti, recentemente nominato presidente del tribunale di Firenze, era talmente d’accordo da accogliere la richiesta della procura con un breve decreto, in cui scriveva: “Le ragioni addotte dal pm nell’istanza sono pienamente condivisibili e da intendersi qui integralmente trascritte in merito alla insussistenza degli elementi soggettivi del reato ipotizzato”. Poi, tra le altre cose, spiegava di aver accolto la richiesta dopo aver preso atto “dell’assoluta mancanza di riscontri circa i legami tra Bellini e la destra eversiva“.

Avanguardia nazionale e Delle Chiaie – Una frase che aveva provocato la reazione dei familiari delle vittime delle stragi. Ai legami tra Bellini e la destra eversiva, infatti, è dedicato un intero capitolo della sentenza d’Appello sulla strage di Bologna. D’altra parte a parlare della sua esperienza tra i neri è stato lo stesso Bellini, durante il periodo in cui sosteneva di voler collaborare con la giustizia. Dichiarazioni che i pm di Firenze citano lungamente nella richiesta d’archiviazione, riportata dal quotidiano La Nazione, insieme a tutta un’altra serie di elementi emersi da indagini più recenti. “Quanto alla vicinanza dell’indagato con ambienti dell’estrema destra” considerato “che già in occasione delle indagini svolte nell’ambito del procedimento n. 398/04 R.G.N.R. Mod. 21, come pure nell’ambito delle indagini sviluppate dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bologna per la c.d. strage di Bologna (concernente l’eccidio avvenuto presso la Stazione ferroviaria di quella città nell’agosto 1980), era stata accertata l’appartenenza del Bellini alla struttura Avanguardia Nazionale, creatura di Stefano Delle Chiaie“, scrive la procura nella richiesta depositata il 16 luglio 2024 e firmata dal capo Spiezia, dai pm Luca Turco (ex aggiunto, ora in pensione) e Leopoldo De Gregorio e dal sostituto della Procura nazionale Antimafia Francesco Del Bene.

I movimenti separatisti e Menicacci – In 13 pagine i magistrati ricordano che “il legale del Delle Chiaie, l’avvocato Stefano Menicacci aveva avuto contatti con l’odierno indagato, quando quest’ultimo si trovava in stato di latitanza sotto la falsa identità di Roberto Da Silva, agevolandone l’irreperibilità“. La procura aggiunge inoltre che “nell’esaminare i legami del Bellini con gli ambienti della destra eversiva, ha assunto inoltre indubbia rilevanza – oltre alla figura di Menicacci Stefano – quella di Franco Rocchetta, individuato anche dalla Dia quale elemento di collegamento principale tra la Liga Veneta – costituita nel 1980 – e le iniziative leghiste centro-meridionali sviluppatesi negli anni ’90”. A questo proposito viene ricordata “la connessione tra lo stesso Menicacci e Romeo Domenico per quanto riguarda la fondazione di tali movimenti separatisti, tutti con sede sociale presso lo studio dell’avvocato Menicacci, il quale aderirà poi anche alla Lega Nazional Popolare, fondata il 1° ottobre 1991 da Stefano Delle Chiaie ed Adriano Tilgher“. Secondo i pm “sin dal principio, all’interno della Liga Veneta è stata rilevata una significativa presenza di figure legate all’eversione nera nonché alla massoneria; se in un primo momento, la nascita dei movimenti leghisti – da una parte quelli costituiti al nord e riferibili al Menicacci e dall’altra le formazioni centro-meridionali rappresentate da Cesare Crosta – è apparsa orientata a convergere all’interno di un medesimo aggregato politico che diverrà poi la Lega Nord, successivamente il progetto portato avanti dal Menicacci e Delle Chiaie ha avuto un proprio cammino autonomo”. Solo a questo punto la procura sottolinea: “Tuttavia che ulteriori approfondimenti investigativi circa i legami tra Bellini e gli ambienti della destra eversiva, al momento, non hanno portato a risultati concreti, anche in considerazione del fatto che buona parte dei protagonisti di quella stagione, sono oramai morti e che quindi non è stato possibile raccogliere un adeguato materiale informativo sul punto”. Dunque sono soltanto i nuovi approfondimenti investigativi che non hanno portato nuovi elementi concreti. Quelli precedenti, come si è visto, certificano i rapporti tra Bellini e l’eversione di destra. Una frase che è molto diversa da quella usata dal gip nel decreto d’archiviazione, quando parla di “assoluta mancanza di riscontri“.

Bellini e i servizi, gli elementi nuovi – Ma dalla richiesta di archiviazione emerge anche altro. La procura, infatti, spiega di aver acquisito “solo di recente” nuovi “concreti elementi” relativi alla “contiguità di Bellini con apparati di sicurezza dello Stato“. I pm scrivono di “potere giungere alla conclusione che Giovanni Ciliberti, appartenente al Sismi ed in servizio al centro di Bologna nel 1992, sino alle stragi del 1993, ha avuto contatti in quegli anni con Bellini”. A parlare ai pm dei contatti tra lo 007 e l’ex primula nera è stato anche Marco Mancini, l’ex agente segreto – tra le altre cose – del caso Abu Omar, in servizio pure lui a Bologna negli anni ’90. “Ha riferito sommarie informazioni testimoniali per averlo appreso all’interno del centro, che Ciliberti si sarebbe vantato di avere rapporti con Bellini, sottolineando che tale circostanza gli era stata segnalata dal segretario Spano e forse anche da altri segretari del centro Sismi di Bologna, indicati in Toldo e Baccolini”. A riferire dei legami tra Ciliberti e Bellini anche il giornalista Paolo Mondani e il colonnello Giampaolo Pironi, all’epoca comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Modena: “Ha riferito di aver saputo da Ciliberti, che Bellini sarebbe stato un canale utile per recuperare le opere d’arte trafugate nel gennaio 1992, tanto da aggiungere di avere avuto l’impressione che Bellini fosse un suo informatore”. I pm hanno anche sentito Ciliberti, che però “ha sostanzialmente contestato la veridicità di quanto sostenuto dai soggetti sopra menzionati, rendendo risposte evasive circa la sua possibile conoscenza con Bellini e limitandosi ad ammettere la possibilità di avere parlato di tale soggetto con il Maresciallo dei Carabinieri di Reggio Emilia Mariano Ferrante, quale possibile pista per il recupero delle opere d’arte”.

La scadenza dei termini – Le indagini su questo fronte però si sono arenate. “Modalità, tempistica, motivazioni e intensità dei rapporti potenzialmente intercorsi tra il menzionato appartenente al Sismi e l’indagato Bellini, per sua dichiarazione ‘infiltrato‘ in Cosa Nostra nella primavera/estate del 1992, non sono state oggetto del necessario completamento, per effetto dell’intervenuta maturazione della scadenza del termine delle indagini preliminari e ciò anche perché solo negli ultimi mesi di indagine, è emersa con la necessaria concretezza di simile pista”, scrivono i magistrati. Sottolineando di non aver ottenuto elementi utili neanche dalle intercettazioni: “In relazione al profilo da ultimo evidenziato, nessun concreto elemento è possibile trarre dagli esiti delle operazioni di intercettazione telefoniche e ambientali svolte in seno al presente procedimento: in particolare, Bellini, nel corso delle innumerevole captazioni, si è spesso lascito andare a soliloqui e commenti circa la sua vicenda processuale dinnanzi alla Corte di Assise di Appello di Bologna”. Scaduti i termini e in mancanza di prove che consentano di prevedere la condanna dell’indagato, “con particolare riguardo alle carenze, ancora presenti, nella ricostruzione delle motivazioni dell’azione del Bellini e del contesto in cui maturò la sua azione istigatrice“, i pm hanno dunque chiesto l’archiviazione. Una contestazione in meno per l’ex primula nera, che rischia il carcere a vita per la strage di Bologna.

L'articolo Bellini, i legami col Sismi (confermati da Mancini) e quelli con la destra eversiva: il caso dell’inchiesta archiviata a Firenze proviene da Il Fatto Quotidiano.