Banche, credito più debole al Nord per famiglie e imprese

Si riduce, ma resta consistente, la flessione dei prestiti alle imprese con un calo maggiore per le regioni del Nord: -2,8% contro -2,1 del Centro Italia e -2,3% del Sud. Andamento esattamente inverso per i finanziamenti alle famiglie (mutui e prestiti al consumo): crescono con una velocità maggiore al Sud (+1,4 %), rispetto a +1,2% […] L'articolo Banche, credito più debole al Nord per famiglie e imprese proviene da Iusletter.

Apr 9, 2025 - 18:36
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Banche, credito più debole al Nord per famiglie e imprese

Si riduce, ma resta consistente, la flessione dei prestiti alle imprese con un calo maggiore per le regioni del Nord: -2,8% contro -2,1 del Centro Italia e -2,3% del Sud. Andamento esattamente inverso per i finanziamenti alle famiglie (mutui e prestiti al consumo): crescono con una velocità maggiore al Sud (+1,4 %), rispetto a +1,2% del Nord e al +0,7 per cento del Sud. È quanto emerge dai dati elaborati dall’Abi sull’andamento di credito, depositi e sofferenze nelle varie regioni italiane. A fine dicembre emerge una riduzione della contrazione dei prestiti alle imprese del Nord: dal -4,1% di giugno si passa a -2,8% a dicembre. La contrazione si riduce anche al centro, passando da – 2,8 a -2,1 per cento. Anche nel Mezzogiorno c’è un recupero: si passa da -2,9 a -2,3 per cento. A livello nazionale il dato migliora da -3,7 a -2,6 per cento. La Lombardia ha un andamento stazionario (-1,6% a giugno e a dicembre 2024). Il dato va forse guardato con l’andamento dei depositi: a giugno 2024 l’andamento dei deposti complessivi registrava un +5,2%, a fronte di un -1,8% dei depositi delle famiglie. A dicembre i depositi complessivi segnano un aumento inferiore, pari al 2,9%(+0,7% le famiglie). A fine anno, forse, le imprese hanno ripreso a investire utilizzando anche la liquidità sui conti, mentre le famiglie a fine anno hanno accumulato soldi sui conti. Le regioni nelle quali la contrazione dei prestiti resta maggiore sono il Friuli Venezia Giulia (-8,5%, come a giugno), la Valle d’Aosta (-6,2%, in aumento rispetto al -4,1% di giugno), il Veneto (-6,7%) che recupera rispetto al -8,5 per cento di giugno. Il Trentino Alto Adige passa dal -10,5% di giugno al -4,6 per cento di dicembre 2024. L’unica regione con una variazione positiva è il Piemonte: +1,1 % contro il -3,3 % di giugno. Peggiora la situazione nel Lazio, dove la flessione aumenta dal -1,4 al meno 1,6 per cento. Migliora la Sardegna, dal -5,7% al -0,6 di dicembre; la Calabria passa da -1,7% a invariato, la Sicilia peggiora da -1,3 a -3,5 per cento. L’Emilia Romagna migliora, ma leggermente (da -4,2 a -3,5%) mentre la Toscana migliora da -3,6 a -1,8 per cento.

Per quanto riguarda le famiglie, la ripresa dei finanziamenti è visibile in tutte le regioni ad eccezione della Valle d’Aosta, che segna un -1,6%, seguita da -0,5% delle Marche e del -0,2 % della Liguria. A livello nazionale il miglioramento dei prestiti alle famiglie si legge nel -0,1% di fine giugno che diventa +1,1% di fine dicembre. La crescita maggiore si registra in Puglia, con un aumento del 2 per cento (+1% a fine giugno). Un incremento dell’1,7% è stato registrato a fine dicembre in Lombardia (+0,2% a giugno), dell’1,5% in Emilia Romagna, in Campania e in Calabria; +1,3% in Veneto, che a giugno segnava un -0,5 per cento. E ancora: +1,4% in Sardegna, +1,1% in Friuli Venezia Giulia, +1% in Toscana. Se si guarda ai dati nelle macro aree, l’incremento maggiore è al Sud, con +1,4%, poi il Nord con il +1,2% e a seguire il Sud con +0,7 per cento.

Sul fronte dei depositi, a livello nazionale quelli totali crescono dell’1,4% contro il +2,5% di giugno. I depositi alle famiglie segnano un andamento opposto: l’andamento passa da -0,8% di fine giugno a +1,1% di dicembre. Il rapporto tra sofferenze e impieghi a livello nazionale sembra abbastanza stabile. Il dato medio a livello nazionale scende dal 2 all’1,9 per cento. Le regioni dove il rapporto ha un valore più elevato a fine dicembre sono quelle del Sud: 3,7% in Calabria (in miglioramento dal 3,9% di giugno), «Sono dati differenziati, con le famiglie che evidenziano un incremento dei prestiti e in particolare i mutui. E le imprese che risentono di 24 mesi problematici di produzioni industriali che comportano minori necessità di chiedere prestiti, innanzi tutto per le attività ordinarie. I depositi tendenzialmente incrementano ovunque, salvo poche eccezioni (Val d’Aosta e Lazio, ndr) con andamenti differenti che evidenziano dati più positivi soprattutto nel Mezzogiorno – commenta il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli -. E’ un’Italia diversificata, connessa a tanti fattori, e che mostra anche dei livelli di sofferenze più rilevanti per le imprese, soprattutto del Centro e del Mezzogiorno. Tutto questo prima dell’entrata in carica della nuova presidenza Usa e prima delle decisioni relative ai dazi, che stanno portando ulteriori incertezze e problematiche innanzitutto per le imprese esportatrici».

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