Banca Generali: ecco perché Mediobanca la vuole

“La guardavamo da cinque anni, avevamo già capito che era un’operazione che poteva generare valore”. Parola di Alberto Nagel, che ha così spiegato il perché dell’interesse su Banca Generali, nonostante potesse essere chiaro già dai numeri: l’asset management del Leone gestisce infatti masse per 109,8 miliardi, che la collocano al quarto posto in Italia nell’ambito... Leggi tutto

Mag 1, 2025 - 01:45
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Banca Generali: ecco perché Mediobanca la vuole

“La guardavamo da cinque anni, avevamo già capito che era un’operazione che poteva generare valore”. Parola di Alberto Nagel, che ha così spiegato il perché dell’interesse su Banca Generali, nonostante potesse essere chiaro già dai numeri: l’asset management del Leone gestisce infatti masse per 109,8 miliardi, che la collocano al quarto posto in Italia nell’ambito del gestori con reti, anche se il dato più significativo di questa cifra sono i i miliardi in ambito private, che ne fanno la terza realtà italiana nel settore dietro Intesa Sanpaolo e UniCredit.

La vera accelerata all’operazione, però, l’ha data Gian Maria Mossa: da quando è entrato nel 2013 in Banca Generali, sotto la sua direzione gli asset sono passati da 25 a 103,8 miliardi. Ma non solo: il titolo Banca Generali ha realizzato ritorni totali per i soci del 407,3%, dividendi inclusi. Il Roe, cioè il profitto per gli azionisti, è del 30%, con il titolo che viaggia oltre i 52 euro, complice anche la mossa di Piazzetta Cuccia. II cost-income invece è tra i più bassi del comparto: 35,4%. Il portafoglio medio gestito dei suoi consulenti viaggia sui 43,7 milioni, contro la media Assoreti di 32.

Ma Banca Generali piace proprio a tutti, non solo a Mediobanca: il Leone, infatti, ormai amministra i beni di famiglie e imprese italiane, e trova apprezzamento anche nel mercato perché è un proxy, cioè uno specchio della ricchezza privata italiana e quotata in Borsa.