Bambini dell’Infanzia in visita a una moschea nel Trevigiano: la foto sui social della scuola scatena le polemiche

Sta facendo discutere la gita alternativa proposta da una scuola dell’infanzia di Ponte della Priula, nel Trevigiano: il 30 aprile, infatti, tre classi della scuola materna paritaria della Fism, la Federazione italiana scuole materne, sono andate in visita alla moschea di Susegna. “Siamo stati accolti dall’Imam – si legge nel post pubblicato sul profilo social […] L'articolo Bambini dell’Infanzia in visita a una moschea nel Trevigiano: la foto sui social della scuola scatena le polemiche proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 4, 2025 - 12:05
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Bambini dell’Infanzia in visita a una moschea nel Trevigiano: la foto sui social della scuola scatena le polemiche
Sta facendo discutere la gita alternativa proposta da una scuola dell’infanzia di Ponte della Priula, nel Trevigiano: il 30 aprile, infatti, tre classi della scuola materna paritaria della Fism, la Federazione italiana scuole materne, sono andate in visita alla moschea di Susegna.

“Siamo stati accolti dall’Imam – si legge nel post pubblicato sul profilo social della scuola insieme ad alcune foto dei piccoli dentro la moschea – è stata un’esperienza davvero emozionante. Ci siamo tolti le scarpe, le maestre hanno indossato un velo e siamo entrati in una grande stanza dove per terra c’era un enorme tappeto rosso con alcune strisce bianche dove ci si mette per pregare”. “L’imam ci ha spiegato che la religione musulmana si fonda su 5 pilastri e ci ha detto che loro pregano 5 volte al giorno (ci abbiamo anche provato)”, si legge ancora nel post in cui le maestre ringraziando l’Imam che “ci ha aperto le porte della moschea e ci ha accolto con rispetto, amicizia ed entusiasmo“.

Un post che ha subito scatenato polemiche, soprattutto tra i leoni da tastiera dei social. “I bambini vanno a scuola per studiare non per essere indottrinati con ideologie fuori dalla storia”, scrive Alberto. E, ancora: “Siete vergognosi! Fossi il padre di uno di quei bambini, prima lo ritirerei da quell’istituto, poi prenderei dei provvedimenti nei vostri vergognosi confronti! Vergogna!” commenta Enrico. C’è anche chi pone dubbi: “Il progetto è rivolto ad una sola religione o include anche le altre fedi presenti nel territorio, prevedendo per ciascuna momenti di preghiera per la pace? – chiede Clotilde – Se si ritiene che ‘la dimensione spirituale e quindi religiosa sia parte integrante del progetto educativo di scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana’, io mi aspetterei una educazione completa per tutte le fedi del territorio”.

Come prevedibile, critiche sono arrivate anche da esponenti politici. “Vogliono togliere i crocifissi e l’ora di Religione per indottrinarci all’Islam? Il sospetto è più che lecito dopo l’ennesima scena di sottomissione ideologica, stavolta in una scuola dell’infanzia a Ponte della Priula (Treviso): bambini portati in una moschea – molto probabilmente irregolare – costretti a inginocchiarsi verso la Mecca. Chi ha autorizzato tutto questo? I genitori erano stati informati davvero o si è agito di nascosto?”, attacca Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega. “Qui non si parla di educazione, ma di fondamentalismo bello e buono, con un Imam che non ha perso l’occasione di ‘catechizzare’ i giovani alunni. E il peggio è l’atteggiamento del corpo docente, che ha permesso tutto ciò: chissà se hanno avuto il coraggio di chiedergli perché le donne debbano portare il velo integrale o sposarsi in tenera età. Scriverò al Sindaco e all’Ufficio scolastico – annuncia – voglio sapere chi ha autorizzato questa follia e pretendere un controllo immediato su quella moschea”.

La scuola, però, rivendica la decisione. “Nel nostro asilo ci sono bambini di tutte le etnie — spiega Stefania Pillon, insegnante al Corriere della Seramolti hanno tradizioni e culture di cui spesso sappiamo poco. Abbiamo voluto portare i nostri bimbi in moschea per far conoscere loro meglio un aspetto della vita quotidiana dei loro compagni”. E anche la direttrice, Stefania Bazzo, è d’accordo: “La scuola, che è una paritaria parrocchiale di ispirazione cristiana è molto attenta nei confronti della molteplicità culturale e religiosa che caratterizza il nostro territorio, questa sensibilità vede protagonisti i bambini, le famiglie e tutta la comunità educante e si fonda sul rispetto della multiculturalità che caratterizza il tessuto sociale, senza penalizzare la nostra tradizione ma valorizzando il bene che nasce dall’incontro tra nazionalità e culture diverse”. Nella foto, comunque, non “stavamo pregando in direzione La Mecca”: i bambini stavano solo ripetendo il gesto mostrato dall’Imam, mentre la preghiera finale dedicata alla pace è stata fatta con un gruppo, “ognuno con le sue modalità”, mentre “aspettavano il pulmino”.

Una volontà, quella di approcciare a culture diverse, che era già stata attuata in occasione della festa per la fine del Ramadan quando Shevala, mamma di un bimbo, Bilal, ha “letto un libro che spiega ai bambini cos’è e cosa si fa durante il Ramadan”.

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