Automotive, agroalimentare e farmaceutica. Tutti i settori a rischio con i dazi Usa
Le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbero portare all’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni di beni europei, con conseguenze particolarmente importanti per l’Italia. L’industria italiana, conosciuta per l’eccellenza dei suoi prodotti, rischia di subire danni significativi in diversi settori strategici, come l’automotive, la moda, la farmaceutica e l’agroalimentare. Tra le minacce più […] L'articolo Automotive, agroalimentare e farmaceutica. Tutti i settori a rischio con i dazi Usa proviene da Economy Magazine.

Le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbero portare all’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni di beni europei, con conseguenze particolarmente importanti per l’Italia. L’industria italiana, conosciuta per l’eccellenza dei suoi prodotti, rischia di subire danni significativi in diversi settori strategici, come l’automotive, la moda, la farmaceutica e l’agroalimentare. Tra le minacce più immediate c’è l’introduzione di dazi sulle automobili, che potrebbero essere solo l’inizio di una serie di misure protezionistiche più ampie.
Il settore automotive
Le tariffe sul settore automobilistico sono tra le più temute. Le nuove tariffe, che potrebbero raggiungere il 20%, metterebbero in difficoltà le aziende italiane che esportano auto negli Stati Uniti. I marchi italiani di alta gamma, come Ferrari e Lamborghini, potrebbero reagire alzando i prezzi dei loro modelli. Tuttavia, il rischio maggiore è per i produttori di componenti automobilistici, che vedrebbero aumentare i costi delle loro forniture. I costruttori tedeschi, tra cui BMW, sarebbero anch’essi gravemente colpiti, ma anche le aziende americane come General Motors e Ford, che dipendono molto dalle esportazioni, vedrebbero un notevole calo nei loro utili.
Macchinari e impianti a rischio
Un altro settore a rischio è quello dei macchinari industriali, che rappresenta una delle principali voci dell’export italiano. Secondo Bruno Bettelli, presidente di Federmacchine, i macchinari italiani sono essenziali per l’industria americana e difficilmente sostituibili. Tuttavia, se dovessero essere introdotti dazi sui macchinari, l’industria italiana rischierebbe di perdere competitività, sebbene la qualità superiore dei prodotti italiani potrebbe attenuare i danni. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di esportazione per i macchinari italiani, e un eventuale aumento dei costi potrebbe mettere in difficoltà molte aziende.
Farmaceutica, il possibile danno
La farmaceutica è un altro settore che potrebbe essere gravemente danneggiato dai dazi. Nel 2024, l’Italia ha esportato farmaci e vaccini negli Stati Uniti per un valore di oltre 10 miliardi di euro. Se dovessero essere introdotti dazi del 25%, le stime suggeriscono che l’industria farmaceutica subirebbe un danno di circa 2,5 miliardi di euro. La situazione sarebbe complessa anche per i consumatori americani, che dipendono fortemente dalle forniture italiane di farmaci specializzati, difficilmente sostituibili. L’introduzione di dazi su questi prodotti rischia di alzare i costi per i pazienti statunitensi, senza garantire alternative valide nel breve periodo.
Agroalimentare: un settore minacciato
L’agroalimentare italiano, che vanta una lunga tradizione di eccellenza, potrebbe essere tra i più colpiti dai dazi. Le esportazioni di vino, olio d’oliva, pasta e formaggi rappresentano una parte fondamentale dell’economia italiana. Nel 2024, l’export agroalimentare verso gli Stati Uniti ha superato i 7 miliardi di euro. Tuttavia, la minaccia di dazi fino al 200% sui prodotti vinicoli e fino al 25% su altri prodotti alimentari potrebbe avere un impatto devastante. Le cantine italiane, per esempio, potrebbero perdere milioni di euro al giorno, con danni immediati alla loro capacità di posizionare i prodotti sugli scaffali americani. I settori più vulnerabili includono il vino, per cui il dazio potrebbe raggiungere un valore di 500 milioni di euro, l’olio d’oliva, con perdite stimate di 240 milioni di euro, e la pasta e i formaggi, con danni che potrebbero superare i 300 milioni di euro.
Il lusso in pericolo
La moda italiana è un altro settore in grande pericolo. Gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di esportazione per i prodotti di moda italiani, con un interscambio commerciale che ha superato i 4,5 miliardi di euro nel 2024. I dazi sulle esportazioni di abbigliamento e accessori potrebbero ridurre notevolmente la competitività del settore, danneggiando molte aziende di alta gamma. La moda è uno dei settori simbolo del Made in Italy, e una crisi in questo ambito avrebbe ripercussioni economiche non solo per le imprese, ma anche per l’immagine del Paese.
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