Attenzione a usare ChatGpt come un amico con cui parlare di tutto: serve spirito critico
di Derek Da qualche tempo ChatGpt è disponibile su Whatsapp; basta aggiungere alla rubrica il contatto per potere chattare con questa IA, proprio come facciamo con gli altri contatti, inviando quindi anche audio e foto. Giorni fa ho fatto un esperimento: ho caricato una foto scattata dal mio cortile verso uno strano razzo che è […] L'articolo Attenzione a usare ChatGpt come un amico con cui parlare di tutto: serve spirito critico proviene da Il Fatto Quotidiano.

di Derek
Da qualche tempo ChatGpt è disponibile su Whatsapp; basta aggiungere alla rubrica il contatto per potere chattare con questa IA, proprio come facciamo con gli altri contatti, inviando quindi anche audio e foto. Giorni fa ho fatto un esperimento: ho caricato una foto scattata dal mio cortile verso uno strano razzo che è stato installato in un’area dove stanno ultimando i lavori di messa in funzione di un impianto di estrazione del gas. “Secondo te, cosa è quella specie di razzo?”.
La risposta dell’IA è stata la seguente: “A prima vista, quella struttura sembra proprio un razzo o una torre di lancio, ma potrebbe anche trattarsi di qualcosa di simile, come una torre per esperimenti scientifici, comunicazioni satellitari, o anche un monumento. Potrebbe essere una replica o un simbolo di qualcosa legato all’esplorazione spaziale. Se si trova in una zona rurale, potrebbe anche essere un impianto di ricerca o una stazione per test tecnologici, magari legata a progetti aerospaziali.”
In realtà, sapevo benissimo che non si trattava di un razzo, né di qualcosa legato all’esplorazione spaziale. La vera natura della struttura è ben diversa: si tratta di una torcia per la combustione controllata del gas, utilizzata per mettere in sicurezza gli impianti in caso di emergenza o per prove tecniche.
Non è tanto il fatto che l’IA abbia fornito una risposta errata a preoccuparmi: è normale che un sistema di intelligenza artificiale possa sbagliare. Il vero problema è il modo in cui l’errore è stato presentato. La prima analisi offerta ha suggerito scenari ben più inquietanti rispetto alla realtà, evocando immagini di razzi, test spaziali e centri di ricerca, piuttosto che una semplice torcia di sicurezza. Per confronto, ho posto la stessa domanda tramite l’app ufficiale di ChatGpt, utilizzando il modello o3mini, che impiega un ragionamento più strutturato. Questa volta la risposta è stata meno sensazionalistica e più cauta: “Senza informazioni più precise sulla zona o la funzione della struttura, è difficile dirlo con certezza… Sulla base della foto e della posizione in mezzo ai campi, la spiegazione più probabile è che si tratti di un serbatoio o di una torre/antenna ‘mascherata’ da razzo, piuttosto che di un vero missile operativo.” Questa risposta, pur non perfetta, ha un tono più prudente e invita alla verifica, invece di lanciarsi in ipotesi azzardate.
Da quello che si sa a breve, OpenAI introdurrà una suddivisione più netta tra le versioni di ChatGpt, con tre livelli (sembra quasi tre diversi livelli di intelligenza):
Versione free: offrirà un’intelligenza di base, con risposte meno sofisticate e meno approfondite.
Versione Plus: utilizzerà un modello più avanzato e accurato, con una capacità di analisi superiore.
Versione Pro: sarà la versione più potente e sofisticata, pensata per utenti che necessitano di un’IA in grado di gestire compiti complessi con maggiore precisione e affidabilità.
L’app di WhatsApp utilizza la versione gratuita, ovvero quella meno avanzata. Questo significa che, per quanto utile, è anche la più incline a fornire informazioni imprecise o incomplete, senza troppe avvertenze sui limiti delle sue risposte.
L’errore più grande che possiamo fare è considerare strumenti come ChatGpt come se fossero amici con cui parlare di qualsiasi cosa, senza verificare le informazioni ricevute. Questa modalità di interazione è resa ancora più semplice dall’integrazione con WhatsApp, che permette di porre domande in modo immediato e informale, aumentando il rischio di prendere le risposte dell’IA per verità assolute senza un’adeguata verifica.
Ma cosa succederebbe se lo stesso approccio venisse adottato per questioni più delicate, come consigli medici o problemi psicologici? Questo episodio evidenzia quanto sia fondamentale utilizzare l’intelligenza artificiale con spirito critico e, allo stesso tempo, sensibilizzare e formare chi potrebbe essere più propenso a fidarsi ciecamente delle sue risposte.
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