Assunto al nero, chiede soldi ma il titolare lo prende a botte e lo manda in ospedale
Aveva lavorato a novembre, a dicembre non aveva ancora visto un euro. Così un giovane ha raggiunto l’azienda ma è stato picchiato dal datore di lavoro

Foiano, 4 maggio 2025 – Era andato a lavorare al nero poi ha chiesto i soldi ai suo datore di lavoro. Ma lui gli ha detto no e lo ha anche picchiato. Così un giovane è finito all’ospedale con una prognosi complessiva di 11 giorni.
Il ragazzo, origini pakistane, residente nel Senese, ha deciso di non stare in silenzio e ha querelato il suo aggressore: un signore italiano, titolare di un’azienda a Foiano della Chiana, che adesso è indagato dai carabinieri di Foiano per l’aggressione oltre che per le minacce. La vicenda emerge soltanto adesso ma i fatti risalgono al 27 gennaio scorso.
Aveva lavorato a novembre, doveva essere pagato a dicembre ma non aveva ancora visto un euro a inizio dell’anno successivo. E così, come era stato pattuito su whatsapp, il ragazzo era andato a ritirare il compenso per i tre giorni di lavoro in prova, direttamente in sede.
Quando è arrivato nessuno lo ha ricevuto ma poco dopo è arrivato il titolare dell’azienda che ha iniziato a offendere quello che era un suo dipendente - al nero - prima di inziiare a picchiarlo.
“Ti ammazzo”, “Ti metto la testa sotto terra”, gli avrebbe detto. Schiaffi, pugni e anche un calcio insieme a qualche minaccia di morte per non farsi mancare nulla. Il giovane ha provato a difendersi ma non ci è riuscito.
E’ riuscito invece a riprendere quello che gli stava succedendo con il telefonino, almeno nella parte finale della lite: e adesso le immagini sono state consegnate alla stazione carabinieri di Foiano della Chiana che stanno indagando sull’accaduto sotto il coordinamento della procura di Arezzo a cui sono stati già trasmessi gli atti.
La versione dei fatti di partenza è quella della persona offesa che dovrà essere messa a confronto con quella del presunto aggressore.
Il ragazzo si è presentato in caserma assistito dall’avvocato Marco Gnalducci e Riccardo Capezzuoli che hanno sporto davanti ai militari dell’arma la querela per i reati di lesioni personali dolose e minaccia aggravata, con riserva di costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni subiti. Ipotesi di reato che dovranno essere dimostrate in aula: fino ad allora vale la presunzione di innocenza.
Con sé il ragazzo ha consegnato anche il referto dei medici dell’ospedale del San Donato che gli hanno diagnosticato contusioni multiple guaribili in 11 giorni.