Analisi dell’andamento dei prezzi delle crypto PI, SUI e Dogecoin (DOGE)

Giornate difficile per i mercati crypto, e soprattutto per le altcoin.

Mar 31, 2025 - 15:54
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Analisi dell’andamento dei prezzi delle crypto PI, SUI e Dogecoin (DOGE)
pi sui dogecoin crypto

I mercati crypto sembrano di nuovo in difficoltà, questa volta soprattutto seguendo l’andamento dei prezzi di PI, SUI e Dogecoin (DOGE).

Analisi e confronto tra le crypto PI, SUI e Dogecoin (DOGE)

Pi è la criptovaluta nativa di Pi Network.

Nonostante il network esista da diversi anni, la crypto ha esordito sul mercato solamente poche settimane fa.

In un primo momento il trend del suo prezzo era stato in calo, ma a fine febbraio era salito fino a riuscire quasi a far entrare Pi nella top 10 delle criptovalute a maggiore capitalizzazione di mercato.

Ora invece è scivolata al 26° posto.

L’esordio del 20 febbraio è avvenuto ad un prezzo di circa 1,8$, ma già il giorno dopo era scesa sotto gli 0,7$.

Dopo essere risalita fino a quasi 3$ a fine febbraio, ora il prezzo di Pi è tornato a 0,7$.

Quindi quella di fine febbraio è stata solo una mini-bolla, gonfiata nel giro di soli cinque giorni, e poi scoppiata in circa un mese.

A questo punto la discesa del giorno seguente al suo debutto, fin sotto gli 0,7$, va considerata come l’assestamento iniziale di un primo prezzo eccessivo, mentre ciò che è accaduto dopo va considerato solo come il gonfiarsi e sgonfiarsi di una mini-bolla.

In effetti spesso i prezzi iniziali dei token all’esordio sui mercati crypto fanno poco testo, mentre conta molto di più il livello toccato dopo il primo assestamento. Nel caso di Pi questo livello è inferiore agli 0,7$, con una capitalizzazione di mercato inferiore ai 5 miliardi di dollari.

Da notare il -25% degli ultimi sette giorni, ed il -67% degli ultimi trenta.

L’andamento del prezzo di Sui

Per Sui la situazione è diversa.

Sui è la criptovaluta nativa dell’omonima rete.

Ha esordito sui mercati crypto poco meno di due anni fa, ed ha toccato il massimo storico ad inizio gennaio, sopra i 5,3$.

Il prezzo iniziale di esordio fu di 1,4$, poi sceso sotto gli 0,4$ dopo il lungo periodo di assestamento iniziale durato ben cinque mesi.

Nei primi mesi del 2024 si gonfiò una prima mini-bolla speculativa che lo portò oltre i 2$ nel giro di tre mesi.

In seguito però il prezzo tornò sotto gli 0,6$, ovvero il 50% in più del bottom della prima fase discendente post-quotazione.

Anche dopo la vittoria elettorale di Trump si è gonfiata un’altra mini-bolla speculativa sul prezzo di SUI, con un incredibile +190% in soli due mesi.

Tuttavia anche quella bolla è poi scoppiata. La cosa interessante però è che da allora il prezzo non è più sceso sotto i 2$, cosa che denota che la seconda mini-bolla probabilmente nasconde qualcosa di più che un semplice trend speculativo di medio-breve periodo.

Il problema è che per i mesi futuri sono previsti diversi sblocchi di token Sui, che faranno aumentare in modo significativo la circulating supply. Va ricordato che a fronte di poco più di 3 miliardi di token Sui in circolazione, ce ne sono ancora quasi sette miliardi già creati ma non ancora distribuiti.

L’andamento del prezzo di Dogecoin

Per Dogecoin il problema sembra più serio.

DOGE è la criptovaluta nativa della memecoin Dogecoin, sbarcata sui mercati crypto più di dieci anni fa.

Il suo clamoroso successo si deve a Elon Musk, che nel 2021 la pubblicizzò molto.

Basti pensare che prima del 2021 il suo prezzo non aveva mai superato nemmeno i 2 centesimi di dollaro, mentre non appena Musk ha iniziato a pubblicizzarla è balzato prima a 7 centesimi, e poi addirittura fino ai massimi storici di 73 centesimi a maggio di quell’anno.

Quella incredibile bolla speculativa poi si è sgonfiata, come accade sempre, ed il prezzo di DOGE nel 2022 tornò sotto i 6 centesimi di dollaro.

A fine ottobre 2024 il prezzo era risalito a 10 centesimi, ma con la vittoria elettorale di Trump, e soprattutto con la creazione del D.O.G.E. (il Department Of Government Efficiency di Elon Musk), era riuscito a risalire a quasi 50 centesimi, non distantissimo dai massimi.

Invece in seguito si è scoperto che Dogecoin non ha nulla a che fare con il D.O.G.E., tanto che lo stesso Musk ha dichiarato che la scelta del nome del suo dipartimento non è collegata a Dogecoin, e che non ci sono piani del governo che prevedano di utilizzare Dogecoin, o qualcosa del genere.

A questo punto, dopo essere stato scaricato da Musk, a Dogecoin rimane davvero poco su cui puntare. Non a caso il suo prezzo, che perde il 7% negli ultimi sette giorni ed il 19% negli ultimi trenta, è scivolato a 16 centesimi, non molto distante da quei 10 centesimi da cui ha iniziato a gonfiarsi la mini-bolla speculativa di novembre e dicembre.