Alessia Pifferi, nominati tre esperti per la perizia psichiatrica. Avranno 90 giorni per i test sull’imputata

La donna, condannata all'ergastolo in primo grado, è accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi per trascorrere del tempo con il fidanzato. La piccola fu abbandonata per sei giorni L'articolo Alessia Pifferi, nominati tre esperti per la perizia psichiatrica. Avranno 90 giorni per i test sull’imputata proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 28, 2025 - 18:49
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Alessia Pifferi, nominati tre esperti per la perizia psichiatrica. Avranno 90 giorni per i test sull’imputata

Dopo la decisione a sorpresa dello scorso 10 febbraio, la Corte d’assise d’Appello di Milano ha nominato tre nuovi periti psichiatrici nel processo di secondo grado a carico di Alessia Pifferi, la donna condannata all’ergastolo in primo grado per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, abbandonata per sei giorni mentre lei era con il fidanzato.

Gli esperti che avranno tempo fino a fine giugno per depositare il loro elaborato. Si tratta dello psichiatra bresciano, Giacomo Francesco Filippini, la professoressa di Neuropsicologia e scienze cognitive dell’Università Bicocca, Nadia Bolognini, e lo specialista in Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Stefano Benzoni. I periti dovranno accertare se la 38enne “sia affetta da patologie psichiatriche” e “alterazioni clinicamente significative della sfera cognitiva” tali da avere “interferito sulla capacità di intendere e di volere escludendola del tutto o scemandola gravemente” al momento dei fatti e nelle due occasioni precedenti in cui la bimba è stata abbandonata in casa sopravvivendo (dal 2 al 4 luglio e dall’8 all’11 luglio dello stesso anno).

La perizia inizierà il prossimo 26 marzo nel carcere di Vigevano dove la donna è detenuta. Gli psichiatri avranno 90 giorni di tempo per completare gli esami. Stando al quesito elaborato dal collegio presieduto dalla giudice Ivano Caputo, i periti potranno sopporre Pifferi a colloqui e test e utilizzare tutta la “documentazione sanitaria e medica” sulla “condizione psichica” della 38enne, incluse le carte delle Unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che l’hanno avuta in carico, le “trascrizioni” o “video registrazioni” dei colloqui effettuati dal perito di primo grado, Elvezio Pirfo (per cui la donna era capace di intendere e di volere), o dal consulente della difesa, Marco Garbarini, i “diari clinici penitenziari” dal giorno del fermo (20 luglio 2022), le “cartelle cliniche” post parto e del successivo ricovero nel reparto di ginecologia all’ospedale San Gerardo di Monza. La Procura generale di Milano ha nominato come propri consulenti le psichiatre Patrizia De Losa e Valentina Crespi e ha chiesto di integrare il quesito con la valutazione di una “eventuale simulazione” di disturbi psichiatrici. L’avvocato Emanuele De Mitri, che assiste come parti civili madre e sorella di Pifferi, si è riservato di nominare i propri consulenti e lo stesso ha fatto la difesa dell’imputata con la legale Alessia Pontenani.

I giudici hanno invece escluso gli atti dell’inchiesta bis relativi alle indagini per falso e favoreggiamento a carico dell’avvocata Alessia Pontenani, di alcune psicologhe (che ritenevano che la donna “avesse un quoziente intellettivo di una bimba di 7 anni“) e anche di Marco Garbarini, psichiatra e consulente della difesa, i quali secondo l’accusa avrebbero “manipolato” la 38enne per farle ottenere una perizia psichiatrica. Gli atti erano stati depositati dal pm di primo grado e la parte civile ne aveva chiesto l’acquisizione,

La Corte, rigettando la richiesta ha spiegato che si tratta di “fonti di prove già note alla pubblica accusa di primo grado eppure mai versate in atti, mai sottoposte al vaglio del primo giudice”. Inoltre “le pretese ‘suggestioni’, il supposto esito ‘artefatto’ del test di Wais” non hanno “in alcun modo condizionato” la perizia di primo grado “né potranno mai condizionare l’esito della disposta perizia collegiale”. Si torna in aula il prossimo 2 luglio per l’esame dei periti, i quali a partire dal 26 marzo avranno 90 giorni di tempo per valutare se Pifferi fosse capace di intendere e volere o meno al momento dei fatti.

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