Airbus abbatte gli F-35 e sprona l’Ue sulle spese per la difesa

Parole e messaggi di René Obermann, presidente del consiglio di sorveglianza di Airbus, sui rischi di un attacco russo alla Nato e la necessità di una maggiore deterrenza europea.

Mar 25, 2025 - 07:40
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Airbus abbatte gli F-35 e sprona l’Ue sulle spese per la difesa

Parole e messaggi di René Obermann, presidente del consiglio di sorveglianza di Airbus, sui rischi di un attacco russo alla Nato e la necessità di una maggiore deterrenza europea

L’Europa si trova di fronte a una minaccia sempre più concreta e urgente proveniente dalla Russia. A lanciare l’allarme è dalla Germania René Obermann, presidente del consiglio di sorveglianza di Airbus, in un’intervista rilasciata al quotidiano economico Handelsblatt. Secondo Obermann, la Nato potrebbe trovarsi coinvolta in un confronto militare con Mosca ben prima del 2029, una previsione che desta grande preoccupazione tra gli esperti di sicurezza europei.

LA RUSSIA È UN’ECONOMIA DI GUERRA

L’analisi di Obermann parte da un dato di fatto: il presidente russo Vladimir Putin sta trasformando la Russia in un paese militarizzato. “Sta aumentando massicciamente gli armamenti, sia a livello materiale che tecnologico, e ha già 1,5 milioni di soldati pronti all’azione”, afferma il dirigente di Airbus. Il Cremlino sta destinando circa il 10% della sua produzione economica alla difesa, una percentuale ben superiore a quella degli Stati europei, che si attestano tra il 3 e il 4%.

Oltre a rafforzare le sue capacità militari convenzionali, la Russia sta espandendo la sua presenza strategica sul fianco orientale della Nato. Kaliningrad e la Bielorussia ospitano già armi nucleari tattiche e missili balistici a medio raggio, capaci di colpire obiettivi in Europa nel giro di pochi minuti. Secondo Obermann, questa escalation richiama lo stesso schema adottato da Mosca prima dell’invasione dell’Ucraina nel 2022.

OBERMANN (AIRBUS) VUOLE LA DETERRENZA EUROPEA

L’Unione europea, nonostante l’aumento delle spese militari, è ancora lontana da una deterrenza efficace contro Mosca. Per quanto riguarda la Germania, il recente pacchetto finanziario per la difesa, approvato dal governo tedesco e sostenuto dal prossimo cancelliere Friedrich Merz, rappresenta un passo avanti, ma per Obermann non basta. “Gli Stati della NATO sono molto più vicini a uno scontro militare con la Russia di quanto molti responsabili credano attualmente”, sostiene. Di fronte a questa minaccia crescente, Obermann pensa che l’Europa debba rafforzare la sua capacità di deterrenza, senza fare troppo affidamento sugli Stati Uniti. “Abbiamo bisogno di un deterrente nucleare europeo, ampliato con elementi tattici”, afferma. Questo significa sviluppare capacità autonome, possibilmente in collaborazione con la Francia e altri partner europei.

L’industria della difesa del continente, tuttavia, è ancora frammentata e inefficiente. Per questo motivo, Obermann suggerisce un cambio di approccio: invece di limitarsi a erogare sovvenzioni alle aziende del settore, i governi dovrebbero stimolare l’innovazione attraverso ordini mirati alle start-up promettenti. “Soldi in cambio di prestazioni, per così dire”, sottolinea.

L’esperto mette anche in discussione l’acquisto da parte della Germania dei bombardieri stealth F-35 dagli Stati Uniti, evidenziando il rischio di una dipendenza strategica da Washington. “In teoria, gli Stati Uniti potrebbero bloccare l’uso degli F-35 tramite codici PIN controllati da loro”, spiega. Per evitare questa vulnerabilità, l’Europa dovrebbe puntare su sviluppi tecnologici propri, investendo in progetti come l’Eurofighter e il Future Combat Air System (FCAS).

Un altro punto centrale della visione di Obermann è il ritorno della coscrizione obbligatoria in Germania, come elemento non solo di difesa, ma anche di consapevolezza collettiva. Servirebbe a  far comprendere ai cittadini che “la libertà e il benessere non sono scontati”.

IL DISIMPEGNO USA DALLA NATO

La Nato, inoltre, deve prepararsi a un possibile ridimensionamento dell’impegno statunitense in Europa. “Trump ha già dimostrato che la sua solidarietà con l’Europa è tutt’altro che garantita”, avverte Obermann, sottolineando che “una riduzione dell’impegno statunitense è già evidente”: il crescente isolamento americano potrebbe lasciare l’Europa più esposta alle ambizioni russe.

Il vecchio continente dipende troppo dagli Stati Uniti, non solo per gli aerei da combattimento ma anche per i satelliti e la guerra elettronica. “Abbiamo bisogno di un accesso sovrano allo spazio e di costellazioni satellitari europee, per comunicare in modo indipendente da Starlink o dagli Stati Uniti”, afferma.

E per raggiungere questi obiettivi, Obermann suggerisce un maggiore coinvolgimento dell’industria privata e della ricerca accademica, superando i limiti imposti dalle cosiddette “clausole civili” che vietano alle università di lavorare su progetti militari. L’innovazione nel settore della difesa, infatti, potrebbe avere ricadute positive anche in ambito civile, come dimostrano gli esempi degli Stati Uniti nei settori dello spazio e dell’intelligenza artificiale.

La guerra in Ucraina avrebbe dovuto spingere l’Europa ad agire con più determinazione sin dall’inizio, è il rimpianto finale di Obermann: “Avremmo dovuto sostenere l’Ucraina con più determinazione fin dall’inizio”, afferma, rammaricandosi per la prudenza eccessiva di alcuni governi europei. Per lui, il sostegno a Kiev è cruciale non solo per la libertà dell’Ucraina, ma anche per la sicurezza dell’Europa stessa.  “La grande costante del XXI secolo sarà la rivalità tra Stati Uniti e Cina”, conclude Obermann la sua intervista, “se l’Europa vuole contare qualcosa, deve diventare una forza politica e militare autonoma”.