7 curiosità su Sarah Shahi, la splendida Gabriela di Paradise

Sarah Shahi è uno di quei volti che catturano l’attenzione al primo sguardo. E con il suo ruolo di Gabriela nella serie Paradise – che potete recuperare qui – ha conquistato il pubblico grazie a una combinazione irresistibile di carisma, sensualità e talento. L’attrice texana, dal fascino esotico e dallo sguardo ipnotico, ha alle spalle… Leggi di più »7 curiosità su Sarah Shahi, la splendida Gabriela di Paradise The post 7 curiosità su Sarah Shahi, la splendida Gabriela di Paradise appeared first on Hall of Series.

Mag 9, 2025 - 10:30
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7 curiosità su Sarah Shahi, la splendida Gabriela di Paradise

Sarah Shahi è uno di quei volti che catturano l’attenzione al primo sguardo. E con il suo ruolo di Gabriela nella serie Paradise – che potete recuperare qui – ha conquistato il pubblico grazie a una combinazione irresistibile di carisma, sensualità e talento. L’attrice texana, dal fascino esotico e dallo sguardo ipnotico, ha alle spalle una carriera ricca di ruoli interessanti. Ma è proprio con Paradise che sta vivendo una nuova ondata di popolarità. Dietro quel volto magnetico, però, si nasconde molto di più: una donna determinata, con una storia personale ricca di sfumature e sorprese. Dal passato da cheerleader alla padronanza del persiano, passando per il suo lato sportivo e i ruoli iconici in altre serie. In questo articolo vi raccontiamo sette curiosità su di lei, per conoscerla meglio e capire perché è molto più di una semplice bellezza da copertina.

1) Sarah Shahi, la dottoressa Gabriela Torabi di Paradise, ha origini persiane e spagnole

Sarah Shahi ai tempi di The L Word
credits: Showtime

Sarah Shahi è nata a Euless, una cittadina del Texas, ma proviene da una famiglia multiculturale. Suo padre, Abbas Jahansouz Shahi, è iraniano ed è emigrato negli Stati Uniti poco prima della rivoluzione del 1979. Sua madre, invece, è spagnola, con radici europee e proviene dal mondo in cui lavora sua figlia: era infatti un’ex attrice e assistente di produzione. Questo mix di culture così diverse ha avuto un impatto significativo sulla personalità e sulla carriera dell’attrice. Il suo vero nome è Aahoo Jahansouzshahi, un nome ricco di significato che in persiano vuol dire “gazzella”, simbolo di grazia, agilità e bellezza. Un nome tanto particolare quanto difficile da pronunciare nel contesto americano, motivo per cui ha deciso di adottare il nome d’arte Sarah. Crescendo, ha dovuto affrontare anche alcune difficoltà legate alla sua identità multiculturale, ma ha sempre cercato di trarne forza e ispirazione.

2) E’ una ex cheerleader dei Dallas Cowboys

Sarah Shahi ai tempi dei Dallas Cowboys

Prima di intraprendere la sua carriera nel mondo della recitazione, Sarah Shahi è stata cheerleader dei Dallas Cowboys: una delle squadre di football americano più iconiche e amate negli Stati Uniti. Ha fatto parte del prestigioso team dal 1999 al 2000, un periodo che lei stessa ha descritto come estremamente formativo, non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale ed emotivo. Entrare nella squadra delle cheerleader dei Cowboys non è affatto semplice: richiede una preparazione atletica di altissimo livello, una notevole capacità di resistenza, presenza scenica e una disciplina ferrea. Sarah ha più volte dichiarato che quell’esperienza l’ha aiutata enormemente a rafforzare la fiducia in sé stessa e a sviluppare una grande determinazione. Essere una Dallas Cowboys Cheerleader, inoltre, le ha dato una prima esposizione mediatica e l’ha abituata a stare sotto i riflettori. Qualità che si sarebbero rivelate preziose nei casting e nei primi ruoli televisivi. È stato proprio in quel periodo che Sarah ha iniziato a pensare seriamente alla possibilità di lavorare nel mondo dello spettacolo.

3) Grazie alle sue origini, la Gabriela di Paradise parla fluentemente il persiano

Sarah Shahi nei panni di Gabriela di Paradise
credits: Disney+

Grazie alle sue radici iraniane, Sarah Shahi parla fluentemente il farsi (persiano). Fin da piccola, infatti, ha vissuto immersa in un ambiente familiare in cui il persiano era la lingua predominante. Questo contesto ha fatto sì che Sarah parlasse esclusivamente persiano fino all’età di otto anni, circostanza che ha avuto un impatto significativo sul suo percorso scolastico. Ha raccontato in diverse interviste che, proprio per questo motivo, i suoi primi anni di scuola non sono stati facili. Ad ogni modo, questa sua abilità le ha permesso di affrontare ruoli in cui poteva mettere a frutto la conoscenza della lingua. Inoltre, ha più volte sottolineato quanto la padronanza del farsi le abbia dato una maggiore consapevolezza delle sue radici e una visione più ampia del mondo. In un’industria come quella cinematografica e televisiva, in cui la diversità culturale è sempre più valorizzata, Sarah ha saputo trasformare un’esperienza inizialmente difficile in un tratto distintivo della sua personalità e della sua carriera.

4) Ha iniziato grazie a Robert Altman

Xavier Collins e Gabriela Torabi in Paradise
credits: Disney+

Uno dei primi passi nella carriera di Sarah Shahi è avvenuto grazie a un incontro del tutto fortuito, ma decisivo, con il regista Robert Altman. All’epoca, Sarah era appena agli inizi e non aveva ancora maturato un’idea chiara su come entrare nel mondo dello spettacolo. Tuttavia, Altman, noto per il suo occhio attento e per aver lanciato il talento di molti attori, la notò e rimase colpito dalla sua presenza scenica e dal suo carisma naturale. Fu proprio lui a consigliarle caldamente di trasferirsi a Los Angeles, dove avrebbe potuto realmente tentare la strada della recitazione. Sarah, nonostante la giovane età e l’incertezza tipica di chi si affaccia per la prima volta all’ambiente competitivo di Hollywood, decise di seguire quel consiglio. Dopo essersi trasferita a Los Angeles, iniziò a ottenere piccoli ruoli in serie tv e produzioni cinematografiche, costruendo passo dopo passo la sua carriera con determinazione e passione.

5) Prima di Paradise, ha preso parte a parecchie serie note al pubblico (tra cui la serie cult The L Word, di cui vi parliamo qui)

Sarah Shahi in Person of Interest
credits: CBS

Prima di conquistare il pubblico con la sua interpretazione in Paradise, Sarah Shahi aveva già costruito una carriera solida e riconoscibile. Il suo talento si è espresso soprattutto attraverso ruoli femminili forti, spesso al centro di trame complesse e provocatorie. Uno dei suoi primi ruoli di rilievo è stato in The L Word, la celebre serie cult che ha raccontato la vita e le relazioni di un gruppo di donne lesbiche a Los Angeles. In quel contesto, Sarah ha interpretato Carmen de la Pica Morales, DJ carismatica e passionale che ha rapidamente conquistato il cuore dei fan. Successivamente, ha continuato a distinguersi in Person of Interest (qui trovate i 5 momenti più crudi della serie), action-thriller firmata da Jonathan Nolan. 

Qui ha vestito i panni di Sameen Shaw, un’ex agente della CIA dal carattere spigoloso e letale, ma al tempo stesso incredibilmente affascinante. Un altro grande traguardo è arrivato con la serie Sex/Life targata Netflix. Qui Sarah ha interpretato Billie, una donna divisa tra il ruolo di madre e moglie devota e il richiamo di una vita passata più selvaggia e appassionata. In Sex/Life, l’attrice di Paradise ha dato prova di grande maturità artistica, affrontando tematiche legate al desiderio femminile, all’identità e all’autodeterminazione. Questi ruoli hanno contribuito a definire Sarah Shahi come un’interprete versatile, capace di passare con naturalezza da storie d’azione a drammi emotivi.

6) Una mamma super cool

Sarah Shahi e l'ex marito Steve Howey

Sarah Shahi è anche madre di tre figli, un aspetto importante della sua vita che ha sempre vissuto con grande naturalezza e determinazione. Uno dei suoi bambini è nato dal matrimonio con l’attore Steve Howey, noto al grande pubblico per il suo ruolo nella serie Shameless (il mitico Kevin Ball). Nonostante le sfide legate alla maternità e alla gestione della vita familiare, Sarah non ha mai rinunciato alla sua carriera, dimostrando una forza di volontà fuori dal comune. Ciò che colpisce è la sua capacità di conciliare il ruolo di madre con quello di attrice, anche in produzioni che richiedono grande impegno fisico ed emotivo. Non ha mai voluto essere etichettata o limitata da uno status che spesso, soprattutto a Hollywood, viene usato per ridurre le opportunità per le donne. Al contrario, ha scelto di interpretare personaggi complessi, sensuali e determinati, mettendo in discussione i tanti stereotipi legati alla maternità nel mondo dello spettacolo.

7) Sarah Shahi, la Gabriela di Paradise, è anche cintura nera di karate

Sarah Shahi nei panni di Gabriela
credits: Disney+

Sarah Shahi non è soltanto un’attrice talentuosa, ma anche un’atleta con una preparazione fisica di tutto rispetto. Possiede infatti una cintura nera in karate, disciplina che pratica fin da giovane e che continua ad allenare regolarmente. La sua passione per le arti marziali non è solo un hobby o un’attività per mantenersi in forma, ma un elemento fondamentale della sua identità professionale. La sua preparazione marziale le ha permesso di distinguersi in produzioni dove la componente fisica e la credibilità nelle scene di combattimento erano essenziali. Un esempio perfetto è il personaggio di Sameen Shaw in Person of Interest, una ex agente della CIA abile nel corpo a corpo e letale nelle missioni ad alto rischio. In questo ruolo, Sarah ha dato prova di un’agilità e di una precisione nei movimenti che vanno ben oltre la semplice coreografia da set. 

Grazie alla sua preparazione reale, è riuscita a rendere autentiche e coinvolgenti le scene d’azione, spesso eseguendo personalmente i suoi stunt. Le sue doti atletiche sono state un grande vantaggio anche a livello narrativo, perché le hanno permesso di incarnare con naturalezza personaggi indipendenti. Non si è mai limitata a “recitare” la forza: l’ha mostrata per davvero, corpo e mente allineati. Questo aspetto ha contribuito in maniera decisiva al successo delle sue performance, aggiungendo un livello di realismo e intensità che ha colpito pubblico e critica. Sarah ha più volte ribadito quanto l’allenamento e la disciplina del karate abbiano influito sulla sua capacità di affrontare le sfide del set. Sia quelle fisiche che quelle mentali, facendone una delle interpreti d’azione più credibili e carismatiche della sua generazione.

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