USB 2.0 compie 25 anni: l’interfaccia che ha cambiato la connettività dei dispositivi

Il 27 aprile 2000 veniva presentato ufficialmente USB 2.0, uno standard che ha trasformato il modo di collegare i dispositivi esterni al computer grazie a una velocità di 480 Mbps e costi contenuti.

Apr 28, 2025 - 09:22
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USB 2.0 compie 25 anni: l’interfaccia che ha cambiato la connettività dei dispositivi

Il 27 aprile 2000, USB-IF (USB Implementers Forum) presentava ufficialmente lo standard USB 2.0, segnando una tappa fondamentale nella storia dell’informatica moderna. A distanza di 25 anni, USB 2.0 non è così introvabile come si potrebbe pensare ma continua a conservare un ruolo importante, nonostante l’evoluzione delle tecnologie di trasferimento dati abbia portato a velocità ben più elevate.

L’alba di USB 2.0: un salto di qualità necessario

Rispetto al suo predecessore USB 1.1 (agosto 1998), che si limitava a 12 Mbps, USB 2.0 introduceva una velocità di trasferimento fino a 480 Mbps attraverso la modalità Hi-Speed, risultando oltre 40 volte più veloce. Questo salto prestazionale superava persino le prime versioni di FireWire 400 di Apple, che pure si posizionavano come tecnologia avanzata ma a costi di implementazione più elevati.

La combinazione di prestazioni superiori e costi di licenza contenuti rese USB 2.0 estremamente appetibile per i produttori di schede madri e dispositivi, favorendo una rapida diffusione dell’interfaccia.

Le prime difficoltà: adozione lenta e driver carenti

Nonostante la pubblicazione dello standard USB 2.0 nell’aprile 2000, l’integrazione pratica nei PC commerciali richiese tempo. VIA Technologies fu tra i primi produttori ad adottare USB 2.0, integrandolo nel Southbridge VT8235 con i chipset P4X333 e KT333 nel 2002.

Solo nel 2003, Apple introdusse il supporto nelle sue linee di Mac, mentre Intel, nonostante avesse contribuito alla creazione del primo standard USB, attese fino al 2004 per implementarlo nei suoi chipset destinati ai Pentium 4.

Parallelamente, anche il supporto software avanzava lentamente: Windows XP necessitò del Service Pack 1 (agosto 2002) per offrire compatibilità nativa con USB 2.0; Windows 2000 lo implementò solo con il Service Pack 4 (giugno 2003). Sistemi più datati come Windows 95 e Windows 98 rimasero esclusi dal supporto ufficiale, sebbene Windows 98 Second Edition (SE) potesse usufruire di driver di terze parti.

La rivoluzione pratica di USB 2.0: addio a seriale e parallela

USB 2.0 segnò anche la graduale scomparsa delle porte seriali e parallele, ancora diffuse all’inizio degli anni 2000. Quelle connessioni, oltre ad essere ingombranti, erano estremamente lente: USB 2.0 offriva una soluzione più compatta, più veloce e hot-swappable (ovvero gestibile “a caldo”, durante l’utilizzo del PC) migliorando drasticamente l’esperienza d’uso.

La versatilità dello standard fu ulteriormente estesa dall’introduzione di formati più piccoli come USB Mini e USB Micro, che permisero l’adozione su dispositivi portatili come smartphone e tablet, estendendo la penetrazione del mercato.

Oggi: USB4 e l’eredità di USB 2.0

Nel 2025, la tecnologia USB è arrivata alla sua espressione più avanzata con USB4 2.0, capace di velocità di trasferimento fino a 80 Gbps.

In un altro articolo abbiamo visto le principali differenze tra porte e cavi USB raccontando come i colori non siano più uno strumento “vincente” per riconoscere la tipologia delle porte. Una volta, per discernere una porta USB 1.1 da una USB 2.0 bastava verificare se avesse al suo interno una linguetta di plastica colorata, rispettivamente, di nero/bianco oppure di blu. Le blu erano le porte USB 2.0 più veloci.

Da tempo questa convenzione non è più seguita e, soprattutto con l’avvento del connettore USB-C (anno 2014), le cose si sono notevolmente complicate. Abbiamo dedicato un intero articolo a UsbTreeView, un’applicazione gratuita che permette di riconoscere porte e dispositivi USB segnalando la massima larghezza di banda che può essere impegnata.

USB 2.0 sempre molto diffuso

Eppure, nonostante i progressi, USB 2.0 rimane sorprendentemente rilevante. A distanza di un quarto di secolo. Per dispositivi che non richiedono velocità di trasferimento importanti, come mouse e tastiere, USB 2.0 è ancora lo standard preferito. Anche le porte USB dei televisori sono di solito, per lo stesso motivo, USB 2.0.

Un esempio emblematico è l’iPhone 16e, modello economico di Apple, che continua a utilizzare USB 2.0 per il trasferimento dati.

La longevità di USB 2.0 testimonia non solo l’efficacia tecnica del protocollo, ma anche il suo costo contenuto e la praticità. Nonostante l’inventore di USB fosse consapevole di aver realizzato un connettore scomodo. Ajay Bhatt ha ripetutamente ammesso che USB-A, con quel supporto in plastica che obbliga all’inserimento da un solo lato (diversamente rispetto al successivo USB-C), non era propriamente maneggevole. Tuttavia, fu il desiderio di contenere i costi a guidare le sue scelte e quelle del suo team.

Credit immagine in apertura: iStock-com – kyoshino