Usa “sull’orlo di una potenziale pandemia di aviaria”, ma Trump silura i ricercatori che se ne occupano

L'amministrazione ha deciso di licenziare metà dei 140 specialisti del programma governativo di sorveglianza epidemiologica L'articolo Usa “sull’orlo di una potenziale pandemia di aviaria”, ma Trump silura i ricercatori che se ne occupano proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 15, 2025 - 20:00
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Usa “sull’orlo di una potenziale pandemia di aviaria”, ma Trump silura i ricercatori che se ne occupano

“Siamo potenzialmente sull’orlo di un’altra pandemia e stiamo licenziando persone che probabilmente hanno più esperienza di chiunque altro nel Paese”. A lanciare l’allarme, riferiscono i media americani, è un epidemiologo dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) che ha supervisionato il programma governativo di sorveglianza epidemiologica. Un comparto dal quale l’amministrazione Trump ha deciso di silurare quasi la metà dei circa 140 ricercatori che lo compongono.

Il virus H5N1 è ampiamente diffuso negli Stati Uniti negli allevamenti di pollame e bovini e ha infettato circa 70 persone dall’inizio del 2024, causando un decesso e inducendo gli esperti a temere una potenziale pandemia in caso di mutazione. Soprannominati ‘detective delle malattie’, i ricercatori licenziati lavoravano per l’Epidemiological Intelligence Service del Cdc, “uno dei programmi più prestigiosi” dell’agenzia sanitaria, ha commentato Amesh Adalja, specialista in malattie infettive presso la Johns Hopkins University.

“Qualsiasi tentativo di porre fine a questo programma avrà un impatto diretto sulla sicurezza nazionale e sulla salute degli Stati Uniti“, ha aggiunto. Questi ricercatori hanno il compito di indagare sulle epidemie e hanno svolto un ruolo di primo piano nelle precedenti crisi sanitarie internazionali. “Senza questi agenti, non avremmo eliminato il vaiolo dal mondo”, ha insistito il funzionario del Cdc.
Oltre a questi ricercatori, altri funzionari dell’agenzia sono stati licenziati. Secondo la Cbs, si tratta di circa 1.300 dipendenti, pari a circa il 10% della sua forza lavoro.

La decisione dell’amministrazione americana arriva dopo una serie di prese di posizione e cambi di rotta che impattano pesantemente, e in negativo, il mondo della ricerca e della scienza. A metterle nero su bianco è stato anche un duro editoriale di Lancet, intitolato American chaos, secondo cui “le azioni di Donald Trump a livello nazionale e globale” sono “un attacco indiscriminato e dannoso alla salute del popolo americano e di coloro che dipendono dall’assistenza estera degli Stati Uniti” e “non una rivalutazione ponderata delle priorità degli Stati Uniti”. Sono anche “un attacco alla comunità della ricerca medica e sanitaria. La capacità di lavorare dei ricercatori è stata gravemente limitata o addirittura interrotta“. Tante le decisioni contestate, dal ritiro dall’Organizzazione mondiale della sanità e dagli accordi di Parigi alla cessazione di programmi sanitari a livello globale.

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