Un minimo di gratitudine ai Savoia Torino e il Piemonte dovrebbero dimostrarlo
È stata annunciata con molta enfasi la nuova sistemazione della collezione “Leonardo”, con l’iconico e delicato Autoritratto a sanguigna, noto in tutto il mondo, viceversa per ora solo inaugurata l’esposizione in una saletta al secondo piano, della zona più aulica del Palazzo Reale di Torino, e vicino la Cappella della Sindone la raccolta dei preziosi […] L'articolo Un minimo di gratitudine ai Savoia Torino e il Piemonte dovrebbero dimostrarlo proviene da Il Fatto Quotidiano.

È stata annunciata con molta enfasi la nuova sistemazione della collezione “Leonardo”, con l’iconico e delicato Autoritratto a sanguigna, noto in tutto il mondo, viceversa per ora solo inaugurata l’esposizione in una saletta al secondo piano, della zona più aulica del Palazzo Reale di Torino, e vicino la Cappella della Sindone la raccolta dei preziosi disegni del volo. Palazzo Reale, il più bello d’Italia ed autenticamente da sempre dei Savoia (quelli di Milano, Napoli, Roma e Firenze sono passati precedentemente per altre dinastie e hanno subito molto rimaneggiati dai vari proprietari).
In una stanza accanto, i grandi ritratti dei Re e Principi, in cui spicca Carlo Alberto noto per lo Statuto e per le molte riforme, tra cui i pieni diritti civili agli Ebrei, ed anche per il suo grande impegno nella Cultura. Fu infatti lui ad acquistare l’autoritratto e i tanti disegni naturalistici, altri Savoia acquistarono importanti reperti archeologici, visitabili nella interessante apposita zona museale, sempre a Palazzo Reale, molto ben allestita ed inaugurata pochi anni fa.
Com’è noto Torino ha definitivamente perso il ruolo di Capitale industriale, il terziario arranca, da anni immemorabili ha perso il primato nella Moda e nel Cinema, quest’ultimo risorto in parte con il Museo alla Mole e le produzioni, svolte nelle tante dimore sabaude. Il turismo però ha compensato questo declino economico, tanti sono i turisti che arrivano da tutto il mondo per visitare le tantissime dimore sabaude, allocate tra il capoluogo e il Piemonte/Valle d’Aosta.
Proprio il direttore Mario Turetta, in conferenza stampa per Leonardo, ha dichiarato che i Musei Reali l’anno scorso hanno raggiunto la cifra record di 700.000 visitatori, impensabile sino ad alcuni decenni fa. Tutto lo si deve, piaccia o non piaccia, all’eredità culturale, lasciata in più di 400 anni di regno, dai Savoia, che trasformarono un villaggetto in una Capitale, nonostante i feroci e continui assedi dei francesi, uno di questi nel 1706 che, con la vittoria di Vittorio Amedeo II, decretò a seguito di un voto la costruzione della splendida Basilica di Superga dello Juvarra.
Proprio per questo un minimo di gratitudine, Torino e il Piemonte dovrebbero dimostrarlo ad una Dinastia che è onnipresente, specie nel Capoluogo, con la toponomastica, l’intitolazione di Ospedali, Scuole Fondazioni, Istituzioni militari e culturali. Oltre l’autoritratto di Leonardo, il Museo Egizio, sorto nel 1824 per volere di Carlo Felice, che acquistò la collezione Drovetti, facendola sistemare nel Palazzo “Collegio dei Nobili”, progettato nel 1679 da Michelangelo Garove, architetto reale, sostituito dopo la sua morte da Filippo Juvarra. Il palazzo fu successivamente ampliato dal Talucchi e nel 1832 aprì al pubblico come primo Museo Egizio. Ad oggi, notoriamente, è il più importante e visitato del mondo, dopo quello de Il Cairo.
Attorno a Palazzo Reale, Palazzo Madama ed Egizio, gravita un intenso turismo culturale ed enogastronomico che ha favorito un indotto commerciale di qualità, in primis le tante cioccolaterie artigianali quali Guido Gobino, Guido Castagna, le gelaterie antiche come Pepino, l’inventore del gelato da passeggio, il famoso pinguino, il ristorante del Cambio (il preferito di Cavour) ed i famosi caffè torinesi.
Torino con i suoi splendidi Musei Reali ha quindi adesso più che mai, con una risposta turistica – inaspettata sino a vent’anni fa, una risorsa potente – inarrestabile grazie ai Savoia che ne hanno costruito un’imperitura Bellezza.
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