Un debuttante al Conclave: “I potenti al funerale? Lacrime di coccodrillo”

Il cardinale Lojudice, arcivescovo di Siena: sento il peso della responsabilità. “Francesco è stato troppo osannato all’inizio e troppo criticato alla fine”

Apr 25, 2025 - 06:12
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Un debuttante al Conclave: “I potenti al funerale? Lacrime di coccodrillo”

Città del Vaticano, 25 aprile 2025 – ​​​​​​Papa Francesco fino alla fine della sua vita “ha gridato l’urgenza della pace e in tantissimi casi non è stato ascoltato”. Adesso, in occasione dei suoi funerali, ci saranno tutti i grandi della Terra in piazza San Pietro e “almeno in parte si verseranno lacrime di coccodrillo” davanti al suo feretro.

A dirlo è l’arcivescovo di Siena e Montepulciano, il cardinale Paolo Lojudice, 60 anni, al suo esordio in Conclave. L’alto prelato tuttavia non rinuncia a sperare nel fatto che, proprio la vicinanza alle spoglie del Pontefice, “possa suscitare un minimo di coscienza positiva” in chi ha nelle mani il destino dei popoli.

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Faithful in prayer before the coffin of Pope Francis Vatican City, 24 April 2025. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Che cosa è stato e cosa sarà Francesco per la Chiesa?

“È stato un Papa che ha dato una grande accelerazione a quel cammino intrapreso dalla cattolicità ormai da decenni, dal Concilio Vaticano II. Lui in più ha aggiunto la sua testimonianza personale di uomo venuto da lontano che ha vissuto e lavorato nelle periferie estreme. Per questo è stato particolarmente efficace nel suo annuncio al mondo di una Chiesa che non può più restare al chiuso, ma deve essere costantemente in uscita”.

Più amato fuori che dentro al perimetro cattolico?

“Le persone, che hanno grandi responsabilità, non possono essere acclamate da tutti. Anzi, erano esagerate le acclamazioni che Francesco riceveva in ogni ambito all’inizio del pontificato: l’annuncio del Vangelo non può mai essere fatto e accolto tranquillamente da tutti. Quindi anche Francesco ha avuto nemici fuori e nemici dentro, amori fuori e amori dentro”.

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CONFERENZA CARDINALE Augusto Paolo Lojudice

Ma non pensa che Bergoglio abbia ricevuto troppe critiche?

“Tutti i Papi ne hanno avute, anche aspre. La differenza è che in questi ultimi quindici anni si è modificato il modo per diffonderle. Oggi si può dire qualsiasi maldicenza ed essere letti anche da milioni di persone”.

Solo questione del potere dei social?

“Tutto ciò che è accaduto a Bergoglio non poteva avvenire vent’anni fa. La Rete ha amplificato molto le critiche che ha ricevuto”.

Dai grandi della Terra troppe lacrime di coccodrillo in questi giorni di lutto, considerando che su pace e disarmo Francesco è stato più che altro un Giovanni Battista, voce che grida nel deserto?

“In parte è vero. Tuttavia, se per questi grandi della Terra la vicinanza di Francesco, magari solo per il momento del funerale, può suscitare un minimo di coscienza positiva rispetto a quello che stanno facendo, bisogna ringraziare Dio. Di fatto, però, è vero che ha gridato fino all’ultimo istante di vita che c’è bisogno di pace, e in tantissimi casi non è stato ascoltato, perché purtroppo le guerre sono ancora in atto”.

Con che animo sta vivendo questa fase di sede vacante per la Chiesa?

“È senz’altro un momento particolarmente delicato. Si sente un po’ la mancanza di un punto di riferimento fondamentale”.

Per lei in Conclave sarà la prima volta.

“A riguardo la sede vacante è un’esperienza che fa vivere un grande senso di responsabilità, in particolare, non posso negarlo, come cardinale. Anche in questi giorni nelle congregazioni generali, che precedono il Conclave, si percepisce il peso e la delicatezza con cui è necessario affrontare parecchie questioni, quelle pratiche e anche quelle sul futuro della Chiesa”.

Questa, intesa come comunità dei battezzati, di che cosa ha bisogno?

“Come sempre, di fermezza, testimonianza e credibilità, Per cui più riusciamo ad essere credibili in quello che siamo e in ciò che crediamo e più credo che la Chiesa continuerà la sua vita e lo Spirito Santo continuerà ad agire in essa”.