Un caso di mobbing con foto di due peni giganti scuote la giustizia della Svizzera italiana
di Antonella Rainoldi* e Roberto Caruso** Conflitti acuti fra magistrati, querele, destituzioni, ricorsi e dimissioni: succede anche questo nella Svizzera italiana. La vicenda del terremoto all’interno del Tribunale penale cantonale, che qui raccontiamo, è solo l’ultima di una serie di episodi le cui scorie hanno lasciato uno strascico sul piano della credibilità dell’istituzione e ancora […] L'articolo Un caso di mobbing con foto di due peni giganti scuote la giustizia della Svizzera italiana proviene da Il Fatto Quotidiano.

di Antonella Rainoldi* e Roberto Caruso**
Conflitti acuti fra magistrati, querele, destituzioni, ricorsi e dimissioni: succede anche questo nella Svizzera italiana. La vicenda del terremoto all’interno del Tribunale penale cantonale, che qui raccontiamo, è solo l’ultima di una serie di episodi le cui scorie hanno lasciato uno strascico sul piano della credibilità dell’istituzione e ancora avvelenano l’immagine della magistratura.
Inermi abbiamo assistito a una rissa collettiva che è sfociata nella destituzione di due dei cinque giudici ordinari, Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, e nell’abbandono di un terzo, il presidente Mauro Ermani. Completa il quadro un’iniziativa parlamentare che ha chiesto di obbligare il terzo potere dello Stato a dotarsi di un codice etico attraverso un nuovo articolo della legge sull’organizzazione giudiziaria. I media locali non hanno rinunciato a mitragliare sulla vicenda. Non è stato solo il comportamento dei tre giudici a sollevare interrogativi, ma anche la capacità di un Tribunale penale cantonale ormai sguarnito di gestire il carico di lavoro e i processi.
Al centro della vicenda il suo presidente Mauro Ermani, già autore di una richiesta via WhatsApp al procuratore generale Andrea Pagani per favorire una sua pupilla: “Pare sia andata bene. Se me la rubi trattamela bene. Sennò ricomincio a parlare male di voi”. Nel 2023, quando la sua traiettoria come giudice non sembrava ancora segnata, Ermani ha trasmesso via WhatsApp a una segretaria vittima di mobbing una fotografia di due peni giganti di plastica, con una donna seduta nel mezzo e la scritta “Ufficio penale”. Da lì la decisione di Quadri e Verda Chiocchetti di querelare il collega per pornografia.
Ma secondo il procuratore pubblico straordinario grigionese Franco Passini, chiamato dal Consiglio di Stato a occuparsi della vicenda, il reato di pornografia non sussisteva, perché a suo modo di vedere i due peni giganti sono “simili a gonfiabili da piscina”. La domanda è: qualcuno ha mai visto due grandi gonfiabili a forma di pene galleggiare in una piscina? L’immagine, tratta dal sito del Museo del sesso di Amsterdam, poteva essere considerata tutt’al più come una molestia sessuale, ma la vittima avrebbe dovuto sporgere querela contro Ermani nei termini stabiliti dalla legge e tutto è finito nel nulla. O quasi. Per il Consiglio della magistratura Quadri e Verda Chiocchetti avrebbero dovuto sapere che l’immagine non costituiva reato e quindi sono stati rimossi dalla loro funzione per aver violato i doveri di magistrato.
A temporanea chiosa della grottesca vicenda, il procedimento disciplinare ancora in corso nei confronti del giudice dimissionario per presunti comportamenti inappropriati cade. Esiste una verità che non proclama l’esigenza della giustizia: succede anche questo nella Svizzera italiana.
*giornalista
**docente
[Nella foto in evidenza il confine Italia-Svizzera]
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