Jovanotti, una speciale chitarra creata dai detenuti di Treviso

Una chitarra elettrica unica, realizzata interamente dai detenuti del carcere di Treviso, è arrivata nelle mani di Lorenzo Jovanotti. Ispirata alla celebre Fender Telecaster, lo strumento si distingue per una vivace tonalità di verde e per il manico, probabilmente in acero. Ma più del suo aspetto, è il significato che porta con sé a renderla speciale.

La chitarra è frutto del laboratorio di liuteria e falegnameria della casa circondariale di Santa Bona, un progetto che offre ai detenuti un’opportunità di formazione e reinserimento. Insieme allo strumento, hanno inviato a Jovanotti una lettera carica di emozione, in cui raccontano il loro percorso e la voglia di riscatto.

Il cantautore ha risposto con parole profonde: «Non è solo una chitarra, ma il simbolo della possibilità che l’errore e il dolore provocato – agli altri e a se stessi – non sia la fine della vicenda umana». Un concetto che richiama il valore rieducativo della pena, spesso messo in ombra dalle difficoltà strutturali del sistema carcerario.

Nonostante le criticità del carcere di Treviso, tra cui il sovraffollamento, questa iniziativa dimostra come la detenzione possa anche essere un’occasione di crescita. Il laboratorio permette ai detenuti di apprendere un mestiere, di esprimersi attraverso la creatività e di immaginare un futuro diverso.

Jovanotti ha accolto il dono con gratitudine e ha lasciato intendere che potrebbe portarlo con sé nei suoi prossimi concerti: «Uno strumento musicale può creare gioia, emozione, liberare energia buona. Suonerò questa chitarra pensando che il carcere possa essere un nuovo inizio, che non cancella il male fatto, ma offre una possibilità di recupero e non nega mai la dignità della persona».

Un gesto simbolico che ricorda come l’arte, il lavoro e la musica possano trasformarsi in strumenti di rinascita.

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