Ubisoft: lo studio di DJ HERO chiude i battenti

Ubisoft Leamington ha chiuso ufficialmente i battenti. La notizia segue l’annuncio di gennaio, quando il publisher francese ha coinvolto lo studio britannico nell’ultima ondata di licenziamenti.

L’annuncio è arrivato tramite un post pubblicato sulla pagina LinkedIn dello studio:

“Dopo molti anni incredibili, vogliamo condividere la notizia che Ubisoft Leamington ha ufficialmente chiuso i battenti. Siamo estremamente grati al nostro talentuoso team, la cui creatività, passione e dedizione hanno lasciato un segno indelebile nei giochi che abbiamo creato, nei ricordi che abbiamo condiviso e nella comunità che abbiamo costruito a Leamington.”

Il messaggio specifica che alcuni membri del team continueranno a farsi vedere agli eventi locali dell’industria a Leamington Spa. Già a gennaio, Ubisoft aveva confermato a GamesIndustry.biz che “un piccolo numero” di dipendenti sarebbe passato a contratti remoti.

Tra Ubisoft Leamington e Ubisoft Reflections (con sede a Newcastle), si sono persi circa 100 posti di lavoro. Secondo l’azienda, la decisione è stata presa per “dare priorità ai progetti e ridurre i costi per garantire la stabilità a lungo termine.”

Ubisoft Leamington, precedentemente noto come FreeStyleGames, era salito alla ribalta grazie alla serie DJ Hero, prima di essere acquisito nel 2017. In seguito, il team ha collaborato a grandi produzioni come Tom Clancy’s The Division e Star Wars: Outlaws.

Stando a vecchi annunci di lavoro e post social, lo studio stava lavorando a una nuova IP non ancora annunciata prima della chiusura.

La fine di Ubisoft Leamington è solo l’ultima manifestazione di una crisi più ampia che attraversa Ubisoft. Dopo anni di espansione, l’azienda si trova oggi costretta a razionalizzare risorse e ridurre i costi. Molti studi satellite hanno subito tagli, mentre altri hanno chiuso del tutto. Nonostante restino in sviluppo titoli importanti, la sensazione è che il publisher stia cercando faticosamente un nuovo equilibrio tra ambizione creativa e sostenibilità economica. Il rischio? Perdere proprio quella diversità e capacità di sperimentazione che l’avevano resa una delle realtà più vive e poliedriche del panorama videoludico internazionale.