Tutela degli animali in Costituzione? Solo il 20% delle leggi rispetta davvero l’articolo 9

Solo il 20% degli atti approvati in questi anni è in linea con la riforma del 2022, quella che definitivamente inserì la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali nella Costituzione. Ciò vuol dire che, dal bracconaggio punito solo con una ammenda alle pressoché assenti proposte per la protezione degli animali selvatici, in Italia ben l’80% degli atti...

Feb 11, 2025 - 15:25
 0
Tutela degli animali in Costituzione? Solo il 20% delle leggi rispetta davvero l’articolo 9

Solo il 20% degli atti approvati in questi anni è in linea con la riforma del 2022, quella che definitivamente inserì la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali nella Costituzione.

Ciò vuol dire che, dal bracconaggio punito solo con una ammenda alle pressoché assenti proposte per la protezione degli animali selvatici, in Italia ben l’80% degli atti approvati non rispetta il principio richiamato dall’articolo 9 della carta costituzionale. Meglio dell’Italia, fanno Indonesia, Sudafrica e Thailandia, dove si va dai 12 ai 40 anni di carcere per il “delitto di bracconaggio”, per esempio.

Leggi anche: Vittoria! La tutela di ambiente e animali entrano definitivamente nella nostra Costituzione

Perché siamo ancora a questo punto? Perché alla Camera e al Senato le proposte di legge che chiedono di perseguire il principio costituzionale ci sono sì, ma quasi tutte “trattenute” ai nastri di partenza. È la denuncia che arriva da Legambiente che chiede a Governo e Parlamento di lavorare per la piena applicazione del principio costituzionale sbloccando l’iter di leggi migliorative per la tutela degli animali oggi in stallo.

I numeri di Legambiente

Secondo le analisi di Legambiente (che vanno dal 12 febbraio 2022 al 31 gennaio 2024 e che hanno compreso le proposte avanzate dai Governi Draghi e Meloni, dai Gruppi parlamentari, dai singoli Parlamentari, e da iniziative di legge popolare o dei Consigli regionali.

Su 617 atti legislativi definitivamente approvati da metà febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, sono 91, appena il 14,75%, quelli in cui si parla di animali. Di questi 91 quasi l’80% dei provvedimenti approvati in questi tre anni non ha dato seguito al principio costituzionale. In particolare:

  • il 67,12% degli atti legislativi non ha tenuto conto di questa novità costituzionale
  • il 12,33% è andato addirittura contro, peggiorando la tutela per gli animali
  • solo il 20,55% degli atti approvati è andato nella direzione indicata dall’art. 9 della Costituzione

Inoltre, significativo è lo stallo in cui si trovano nuove proposte e disegni di legge: quelli migliorativi (64 pdl e 10 ddl) sono al momento quasi tutti bloccati. E se, a livello politico, l’attenzione maggiore si concentra sugli animali d’affezione, quelli selvatici sono invece più quelli “sotto attacco” a causa del bracconaggio e ancora privi di un’efficace e proporzionata tutela penale, a partire dalle specie protette.

Con questa analisi, Legambiente vuole lanciare un chiaro invito a Governo e Parlamento per il rispetto del principio costituzionale in fatto di tutela degli animali. Tre le azioni prioritarie legislative che indica l’associazione ci sono:

  • lo stop al bracconaggio con l’inserimento nel Codice penale del delitto di bracconaggio con pene da tre a sei anni di reclusione, estendendo la sanzioni anche ai traffici di specie protette, come previsto dalla direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente
  • un’etichetta “Cage Free” per i prodotti di origine animale che, con chiarezza e trasparenza, permetta la libera scelta ai consumatori e aiuti gli allevatori che investono in pratiche più rispettose del benessere degli animali
  • cure veterinarie accessibili a tutti attraverso un Piano nazionale, approvato in Conferenza Stato-Regioni, per l’assunzione di veterinari pubblici, il sostegno alle cure veterinarie delle famiglie e la sterilizzazione dei randagi, come previsto dalla legge 281/1990 ma mai efficacemente attuato

Atti legislativi e categorie animali

Guardando ai differenti gruppi di animali (d’affezione, da reddito, selvatici) interessati dagli atti legislativi approvati è emerso che per gli animali d’affezione un terzo (il 33,33%) è stato migliorativo, oltre la metà (il 55,55%) non ha tenuto conto della novità costituzionale e solo uno su dieci (l’11,11%) è stato peggiorativo.
Per gli animali da reddito, meno di 2 su dieci (il 18,82%) sono stati migliorativi, sette su dieci (il 71,79%) non hanno tenuto conto della novità costituzionale e il 15,38% è stato peggiorativo. Per gli animali selvatici, meno di 2 su dieci (il 16,67%) sono stati migliorativi, quasi sette su dieci (il 69,44%) non hanno tenuto conto della novità costituzionale e il 13,89% è stato peggiorativo.

atti animali

@Legambiente

La Legge Salvamare

Tra le leggi migliorative, c’è senza dubbio la Legge del 17 maggio 2022, n. 60, la cosiddetta Salvamare, che prevede disposizioni per tutelare l’ecosistema marino dall’abbandono dei rifiuti e la legge 25 novembre 2024 n.177, sugli interventi di messa in sicurezza stradale con delega al Governo per la revisione del codice stradale, che prevede pene, come il carcere e il ritiro della patente, per l’abbandono degli animali.

Ne abbiamo parlato qui: Regalo di Natale per il mare: con il decreto attuativo della Legge Salvamare, ora si potrà recuperare la plastica dai fiumi (prima che venga dispersa)

Tra le leggi peggiorative, ad esempio, la legge di bilancio 2022 che ha previsto la caccia in parchi, aree protette e zone urbane e la legge di bilancio 2024 che ha aumentato i rischi di caccia a specie in cattivo stato di conservazione e in periodi di migrazione.

Approfondisci qui: “Licenza di caccia libera”, lo scioccante emendamento presentato in manovra per sparare in città e nelle aree protette

Animali selvatici e bracconaggio

In Italia, ricorda Legambiente, le specie animali selvatiche, anche quando particolarmente protette e a rischio di estinzione, sono prive di efficace e proporzionata tutela penale dal bracconaggio e dai traffici illeciti, come prevede, invece, la direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente.

Nella Penisola la più grave fattispecie di reato di bracconaggio prevista dalla normativa vigente, ossia l’uccisione dell’Orso bruno marsicano, prevede un’ammenda da 4mila a 10mila euro. Eppure, il valore di una specie a rischio di estinzione è ben maggiore di quello previsto da questa ammenda. Per tutte le altre specie animali protette, a chi commette bracconaggio in Italia, lo Stato “minaccia”, al massimo, ammende da 1.000 e 2.000 euro. Nel resto mondo, sono diversi gli Stati che fanno meglio dell’Italia in fatto di tutela di animali selvatici: l’Indonesia per bracconaggio prevede condanne fino a 12 anni di pena detentiva, il Sudafrica fino a 29 anni di reclusione e la Thailandia addirittura fino a 40 anni di carcere.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Leggi anche: