Trump e dazi all’UE: investimenti e mercati tra pressioni e incertezze
Trump, ha recentemente dichiarato che le importazioni dall’Unione Europea (UE) negli Stati Uniti saranno soggette a un dazio del 25% sulle automobili e su “tutte le altre cose”. Una mossa che accende il dibattito sulle implicazioni economiche di un eventuale scontro commerciale tra le due principali economie globali. Nelle ultime settimane, Trump ha rinnovato le... Leggi tutto

Trump, ha recentemente dichiarato che le importazioni dall’Unione Europea (UE) negli Stati Uniti saranno soggette a un dazio del 25% sulle automobili e su “tutte le altre cose”. Una mossa che accende il dibattito sulle implicazioni economiche di un eventuale scontro commerciale tra le due principali economie globali.
Nelle ultime settimane, Trump ha rinnovato le sue critiche nei confronti della politica commerciale dell’UE, con particolare attenzione alle normative e al sistema fiscale europeo, che considera barriere non tariffarie da contrastare nell’ambito della politica di reciprocità sui dazi. Ha inoltre sollevato preoccupazioni riguardo ai deficit commerciali e alle spese europee per la difesa.
Un passo verso una politica di reciprocità tariffaria
Secondo gli economisti di abrdn, Lizzy Galbraith e Felix Feather, l’imposizione di dazi sull’UE sembra essere una parte integrante della strategia commerciale degli Stati Uniti. Come ha osservato Galbraith, “la politica di reciprocità tariffaria mira a bilanciare il commercio tra le due regioni e, se implementata, potremmo vedere l’introduzione di dazi in settori chiave come l’acciaio, l’automotive, i semiconduttori e i prodotti farmaceutici”.
L’introduzione dei dazi, prevista a partire dal 2 aprile 2025, potrebbe rappresentare una minaccia significativa per le esportazioni europee verso gli Stati Uniti, soprattutto per i settori industriali più esposti. Galbraith prevede che l’Unione Europea cercherà di negoziare concessioni, come un impegno ad aumentare la spesa per la difesa o accordi bilaterali sugli acquisti di beni, per evitare che la misura diventi permanente. Tuttavia, la politica di Trump continua a suscitare un’elevata incertezza sul futuro delle relazioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico.
Le implicazioni macro di dazi al 25%
Felix Feather, economista di abrdn, ha sottolineato le conseguenze economiche di un’imposizione di dazi elevati, avvertendo che un dazio generalizzato del 25% sulle esportazioni dell’UE negli Stati Uniti avrebbe un impatto significativo e disomogeneo sulle economie europee. “Un dazio generalizzato del 10% avrebbe ridotto il PIL dell’Eurozona dello 0,3-0,9% rispetto a uno scenario ipotetico senza incertezze commerciali”, ha spiegato Feather. “Naturalmente, un dazio del 25% avrebbe un impatto ancora più significativo”.
Secondo le analisi degli esperti, gli Stati Uniti punteranno principalmente a beni per cui registrano un ampio deficit commerciale con l’UE, ma che non dipendono dalle forniture europee. Tra questi, i macchinari e le attrezzature per il trasporto, che ben si adattano a questo modello. Questo sarebbe in linea con le critiche di Trump nei confronti dell’industria automobilistica europea. Un altro settore molto a rischio potrebbe essere quello chimico, sebbene la sua importanza per il mercato farmaceutico statunitense potrebbe spingere gli Stati Uniti a evitare misure punitive in questo comparto.
L’impatto sugli Stati membri dell’Eurozona
L’imposizione di dazi su una vasta gamma di beni non colpirebbe tutti gli Stati membri dell’Eurozona in egual misura. Come sottolineato da Feather, “l’impatto sarebbe più forte nelle economie manifatturiere dell’Europa settentrionale e centrale, in particolare in Germania, che è molto esposta ai dazi su auto e macchinari”. Al contrario, le economie dell’Europa meridionale, più orientate ai servizi, sarebbero relativamente più protette.
Se il pacchetto finale di dazi dovesse includere i prodotti chimici, l’effetto sull’Eurozona sarebbe ancora più grave, con conseguenze simili a quelle di un dazio generalizzato. Gli analisti di abrdn avvertono che, pur essendo possibile che gli Stati Uniti adottino un approccio più mirato, la possibilità di un impatto economico devastante per alcuni Stati membri non può essere esclusa.
Le prospettive future
In conclusione, sebbene l’imposizione di dazi sul commercio tra Stati Uniti e Unione Europea sia ancora in fase di negoziazione, le previsioni economiche suggeriscono che le conseguenze potrebbero essere ampie e diversificate. La posizione della Casa Bianca potrebbe evolversi nei prossimi mesi, e la risposta dell’Unione Europea potrebbe determinare se l’impatto sarà effettivamente così grave come prospettato. Tuttavia, come osservato da Galbraith, “l’Unione Europea cercherà probabilmente di evitare l’imposizione di dazi permanenti attraverso negoziati che riguardano non solo il commercio, ma anche altre aree strategiche come la difesa e la sicurezza”.
Il 2 aprile 2025 sarà una data cruciale, quando verrà annunciato il pacchetto finale di misure tariffarie, e solo allora si potrà avere un quadro più chiaro sull’effettivo impatto di questa politica commerciale.