Test shock sulle fragole: fino a 7 pesticidi in una sola vaschetta (ecco cosa nascondono i supermercati italiani)

La fragola è senza dubbio uno dei frutti più amati e vero e proprio simbolo della primavera. Ma il successo commerciale di questo prodotto ha portato, negli anni, a una produzione sempre più intensiva, che ha esteso la disponibilità delle fragole a quasi tutto l’anno grazie alla coltivazione in serra, all’introduzione di varietà più resistenti...

Apr 28, 2025 - 13:33
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Test shock sulle fragole: fino a 7 pesticidi in una sola vaschetta (ecco cosa nascondono i supermercati italiani)

La fragola è senza dubbio uno dei frutti più amati e vero e proprio simbolo della primavera. Ma il successo commerciale di questo prodotto ha portato, negli anni, a una produzione sempre più intensiva, che ha esteso la disponibilità delle fragole a quasi tutto l’anno grazie alla coltivazione in serra, all’introduzione di varietà più resistenti e, purtroppo, a un uso massiccio di pesticidi.

Non è un caso che anche nell’ultima edizione della “sporca dozzina” – la classifica stilata ogni anno dall’Ong Environmental Working Group sui prodotti più contaminati – le fragole siano risultate essere il frutto con il maggior numero di residui chimici.

Un aspetto critico, confermato ancora una volta dal nuovo test condotto dal Salvagente, che ha portato in laboratorio 15 vaschette di fragole acquistate nei principali supermercati italiani. I risultati confermano ciò che già da tempo sapevamo: le fragole contengono una quantità elevata di pesticidi. Il test ha rilevato fino a 7 sostanze chimiche in un singolo campione, sebbene, fortunatamente, questa volta i limiti di legge non siano stati superati e non siano emerse sostanze vietate in modo inequivocabile.

Le fragole testate

Il test ha riguardato le fragole dei seguenti marchi e/o catene di supermercati:

  • Lidl
  • Coop
  • Conad
  • Esselunga
  • Todis
  • Carrefour
  • NaturaSì
  • Naturitalia
  • Mediterraneo fragole
  • Agrì Margutta
  • Terre d’Italia
  • La selva
  • La favetta
  • Scarnato
  • Azienda agricola Petrosino Sabato

I risultati

Rispetto al precedente test del 2020, in cui erano emerse irregolarità come la presenza di pesticidi non autorizzati, il quadro del 2025 appare lievemente migliorato. Come già detto, non sono stati riscontrati superamenti dei limiti di legge, anche se in due campioni è stata rilevata traccia di ethirimol, un principio attivo vietato, che potrebbe però derivare dalla degradazione di una molecola ancora autorizzata (bupirimate).

Nonostante i miglioramenti, dal test emerge comunque un quadro piuttosto sconfortante: 24 pesticidi oltre il limite di quantificazione rilevati complessivamente, e un numero impressionante di tracce non quantificabili.

Un altro dato preoccupante riguarda la presenza del metabolita spirotetramat cis-enol, trovato in 5 campioni. Si tratta di una sostanza il cui principio attivo originario, lo spirotetramat, è sospettato di nuocere alla fertilità e ai feti, e sarà vietato in Europa dal 30 ottobre 2025.

I prodotti peggiori

Alcuni campioni sono risultati particolarmente critici. In particolare, quelli che hanno ottenuto le valutazioni più basse sono:

  • La Favetta: voto 4 — 7 pesticidi rilevati più 3 in tracce
  • Esselunga Fragole Regina della Basilicata: voto 4 — 6 pesticidi rilevati più 1 in tracce
  • Eurospin La Selva: voto 5 — 5 pesticidi rilevati più 5 in tracce

Da notare che il campione peggiore in assoluto, La Favetta, conteneva ben 7 pesticidi diversi.

Sul fronte opposto, spiccano due prodotti biologici che hanno raggiunto il giudizio di eccellenza grazie all’assenza, o quasi totale assenza, di residui chimici.

Sebbene nessuno dei campioni analizzati abbia superato i limiti di legge, la presenza contemporanea di molteplici pesticidi – alcuni dei quali classificati come sospetti cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione – resta motivo di preoccupazione. Molecole come bupirimate, pirimicarb, pyrimethanil e tebufenpyrad sono considerate sospette cancerogene, mentre fluopyram e penconazole risultano dannose per lo sviluppo del feto. Inoltre, è stata riscontrata la presenza di neonicotinoidi, pesticidi noti per la loro pericolosità anche nei confronti delle api.

Nonostante la situazione sembri migliorata rispetto a cinque anni fa, il consiglio resta quello di privilegiare fragole biologiche, preferibilmente di stagione e provenienti da produttori locali, per ridurre il più possibile l’esposizione a sostanze chimiche potenzialmente pericolose.

Per conoscere nel dettaglio tutti i risultati del test e vedere come si sono posizionati gli altri marchi, è possibile consultare l’ultimo numero de Il Salvagente.

Come sono stati valutati i campioni

Tutte le fragole testate erano coltivate in Italia, e molte di esse appartengono a varietà specifiche legate ai territori.

La metodologia di valutazione ha tenuto conto non solo del superamento o meno dei limiti di legge, ma anche della quantità di residui rilevati rispetto ai limiti massimi consentiti. Una penalizzazione è stata applicata anche alla presenza di metaboliti di pesticidi prossimi al divieto, come quello dello spirotetramat. Le tracce sotto la soglia di quantificazione sono state considerate nel voto complessivo, ma non hanno inciso in maniera determinante sul giudizio finale.

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