Terre Cevico al Vinitaly 2025: Crescita del 5% e Nuove Strategie di Export

Terre Cevico si presenta al Vinitaly 2025 con un fatturato in crescita del 5% e nuove strategie di export per i vini autoctoni.

Apr 4, 2025 - 05:44
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Terre Cevico al Vinitaly 2025: Crescita del 5% e Nuove Strategie di Export

Paolo Galassi è il direttore generale di Terre Cevico Cevico. Come vi presentate al Vinitaly? "Ci presentiamo a Vinitaly 2025 con un buon anno alle spalle, dopo la grande trasformazione che ha visto Terre Cevico assumere la nuova identità di cooperativa di primo grado, con le incorporazioni di ben 6 aziende, oggi a regime (Le Romagnole, Winex, Romagnole 2, Due Tigli, Rocche Malatestiane, Enoica)".

I dati economici sono importanti. "Il gruppo raggiunge con l’annualità di bilancio 2023/2024, un fatturato consolidato di 206 milioni di euro con un utile netto di 1,6 milioni di euro, plusvalore per soci a 8,2 milioni di euro e patrimonio netto a 79,3 milioni. Sempre considerando il trend ‘23/24 a confronto con le annate precedenti, Cevico registra un fatturato consolidato in crescita del +5% rispetto all’esercizio precedente. Un dato che sale in doppia cifra nell’ultimo triennio per una crescita del +51% rispetto all’esercizio 2020/2021 (136 mln) certamente anche in funzione delle acquisizioni realizzate".

Cevico ha il cuore in Romagna ma è presente in tutta Italia e investe in una ricerca continua. "La nostra filiera cooperativa romagnola e le produzioni di vini da vitigni autoctoni come Trebbiano e Sangiovese guidano la nostra offerta commerciale che è piuttosto articolata e oltrepassa il tema dell’identità tradizionale, grazie alle attività di scouting sui territori vitati italiani, alle collaborazioni con le nostre aziende controllate ed alla capacità di sviluppare prodotti che vanno dalle DOC alle bevande a basso contenuto alcolico che oggi i mercati soprattutto esteri, ma non solo, ci stanno richiedendo".

Qual è la ripartizione fra vendite in Italia ed export? "Per quanto riguarda il settore del confezionato, a crescere è soprattutto il mercato italiano che sale a quota 83,7 milioni di euro registrando un +3% sull’anno precedente (81,2 milioni). L’export oggi ha un’incidenza del 46% sui ricavi di prodotto confezionato del gruppo". In tempi di grande instabilità, approcciamo i mercati con nuovi progetti sui nostri marchi, flessibilità e orientamento alle nuove tendenze – un esempio fra tutti la categoria di vini e bevande a basso contenuto alcolico - riuscendo così a presidiare commercialmente anche tramite le nostre aziende controllate, con una distribuzione in 90 nazioni con leadership in alcune aree come, Giappone, Svezia, Stati Uniti, Cina, Ucraina. Se osserviamo il trend degli ultimi sette anni, vediamo una forte crescita dell’export che passa dai 42,9 milioni dell’esercizio 2017/18 ai 71 (+65%) di oggi".

Quali sono le prospettive per il futuro? "Il gruppo sta operando per raggiungere un nuovo assetto della forza vendita globale, con una capacità di penetrazione ancora più efficace sui mercati e che tenga conto delle innumerevoli differenze che l’export prevede per l’enorme diversità che ogni Paese porta con sè. La politica di consolidamento dei nostri marchi storici – da Sancrispino a Galassi, Ronco, Austo, Terre Cevico, ai progetti territoriali Rocche Malatestiane, Tenuta Masselina e Braschi – siano essi del canale Horeca che GDO, unitamente al coinvolgimento della filiera di produzione dei nostri vini resta per il gruppo un obiettivo stabile".