Tensione India-Pakistan, Islamabad teme un’imminente incursione delle forze armate di Nuova Delhi
Da 4 giorni soldati indiani e pakistani si sparano lungo la linea di controllo in Kashmir. Il governo indiano accusa quello pakistano di finanziare i terroristi che hanno compiuto l’attacco a Pahalgam, costato la vita a 26 turisti, quasi tutti indiani

Roma, 28 aprile 2025 - Il Pakistan teme un'incursione armata "imminente" delle forze armate indiane. La tensione è a mille dal 22 aprile, data dell'attentato di Pahalgam sono stati uccisi 26 turisti, quasi tutti indiani da estremisti del Fronte di resistenza (Trf), gruppo vicino alla più nota organizzazione terroristica, Lashkar-e-Taiba (Let), che ha prima rivendicato poi negato il coinvolgimento.
Subito in India è scattata la macchina militare, sono state rinforzate le postazioni nel Kashmir conteso, ed è iniziata la caccia ai terroristi. Allo stesso tempo sono state lanciate le accuse al vicino Pakistan, che sostiene da sempre questi gruppi indipendentistici, ma che ha negato di essere stato coinvolto nell'attacco. New Delhi però non ci ha creduto è ha portato ai minimi i rapporti diplomatici, cancellato i visti, imposto ai cittadini pachistani che si trovavano in India di rimpatriare al più presto, e sospeso l'Indus waters Treaty del 1960. Mosse a cui Islamabad ha risposto con misure speculari.
E ora da 4 giorni i soldati indiani e pachistani si sparano lungo la linea di controllo del Kashmir, la frontiera di fatto tra le rispettive zone di influenza. Una delle peggiori crisi tra i due Paesi, tanto da far temere a Khawaja Muhammad Asif, ministro della Difesa di Islamabad, un incursione indiana. L'esercito pakistano ha rafforzato le posizioni, ha aggiunto: "perché si tratta di qualcosa di imminente. In questa situazione è necessario prendere decisioni strategiche, e queste decisioni sono state prese".
Ieri era stato il New York Times a parlare di un possibile attacco indiano e di una situazione "instabile". Il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha sentito numerosi leader mondiali e il ministero degli Esteri ha tenuto un briefing con i diplomatici di un centinaio di ambasciate. Secondo il NYT però "la mancanza di prove concrete finora presentate indica due possibilità: che l'India abbia bisogno di più tempo per raccogliere informazioni sull'attacco terroristico prima di colpire il Pakistan, oppure che - in un momento di particolare caos sulla scena mondiale - non senta il bisogno di giustificare a nessuno le azioni che intende intraprendere".
Ci sarebbe un precedente di incursione indiana che risale al 26 febbraio 2019, dopo l'attentato del 14 febbraio a Pulwama, sempre nel Jammu e Kashmir, rivendicato dall'organizzazione terroristica pachistana Jaish-e-Mohammed (Jem) e costato la vita a 40 agenti di polizia indiani. In quell'occasione l'Aeronautica indiana attaccò con i caccia le postazioni di Jem in Pakistan. E il giorno seguente l'Aeronautica del Pakistan abbattè due aerei indiani.
Intanto continuano le indagini e nei Commissariati di polizia del Kashmir indiano sono già state interrogate più di duemila le persone, di cui, secondo i media, quasi duecento sarebbero tenuti in stato di fermo. In contemporanea agenti delle forze di sicurezza hanno compiuto incursioni nei villaggi a caccia dei membri del LeT, il movimento terrorista jihadista Lashkar-e-Taiba basato in Pakistan, che, tuttavia, non ha avanzato alcuna rivendicazione dell'attentato terrorista del 22 aprile.