Temporale epocale a Roma: grandine e fulmini su Piazza San Pietro

 Sembrava una normale giornata d’Agosto, con il sole che, fino al primo pomeriggio, bolliva l’asfalto di Roma. Solo ieri, alle 15:00, c’erano 45°C all’ombra e l’aria era immobile, appiccicosa, come una pellicola invisibile che ti si incolla addosso. Piazza San Pietro era gremita di turisti sudati, ombrelli parasole, bambini mezzi nudi che correvano tra le […] Temporale epocale a Roma: grandine e fulmini su Piazza San Pietro

Mar 28, 2025 - 20:06
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Temporale epocale a Roma: grandine e fulmini su Piazza San Pietro

 Sembrava una normale giornata d’Agosto, con il sole che, fino al primo pomeriggio, bolliva l’asfalto di Roma. Solo ieri, alle 15:00, c’erano 45°C all’ombra e l’aria era immobile, appiccicosa, come una pellicola invisibile che ti si incolla addosso. Piazza San Pietro era gremita di turisti sudati, ombrelli parasole, bambini mezzi nudi che correvano tra le colonne del Bernini. Poi, improvviso, il cielo è cambiato volto.

 

Una nuvola densa, nerissima, come catrame liquido, ha cominciato a inghiottire il sole. Il cupolone si è oscurato, le campane del Vaticano si sono zittite. Il primo tuono è arrivato lontano, come un rombo sordo che ti scuote dentro, e poi ancora uno, più vicino, e poi un altro, fino a far vibrare le finestre dei palazzi barocchi.

 

In un attimo, un vento furibondo ha cominciato a ululare tra i vicoli, facendo volare insegne, tavolini, sedie di ristoranti, ombrelli strappati come foglie d’autunno. Le palme di Villa Doria Pamphilj si piegavano come giunchi, le grida dei turisti si confondevano con il fragore sempre più violento dei tuoni che sembravano colpi di cannone.

Poi, la grandine. Enorme. Chicchi bianchi come uova di piccione, duri come pietre levigate, si sono abbattuti su Roma con una furia aliena. Ho visto un vetro esplodere su Via della Conciliazione, un tetto sfondato a Trastevere, le cupole delle chiese colpite come da proiettili cosmici. Uno dei campanili minori del Vaticano è stato colpito in pieno da un fulmine bluastro, un’esplosione di luce seguita da una vibrazione metallica che ha fatto tremare San Pietro.

 

In Piazza di Spagna, la scena era irreale. La Scalinata era scomparsa, inghiottita da mezzo metro di grandine. Un mare bianco e freddo, dentro cui galleggiavano borse, sandali, cartoline e resti di gelati sciolti. I turisti, terrorizzati, si sono rifugiati nei bar, nei negozi, dietro le vetrine infrante, mentre le strade si svuotavano come se Roma fosse stata evacuata.

La temperatura è crollata. In meno di dieci minuti, siamo passati da 45°C a 10°C. Il mio respiro si condensava davanti alla bocca. La grandine ha continuato a martellare per quaranta minuti, come se il cielo avesse deciso di polverizzare la città.

Poi, d’un tratto, tutto è finito. Un silenzio irreale, interrotto solo dal gocciolio costante dell’acqua che colava dai cornicioni rotti. Le porte si sono riaperte, la gente è uscita a piccoli gruppi, sconvolta, guardando il paesaggio mutato come dopo un’esplosione nucleare. Sembrava un altro pianeta.

 

Dalla grandine ammucchiata tra i sampietrini, ha cominciato a salire una nebbia densa, lattiginosa, una sorta di vapore spettrale. Roma fumava, letteralmente, mentre i mezzi del Comune arrivavano a fatica, spalando ghiaccio con pale meccaniche, come fosse neve in pieno inverno.

 

Era il 10 Agosto 2080, ma l’atmosfera sembrava di un futuro impazzito, dove il cambiamento climatico ha rotto ogni logica delle stagioni. I più anziani dicevano di non aver mai visto nulla di simile. Io stesso, romano da generazioni, non avevo mai percepito così chiaramente la fragilità della città eterna.

 

Mentre la sera calava tra le colonne del Vaticano, e la nebbia si alzava dai cumuli di ghiaccio, Roma sembrava sospesa, fantascientifica, surreale. Un miraggio glaciale nel cuore dell’estate più calda di sempre.

 

Questo è un racconto di pura fantasia creato dall’autore per la “rubrica iI Clima del Futuro”.

Temporale epocale a Roma: grandine e fulmini su Piazza San Pietro