Supply Chain Act: cosa dice la direttiva europea che obbliga le imprese a essere più responsabili

La Supply Chain Act, o CSDD, è la direttiva che impone alle aziende obblighi stringenti di due diligence lungo le proprie catene di fornitura. Ecco come si applica, a quali imprese e quando entra in vigore L'articolo Supply Chain Act: cosa dice la direttiva europea che obbliga le imprese a essere più responsabili proviene da Economyup.

Mar 18, 2025 - 17:43
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Supply Chain Act: cosa dice la  direttiva europea che obbliga le imprese a essere più responsabili

NORMATIVA

Supply Chain Act: cosa dice la direttiva europea che obbliga le imprese a essere più responsabili



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La Supply Chain Act, o CSDD, è la direttiva che impone alle aziende obblighi stringenti di due diligence lungo le proprie catene di fornitura. Ecco come si applica, a quali imprese e quando entra in vigore

Pubblicato il 18 mar 2025



Supply Chain Act
Supply Chain Act

L’Unione Europea ha compiuto un passo decisivo verso una maggiore responsabilità delle imprese con l’approvazione della Supply Chain Act o CSDD), la direttiva che impone alle aziende obblighi stringenti di due diligence lungo le proprie catene di fornitura. L’obiettivo della Direttiva (UE) 2024/1760 (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – CS3D o CSDDD) è garantire pratiche aziendali più etiche e sostenibili, riducendo il rischio di violazioni dei diritti umani e danni ambientali nei processi produttivi globali.

Che cos’è la Supply Chain Act?

La Supply Chain Act (o Direttiva UE sulla Due Diligence delle Imprese) obbliga le aziende a monitorare, prevenire e affrontare eventuali impatti negativi derivanti dalle proprie operazioni e da quelle dei loro fornitori. Questo significa che le imprese dovranno adottare misure di controllo su tutta la filiera, verificando che i propri partner rispettino standard ambientali e sociali.

La normativa si ispira alla legge tedesca sulla due diligence (Lieferkettengesetz) e alla legislazione francese sulla “vigilanza” delle imprese, ampliandone l’applicazione su scala europea.

Supply Chain Act: quando entra in vigore?

Il 26 febbraio 2025, la Commissione Europea ha presentato un nuovo pacchetto di riforme, noto come “Pacchetto Omnibus”, volto a semplificare le normative dell’UE. Le misure proposte avranno un impatto su diverse regolamentazioni, tra cui CSDDD, CSRD, Tassonomia e CBAM.

Affinché il pacchetto entri in vigore, sarà necessaria l’approvazione del Consiglio Europeo e del Parlamento Europeo nei prossimi mesi, durante i quali potrebbero essere apportate ulteriori modifiche.

Le principali novità relative alla CSDDD includono:

  • l’obbligo di due diligence limitato ai soli partner commerciali diretti e una riduzione della frequenza delle valutazioni periodiche, che passeranno da annuali a quinquennali;
  • la rimozione del regime di responsabilità civile armonizzato, lasciando spazio alle normative nazionali;
  • il rinvio dell’entrata in vigore al 2028, con l’anticipo della pubblicazione delle linee guida a luglio 2026.

A chi si applica?

La direttiva riguarda principalmente:

  • Grandi imprese europee con oltre 500 dipendenti e un fatturato globale superiore a 150 milioni di euro.
  • Aziende di settori ad alto rischio (tessile, minerario, agricolo, ecc.) con più di 250 dipendenti e un fatturato di almeno 40 milioni di euro.
  • Imprese extra-UE che operano nel mercato europeo e superano determinate soglie di fatturato.

Supply Chain Act: obblighi previsti

Le aziende coinvolte devono adottare un piano di due diligence, che include:

  1. Mappatura della supply chain per identificare potenziali rischi legati a violazioni dei diritti umani e danni ambientali.
  2. Implementazione di misure preventive e correttive per affrontare le criticità individuate.
  3. Monitoraggio continuo per garantire la conformità degli standard etici e di sostenibilità.
  4. Trasparenza e reporting con la pubblicazione periodica delle azioni intraprese.
  5. Meccanismi di reclamo per consentire segnalazioni da parte di stakeholder e lavoratori.

Le sanzioni

Le imprese che non rispettano gli obblighi potranno incorrere in:

  • Sanzioni economiche proporzionate al fatturato, decise dagli Stati membri.
  • Esclusione dagli appalti pubblici europei.
  • Responsabilità civile in caso di danni a terzi derivanti dalla mancata due diligence.

Quali impatti per le imprese?

L’adozione della Supply Chain Act avvia una trasformazione radicale nelle strategie aziendali. Le imprese dovranno rafforzare i controlli sui fornitori, implementare sistemi di monitoraggio più avanzati e integrare la sostenibilità nei propri modelli di business. Questo porterà vantaggi a lungo termine, migliorando la reputazione aziendale e riducendo rischi legali e finanziari.

La Supply Chain Act rappresenta un cambio di paradigma nella gestione delle catene di fornitura, favorendo un’economia più responsabile e sostenibile. Le aziende devono prepararsi ad adeguarsi alla nuova normativa, trasformando la compliance in un’opportunità per migliorare la propria competitività nel mercato globale.

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