Riflessi infiniti nel Salar de Uyuni
Inviato da un lettore – Rivisto dalla redazione Camminare sul Salar de Uyuni è un’esperienza che sfugge alle definizioni comuni. Non è semplicemente un viaggio, è un’esperienza trascendentale, un passaggio in un’altra dimensione dove la terra si fonde con il cielo, dove i confini tra realtà e sogno sembrano dissolversi in un bianco accecante. […] Riflessi infiniti nel Salar de Uyuni

Inviato da un lettore – Rivisto dalla redazione
Camminare sul Salar de Uyuni è un’esperienza che sfugge alle definizioni comuni. Non è semplicemente un viaggio, è un’esperienza trascendentale, un passaggio in un’altra dimensione dove la terra si fonde con il cielo, dove i confini tra realtà e sogno sembrano dissolversi in un bianco accecante.
Mi trovavo in BOLIVIA, nel cuore dell’ALTIPIANO ANDINO, quando ho deciso di partire alla volta del deserto di sale più grande del mondo. Il Salar de Uyuni si estende per oltre 10.000 chilometri quadrati, una superficie quasi surreale, formata da uno spesso strato di sale che in alcuni punti raggiunge i dieci metri di profondità. È situato nel sud-ovest del Paese, nella regione di POTOSÍ, vicino al confine con il CILE e l’ARGENTINA.
Il paesaggio è tanto semplice quanto stupefacente: orizzonti piatti, un bianco abbacinante sotto i piedi e un cielo blu profondo sopra la testa. Quando sono arrivato, sembrava che il mondo si fosse ridotto a due soli colori. Eppure, durante il tramonto, ho assistito a un miracolo cromatico: il sole, calando lentamente oltre l’orizzonte, ha dipinto il sale con pennellate di rosa delicato, arancio caldo, e sfumature di viola tenue.
Ma il vero incanto si manifesta durante la stagione delle piogge, tra gennaio e marzo. L’acqua, invece di scomparire, forma un sottile velo sopra la crosta salina. Quel velo trasforma l’intero salar in uno specchio perfetto, capace di riflettere il cielo con una chiarezza tale da far perdere ogni senso dell’orientamento. Camminare in quel momento è come volare tra le nuvole, come se fossi intrappolato in un sogno da cui non vuoi svegliarti.
La geografia del Salar de Uyuni è affascinante. Un tempo, milioni di anni fa, questo luogo era un lago preistorico: il Lago Minchín, poi prosciugatosi, lasciando dietro di sé una distesa immensa di sali minerali. Al centro, come isole in mezzo al nulla, si ergono formazioni rocciose ricoperte da cactus giganti, come l’Isla Incahuasi, da cui si gode una vista panoramica mozzafiato.
Il clima, qui, è una sfida costante. Durante il giorno, anche sotto un sole splendente, si percepisce un freddo secco che punge la pelle. Di notte, le temperature possono scendere anche sotto lo zero, e il vento, tagliente, rende tutto più estremo. Tuttavia, durante la stagione umida, l’atmosfera cambia: l’aria si fa più densa, quasi pesante, e l’umidità disegna forme effimere sulla superficie riflettente del salar.
Nonostante l’ambiente ostile, il Salar de Uyuni è anche un luogo di vita e attività. Il sottosuolo custodisce enormi quantità di litio, una risorsa fondamentale per le batterie moderne, e si lavora intensamente per estrarlo. Tuttavia, il fascino del luogo rimane intatto: ogni turista che arriva fin qui viene accolto da un silenzio quasi sacro, rotto solo dal fruscio del vento e dal rumore dei propri passi.
Tra le opportunità di svago, ho scelto un tour in jeep con una guida locale, che ci ha portati attraverso punti panoramici incredibili, pozze termali naturali e formazioni di rocce scolpite dal vento. Ci siamo fermati a dormire in un hotel di sale, interamente costruito con blocchi di sale, dai muri ai letti. Un’esperienza unica e surreale, come tutto ciò che il Salar offre.
Il cielo sopra il Salar, di notte, è un altro spettacolo. Non avendo inquinamento luminoso, il firmamento si mostra in tutta la sua maestà: milioni di stelle, la Via Lattea visibile a occhio nudo, e il silenzio più assoluto a fare da cornice. Mi sono sdraiato sul sale freddo, guardando in alto, con la sensazione di essere sospeso tra le stelle.
Ogni momento trascorso qui sembra scolpito nella memoria. Le forme geometriche esagonali della crosta salina, create dall’evaporazione dell’acqua, sembrano disegnate da un artista invisibile. E ogni passo, ogni sguardo, regala una prospettiva nuova, sempre diversa, sempre più affascinante.
Quando sono partito dal Salar de Uyuni, avevo il cuore pieno di immagini che non dimenticherò mai. Questo deserto di sale è un luogo dove il tempo sembra fermarsi, dove ogni cosa acquista un significato diverso. È come entrare in un altro mondo, dove tutto è più grande, più silenzioso, più puro. Un mondo dove la natura ha scritto una delle sue più straordinarie meraviglie.